Svindal doma la Birds of Prey. Successo da brividi
di Luca Perenzoni
Birds of Prey, uccelli da preda, rapaci. Ed il pensiero va all'aquila, ai falchi, ai dominatori del cielo. Ma a volte anche questi prodigi della natura devono inchinarsi a forze superiori, a predatori ancora più voraci, più determinati. Che magari possiedono il coraggio del leone, la potenza del giaguaro e l'agilità della gazzella, bestiario quanto mai lontano da quello che si può incontrare nei dintorni di una pista da sci ma che si rispecchia nell'azione del nuovo padrone della pista di Beaver Creek. Un padrone che sa regalare un saggio di bravura, tecnica e scorrevolezza, ma che soprattutto ha saputo scrivere una pagina speciale, un capitolo lungo dodici mesi, una storia speciale e conclusasi con un trionfo. Dodici mesi fa Aksel Lund Svindal arrivava in toboga al parterre di Beaver Creek, dopo il tremendo volo sul Golden Eagle Jump, oggi è tornato sulle stesse nevi da dominatore, da vincitore della terza discesa in carriera, da esorcista di tutte le paure che un trauma simile al suo poteva lasciare nella mente di ciascun essere umano. E invece no, il ventiseienne norvegese non ha tremato nemmeno per un secondo, il rispetto verso una pista affascinante ma difficilissima non è mai straripato nel timore, anzi, ha domato dossi e curvoni, salti e compressioni, fino a strappare il miglior tempo assoluto, con il cronometro a fissare in cifre dorate l'impresa del vichingo buono: 1'43"85. Sei centesimi meglio di un imperituro Marco Buechel, sempre più vecchio e sempre più in palla, sempre capace di sferrare la zampata con le sue movenze felpate, da felino mai domo. E poi Erik Guay, il canadese che promette sempre bene e che nel 2009 è chiamato alla concretizzazione completa di un talento cristallino, che lascia ai piedi del podio lo squadrone austriaco, quello delle aquile, che sulla pista dei rapaci restano a bocca asciutta, senza essere salvati come successo a Lake Luoise da Herminator Maier. Kroell quarto e Walchhofer quinto, quindi Defago, Nyman e Hoffmann, con Bode Miller a leccarsi nuovamente le ferite, per un bruttissimo volo a metà tracciato. Una botta tremenda al volto l'ha un po' suonato, ma il traguardo l'ha raggiunto con le sue gambe, facendo svanire i timori di vedere ko il grande personaggio del Circo Bianco.
Per la squadra azzurra le cose non sono andate altrettanto bene della discesa di Lake Louise. Ovviamente ci sta, le imprese non si ripetono tutti i giorni: Peter Fill, febbricitante nei giorni scorsi, chiude 11imo proprio davanti a Maier, Werner Heel si mantiene nel gruppetto dei migliori con un discreto 14imo posto mentre Christof Innerhofer, debilitato dall'influenza, ha pasticciato nella parte alta finendo di un soffio fuori dai 30. Più indietro Matteo Marsaglia 35esimo, Patrick Staudacher 36esimo, Florian Eisath e Stefan Thanei 39esimi, Aronne Pieruz 54esimo. Per gli azzurri una prova onesta, dignitosa, senza acuti, magari anche per non rovinare la festa di Svindal, vincitore su tutto, sulle aquile e sulle paure.
Bentornato Aksel, bentornato lungagnone sorridente. Il Circo Bianco ha ritrovato il suo protagonista, esattamente laddove rischiava di perderlo lo scorso anno. Ora è sicuro che i conti andranno fatti anche con lui: ci ha messo una manciata di gare per tornare dove era prima di farsi del male, sulla Birds of Prey: sul gradino più alto del podio e si sa come i cacciatori, una volta che tornano ad assaporare il gusto della preda fatichino a farne senza. La stagione è ancora lunga e tanto può ancora succedere, ma a Beaver Creek si può dire che la Coppa è entrata davvero nel vivo. Che brividi, quante emozioni.
(venerdì 5 dicembre 2008)
Per la squadra azzurra le cose non sono andate altrettanto bene della discesa di Lake Louise. Ovviamente ci sta, le imprese non si ripetono tutti i giorni: Peter Fill, febbricitante nei giorni scorsi, chiude 11imo proprio davanti a Maier, Werner Heel si mantiene nel gruppetto dei migliori con un discreto 14imo posto mentre Christof Innerhofer, debilitato dall'influenza, ha pasticciato nella parte alta finendo di un soffio fuori dai 30. Più indietro Matteo Marsaglia 35esimo, Patrick Staudacher 36esimo, Florian Eisath e Stefan Thanei 39esimi, Aronne Pieruz 54esimo. Per gli azzurri una prova onesta, dignitosa, senza acuti, magari anche per non rovinare la festa di Svindal, vincitore su tutto, sulle aquile e sulle paure.
Bentornato Aksel, bentornato lungagnone sorridente. Il Circo Bianco ha ritrovato il suo protagonista, esattamente laddove rischiava di perderlo lo scorso anno. Ora è sicuro che i conti andranno fatti anche con lui: ci ha messo una manciata di gare per tornare dove era prima di farsi del male, sulla Birds of Prey: sul gradino più alto del podio e si sa come i cacciatori, una volta che tornano ad assaporare il gusto della preda fatichino a farne senza. La stagione è ancora lunga e tanto può ancora succedere, ma a Beaver Creek si può dire che la Coppa è entrata davvero nel vivo. Che brividi, quante emozioni.
(venerdì 5 dicembre 2008)