La Coppa del Gobbo - Lo sci vale zero? Pare di sì!
Titolo brutale e polemico, ma questa volta è proprio il caso di alzare il tono! Nelle ormai consuete riflessioni di fine anno lo sport ha un rilievo tale da regalarci sempre una nutrita serie di sfide tra i depositari della conoscenza e della memoria i quali fanno a gara per confezionare il migliore "ricordo agonistico" dell'anno! Il web impazzisce sotto i colpi dei bilanci sportivi ed è inevitabile come ciascuno dia un'attenzione un po' privilegiata alle discipline preferite. Ci può stare ed è legittimo quando tutto ciò nasca dalla passione e non dalla professione perchè un "giornalista" deve edulcorare i propri sentimenti offrendo analisi obiettive ed equilibrate, prestando la massima attenzione a non eccedere nell'enfasi e nelle simpatie personali. Si presume a questo punto che in Rai tutti questi dettami vengano sempre tenuti in bella evidenza anche perchè costituiscono una base specifica dell'insegnamento giornalistico...invece accade che nella trasmissione radiofonica Start un collega, di cui taccio il nome, si lasci andare ad un Bilancio dello Sport Italiano nel 2013 che mi ha fatto proprio star male...ma che purtroppo deve farci riflettere a fondo sulla diffusione della parola "sci" nel nostro Paese. Nel riassunto degli avvenimenti sportivi il "collega", ricordando tanti appuntamenti iridati, non ha minimamente citato i Mondiali di Schladming e nel riepilogo delle più esaltanti prestazioni degli azzurri nel 2013 non è stato pronunciato un solo risultato ottenuto sia nelle diverse rassegne iridate, sia nelle varie coppe del mondo! Una grande mancanza di rispetto nei riguardi di ragazzi e ragazze che ci hanno inorgoglito con le loro incredibili vittorie e nei confronti del "sistema sci", il cui valore va molto al di là della pura espressione agonistica. Mi pare inutile ritornare ad elencare tutti gli elementi che concorrano a determinare l'importanza economica della "neve" in una nazione come l'Italia dove la montagna ha sempre occupato un ruolo spesso strategico nella produzione del reddito. Tutto questo per fortuna continua ad esistere anche senza le roboanti analisi giornalistiche più o meno corrette, ciò che deve preoccuparci è invece il fatto che questo "pezzo giornalistico" andato in onda sulla rete pubblica possa essere in effetti la prova di quanto oggi "lo sci" abbia una insufficiente personalità in Italia! Mancano atleti "simbolo", personaggi che con la loro immagine ci sappiano ricondurre subito sulla neve, mancano strategie di mercato capaci di creare un interesse a dimensione nazionale,...eccetera...eccetera...E l'interesse diminuisce sempre più....
L'amico Vittorio Savio, con il quale ho condiviso questo argomento, accenna anche al fatto che la Fisi, esclusa dalla Giunta del Coni, possa avere problemi di sintonia mediatica, un ostacolo al quale la recente partnership con Infront potrebbe, speriamo, porre rimedio. C'è un altro elemento curioso, nelle varie presenze di personalità che, su Rai Uno, hanno augurato Buon Anno durante la trasmissione "L'Anno che verrà", ho visto colleghi di varie discipline sportive...ma non di sport invernali, pazienza. Certo, altri riepiloghi giornalistici televisivi daranno ampi spazi alle discipline invernali, ma in quel servizio su Rai Radio Uno credo che non sia stato un errore dimenticare lo sci, bensì la considerazione di quanto poco importanti fossero le cronache della neve nel bilancio di fine anno...Un po' triste vero? E l'amarezza aumenta al pensiero di quanto peso possa avere nel prossimo maggio la disavventura di Cortina d' Ampezzo! Un conto è essere bloccati dalla neve, un altro è il black out di energia che, per alcuni giorni, ha riportato la conca ampezzana nel delizioso mondo delle fiabe! Speriamo che ....(SECONDA PARTE)
(mercoledì 1 gennaio 2014)