Incredible Lindsey Vonn: uno slalom da dominatrice
di Luca Perenzoni
D'accordo, la pista di Levi si addice alla perfezione alle sciatrici che sanno far correre i propri sci. Verissimo e sacrosanto. Ma sarebbe assolutamente riduttivo ricondurre a questa particolarità insita nel pendio finlandese che ha ospitato poco fa il primo slalom stagionale le maggiori motivazioni della vittoria di Lindsey Vonn. Perchè in fondo non è stata una vittoria, bensì un trionfo, raccolto col fare della dominatrice, concedendosi pure il lusso di fermarsi nel bel mezzo del muro per un grave errore che l'ha costretta a ripartire da ferma. Eppure, nonostante questo, il cronometro ha parlato ancora in suo favore, come già al termine della prima manche: 40 centesimi di vantaggio sulla svedese Maria Pietilae Holmner che agguanta così il primo podio della carriera in Coppa del Mondo, uguagliando il secondo posto ottenuto un anno e mezzo fa sulle amiche nevi di Aare, in occasione del gigante iridato. Sul terzo gradino del podio ecco un'altra discesista che apprezza particolarmente questo tracciato, la bavarese Maria Riesch, staccata dalla vetta di 66 centesimi. Giù dal podio Nicole Hosp, Veronica Zuzulova, la padrona di casa Tanja Poutiainen e una Anja Pearson piuttosto convincente.
Il nono posto di Soelden aveva lasciato intendere che la statunitense aveva lavorato davvero bene nel corso dell'estate. La gara di oggi fa risuonare un campanello d'allarme (anzi, forse una campana...e bella grande!) nelle avversarie della signora Vonn nella corsa alla sfera di cristallo: è vero, gli altri slalom non saranno come quello di Levi, ma è innegabile che anche tra i paletti snodati la ventiquattrenne statunitense abbia fatto un bel salto di qualità e senza l'errore sul muro (fosse successo sul piano sarebbe stato peggio, d'accordo, ma una frenata simile non si digerisce così facilmente, in genere...) avrebbe rifilato alla concorrenza distacchi letteralmente abissali. Una zampata d'autore sulle nevi polari quindi, che vale la quattordicesima vittoria in Coppa del Mondo - ovviamente la prima in slalom - e la certezza di essere ancora la donna da battere, probabilmente anche sul terreno altrui.
E veniamo alle italiane. La delusione per la gara anonima di Chiara Costazza non deve intristire lo sguardo verso quanto fatto da Nicole Gius e Manuela Moelgg. Non una prova memorabile per loro, ma comunque sicuramente positiva. La venostana ha ottenuto un confortante 12imo posto in una prova che l'ha vista volitiva e determinata, anche se un po' troppo brusca rispetto a quanto richiesto da un pendio da accarezzare come quello di Levi. Dietro di lei, appaiata all'ottima e giovane svizzare Denise Feierabend, ecco la marebbana: gli acciacchi rimediati nell'allenamento di mercoledì potrebbero aver rallentato la sua azione, ma nel complesso la finanziera venticinquenne si è difesa dignitosamente, pur lamentando al pari della compagna qualche "colpo di spigolo" di troppo. Gli stessi che hanno frenato Chicca Costazza, praticamente mai in sintonia con la prima gara della stagione tra i rapid gates: magari la forma non è ancora ottimale, ma l'impressione è che la fassana abbia patito abbastanza l'attesa per l'esordio in un inverno che per lei si prospetta davvero importante, tensione sfociata in una rigidezza quasi legnosa, ben lontana dai suoi standard abituali. Nulla di compromesso, ovviamente: la trasferta nord americana che inizierà in settimana sarà da prendere con ancor maggior determinazione, cosa che in fondo non manca a nessuna delle nostre ragazze. Nemmeno a Denise Karbon, caduta pesantemente con la schiena sul ghiaccio dopo un rimbalzo contro un palo: niente di grave, se non una leggera sberla al morale.
Ed ora spazio agli uomini, guidati dal marebbano in rosso.
(sabato 15 novembre 2008)
Il nono posto di Soelden aveva lasciato intendere che la statunitense aveva lavorato davvero bene nel corso dell'estate. La gara di oggi fa risuonare un campanello d'allarme (anzi, forse una campana...e bella grande!) nelle avversarie della signora Vonn nella corsa alla sfera di cristallo: è vero, gli altri slalom non saranno come quello di Levi, ma è innegabile che anche tra i paletti snodati la ventiquattrenne statunitense abbia fatto un bel salto di qualità e senza l'errore sul muro (fosse successo sul piano sarebbe stato peggio, d'accordo, ma una frenata simile non si digerisce così facilmente, in genere...) avrebbe rifilato alla concorrenza distacchi letteralmente abissali. Una zampata d'autore sulle nevi polari quindi, che vale la quattordicesima vittoria in Coppa del Mondo - ovviamente la prima in slalom - e la certezza di essere ancora la donna da battere, probabilmente anche sul terreno altrui.
E veniamo alle italiane. La delusione per la gara anonima di Chiara Costazza non deve intristire lo sguardo verso quanto fatto da Nicole Gius e Manuela Moelgg. Non una prova memorabile per loro, ma comunque sicuramente positiva. La venostana ha ottenuto un confortante 12imo posto in una prova che l'ha vista volitiva e determinata, anche se un po' troppo brusca rispetto a quanto richiesto da un pendio da accarezzare come quello di Levi. Dietro di lei, appaiata all'ottima e giovane svizzare Denise Feierabend, ecco la marebbana: gli acciacchi rimediati nell'allenamento di mercoledì potrebbero aver rallentato la sua azione, ma nel complesso la finanziera venticinquenne si è difesa dignitosamente, pur lamentando al pari della compagna qualche "colpo di spigolo" di troppo. Gli stessi che hanno frenato Chicca Costazza, praticamente mai in sintonia con la prima gara della stagione tra i rapid gates: magari la forma non è ancora ottimale, ma l'impressione è che la fassana abbia patito abbastanza l'attesa per l'esordio in un inverno che per lei si prospetta davvero importante, tensione sfociata in una rigidezza quasi legnosa, ben lontana dai suoi standard abituali. Nulla di compromesso, ovviamente: la trasferta nord americana che inizierà in settimana sarà da prendere con ancor maggior determinazione, cosa che in fondo non manca a nessuna delle nostre ragazze. Nemmeno a Denise Karbon, caduta pesantemente con la schiena sul ghiaccio dopo un rimbalzo contro un palo: niente di grave, se non una leggera sberla al morale.
Ed ora spazio agli uomini, guidati dal marebbano in rosso.
(sabato 15 novembre 2008)