"Mi aspetto altre gioie" parola di Ravetto
"E' dalle Olimpiadi di Vancouver che vado ripetendo che i ragazzi possono andare a medaglia in ogni gara e finalmente i fatti ci danno ragione". Si gode questo momento particolarmente felice, Claudio Ravetto. Quattro medaglie dopo sei gare di mondiali sono un bottino storico per l'Italsci ed il direttore agonistico azzurro gongola.
"Ci si chiedeva di raccogliere medaglie, di offrire un nuovo personaggio all'attenzione pubblica, di mettere in mostra dei giovani: credo che i risultati siano quelli attesi. Ora spero che anche le ragazze possano regalarsi delle medaglie, ma credo che la festa non sia ancora finita: i gigantisti arrivano qui a Garmisch con le pive nel sacco e vorranno a tutti i costi dimostrare il loro valore".
Non vuole meriti per sè, il biellese, nemmeno quando si torna sulla strigliata successiva al fine settimana di Hinterstoder. "Ho voluto dare un segnale, ma non è con le parole che si ottengono i successi. Ma evidentemente era il momento giusto e qualcosa, nella testa dei ragazzi, è cambiato. Sul momento Inner era rimasto toccato dalle mie parole, ma poi a sangue freddo mi ha dato ragione e credo che i successi mondiali siano anche figli di questa sua presa di coscienza. Chissà che lo stesso non possa succedere anche agli altri ragazzi..."
E a chi gli chiede lumi sul futuro, risponde. "Il mio contratto scade ad aprile, ma non voglio parlare di quel che succederà almeno non prima della fine del Mondiale. Dico solo che sto lavorando per rispettare un impegno preso, poi si valuterà anche in base alla mia convenienza. In questi mesi sono stato accusato di fare politica: ebbene dico che se fare politica significa darsi da fare e lottare perchè lo staff e gli atleti possano lavorare nel miglior modo possibile, allora è vero, ho fatto politica; e sono pronto a dire che ne farò molta di più in futuro".
Vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa, Ravetto. E fondamentalmente ne ha tutte le ragioni. E non perde il sorriso quando ricorda come il lavoro dei tecnici sia stato fondamentale in questi mesi, per costruire una squadra dalle grandi prospettive. In attesa dei sigilli delle ragazze la chiusura è tutta per Inner, il personaggio di questi mondiali: "E' un tesoro per lo sci e lo sport italiano, un personaggio che può riaccendere l'attenzione sul nostro mondo: in pista sappiamo che è forte, ma va a mille anche tra la gente, sa come muoversi, sa come farsi amare".
Meno amati sono invece i sistemi di cronometraggio, qui a Garmisch... "E' una vergogna che in dieci giorni di Mondiale non si sia riusciti a sistemare il problema. Anche oggi ci sono stati dei problemi: il cronometro è l'unica certezza nello sci, se viene a mancare anche quello finiamo con il brancolare nel buio. Per questo oggi abbiamo voluto protestare, per dare un segnale concreto. Nello slalom anche il maxischermo faceva le bizze: così rischiamo solo di fare del male al nostro sport, non è possibile".
Intanto ha preso forma il sestetto che mercoledì prenderà parte al Team Event: Cristian Deville, Giovanni Borsotti, Max Blardone, Federica Brignone, Daniela Merighetti e Johanna Schnarf.
(lunedì 14 febbraio 2011)
Non vuole meriti per sè, il biellese, nemmeno quando si torna sulla strigliata successiva al fine settimana di Hinterstoder. "Ho voluto dare un segnale, ma non è con le parole che si ottengono i successi. Ma evidentemente era il momento giusto e qualcosa, nella testa dei ragazzi, è cambiato. Sul momento Inner era rimasto toccato dalle mie parole, ma poi a sangue freddo mi ha dato ragione e credo che i successi mondiali siano anche figli di questa sua presa di coscienza. Chissà che lo stesso non possa succedere anche agli altri ragazzi..."
E a chi gli chiede lumi sul futuro, risponde. "Il mio contratto scade ad aprile, ma non voglio parlare di quel che succederà almeno non prima della fine del Mondiale. Dico solo che sto lavorando per rispettare un impegno preso, poi si valuterà anche in base alla mia convenienza. In questi mesi sono stato accusato di fare politica: ebbene dico che se fare politica significa darsi da fare e lottare perchè lo staff e gli atleti possano lavorare nel miglior modo possibile, allora è vero, ho fatto politica; e sono pronto a dire che ne farò molta di più in futuro".
Vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa, Ravetto. E fondamentalmente ne ha tutte le ragioni. E non perde il sorriso quando ricorda come il lavoro dei tecnici sia stato fondamentale in questi mesi, per costruire una squadra dalle grandi prospettive. In attesa dei sigilli delle ragazze la chiusura è tutta per Inner, il personaggio di questi mondiali: "E' un tesoro per lo sci e lo sport italiano, un personaggio che può riaccendere l'attenzione sul nostro mondo: in pista sappiamo che è forte, ma va a mille anche tra la gente, sa come muoversi, sa come farsi amare".
Meno amati sono invece i sistemi di cronometraggio, qui a Garmisch... "E' una vergogna che in dieci giorni di Mondiale non si sia riusciti a sistemare il problema. Anche oggi ci sono stati dei problemi: il cronometro è l'unica certezza nello sci, se viene a mancare anche quello finiamo con il brancolare nel buio. Per questo oggi abbiamo voluto protestare, per dare un segnale concreto. Nello slalom anche il maxischermo faceva le bizze: così rischiamo solo di fare del male al nostro sport, non è possibile".
Intanto ha preso forma il sestetto che mercoledì prenderà parte al Team Event: Cristian Deville, Giovanni Borsotti, Max Blardone, Federica Brignone, Daniela Merighetti e Johanna Schnarf.
(lunedì 14 febbraio 2011)