Pazzesco Werner!!! Heel trionfa a Kvitfjell
di Luca Perenzoni
Diceva che quella olimpica era la sua pista preferita. Lo resterà a lungo. Nel profondo nord dell'Europa, a pochi chilometri dai fiordi norvegesi, nella fredda Kvitfjell si è palesata una delle più classiche storie dello sci, quella dell'outsider che per un giorno riesce a mettere la freccia e a superare i grandi big. Succede, a volte per particolari condizioni meteorologiche, altre perchè il meno atteso riesce a trovare la quadratura del cerchio, combinando a puntino tecnica, tattica e velocità. Un po' come successo oggi a Werner Heel, venticinquenne di San Leonardo in Passiria che nella prima delle due discese norvegesi (e recupero della prova di Val d'Isere) ha pescato il jolly, sciando bene, benissimo, così bene da scalare la classifica e piazzarsi al comando, davanti al sempre più leader della generale, Bode Miller che pur segnato dall'inattesa sconfitta trova da sorridere per la quarantina di punti guadagnata su Didier Cuche, oggi solo sesto, e per gli ottanta su Benni Raich, fuori dalla zona punti.
Ma mentre le discese si concludevano, accanto al campionissimo del New Hampshire si affacciavano i modi gentili, rispettosi di Werner, quei modi di chi si trova per la prima volta in un determinato luogo, con la paura quasi di disturbare e di rubare spazio ai soliti primattori della discesa mondiale. "Ma che ci faccio qui? Ma è tutto vero?" sembra chiedersi il carabiniere passiriano, con il sorriso genuino che lascia trasparire tutta l'emozione per un primo successo arrivato a sorpresa, a rinvigorire la pur positiva stagione della velocità azzurra, tra mille difficoltà e magari anche poca considerazione. Ci voleva un podio per la truppa di Gianluca Rulfi e Giuseppe Zeni: a inizio anno si credeva che Fill potesse concretizzare i tentativi dello scorso anno, poi il più vicino si era rivelato Staudacher, con un quarto posto sulle nevi canadesi di Vancouver, ma la prima gioia vera ha dovuto aspettare solo una settimana in più, bastava tornare in Europa e sperare che il talento di Heel trovasse l'occasione giusta per manifestarsi con completezza. Qualche segnale l'aveva pur lanciato l'altoatesino. Magari con la gentilezza e l'educazione che lo contraddistingue: segnali timidi ma precisi, conditi da risultati pregevoli, pur se quasi mai capaci di portarlo a ridosso o sul podio. Ma oggi i segnali sussurrati si sono trasformati in proclami, urlati a piena voce su una pista tosta, su cui non si può improvvisare nulla: serve tecnica e capacità di correre e Werner oggi non si è lasciato sfuggire l'occasione per ottenere la giusta vetrina, ancor più significativa se alla sua destra, sul podio, troverà proprio Bode Miller. Erano più di sei anni che l'Italia non trionfava in discesa. Bisogna tornare indietro al dicembre 2001 con l'ultimo acuto di Ghedina sulla sua Sasslong, un digiuno finalmente interrotto a pochi giorni di distanza dalla vittoria di Patscheider nella discesa iridata juniores: insomma...la velocità azzurra oggi ha convinto anche i critici di avere un futuro. Un futuro che si chiama Heel, ma anche Innerhofer: Crhistof in Norvegia ha confermato tutto il suo talento, iniziando il fine settimana con un ottimo settimo posto e prenotando per il bis di domani la sua dose di popolarità. A completare il podio è l'austriaco Klaus Kroell, poi Osborne Paradis e Buechel. Il quindicesimo posto di Fill non è per nulla da buttare, così come il 26imo di Staudacher: in una giornata così non si butta niente, ci mancherebbe.
Sì Werner, hai proprio vinto tu. Pazzesco.
(venerdì 29 febbraio 2008)
Ma mentre le discese si concludevano, accanto al campionissimo del New Hampshire si affacciavano i modi gentili, rispettosi di Werner, quei modi di chi si trova per la prima volta in un determinato luogo, con la paura quasi di disturbare e di rubare spazio ai soliti primattori della discesa mondiale. "Ma che ci faccio qui? Ma è tutto vero?" sembra chiedersi il carabiniere passiriano, con il sorriso genuino che lascia trasparire tutta l'emozione per un primo successo arrivato a sorpresa, a rinvigorire la pur positiva stagione della velocità azzurra, tra mille difficoltà e magari anche poca considerazione. Ci voleva un podio per la truppa di Gianluca Rulfi e Giuseppe Zeni: a inizio anno si credeva che Fill potesse concretizzare i tentativi dello scorso anno, poi il più vicino si era rivelato Staudacher, con un quarto posto sulle nevi canadesi di Vancouver, ma la prima gioia vera ha dovuto aspettare solo una settimana in più, bastava tornare in Europa e sperare che il talento di Heel trovasse l'occasione giusta per manifestarsi con completezza. Qualche segnale l'aveva pur lanciato l'altoatesino. Magari con la gentilezza e l'educazione che lo contraddistingue: segnali timidi ma precisi, conditi da risultati pregevoli, pur se quasi mai capaci di portarlo a ridosso o sul podio. Ma oggi i segnali sussurrati si sono trasformati in proclami, urlati a piena voce su una pista tosta, su cui non si può improvvisare nulla: serve tecnica e capacità di correre e Werner oggi non si è lasciato sfuggire l'occasione per ottenere la giusta vetrina, ancor più significativa se alla sua destra, sul podio, troverà proprio Bode Miller. Erano più di sei anni che l'Italia non trionfava in discesa. Bisogna tornare indietro al dicembre 2001 con l'ultimo acuto di Ghedina sulla sua Sasslong, un digiuno finalmente interrotto a pochi giorni di distanza dalla vittoria di Patscheider nella discesa iridata juniores: insomma...la velocità azzurra oggi ha convinto anche i critici di avere un futuro. Un futuro che si chiama Heel, ma anche Innerhofer: Crhistof in Norvegia ha confermato tutto il suo talento, iniziando il fine settimana con un ottimo settimo posto e prenotando per il bis di domani la sua dose di popolarità. A completare il podio è l'austriaco Klaus Kroell, poi Osborne Paradis e Buechel. Il quindicesimo posto di Fill non è per nulla da buttare, così come il 26imo di Staudacher: in una giornata così non si butta niente, ci mancherebbe.
Sì Werner, hai proprio vinto tu. Pazzesco.
(venerdì 29 febbraio 2008)