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Nadia Fanchini:"Che dolore queste gambe"

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Fanchini N.
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commenti 51 Commenti icona rss
"Che dolore queste gambe, a saperlo mica me le facevo operare assieme". Scherza ovviamente Nadia Fanchini che dalla sua stanza al quarto piano della Clinica Città di Brescia, sdrammatizza un po' il momento difficile che sta vivendo. L'operazione ad entrambe le ginocchia è ben riuscita ma il dolore è veramente forte e il fatto di non potersi muovere da sola, è forse il fattore che in questo momento le da più fastidio. "Fosse una gamba sola almeno usavo le stampelle e mi muovevo, ma così dipendo dagli altri" spiega con il sorriso Nadia. Come stai Nadia? "Mi fanno malissimo le gambe, solo che non mi possono dare antidolorifici sempre. A saperlo che soffrivo così tanto, non me le facevo operare assieme, però il dott. Stefani mi ha detto che è stata la scelta migliore". Cosa ti ha spiegato l'ortpedico dell'intervento? "Purtroppo mi ha detto che il ginocchio destro era proprio distrutto, mentre il sinistro meno. Allora...- spiega Nadia - il destro che come si può vedere è già piegato di 30 gradi, è stato il più martoriato. I legamenti crociati sono stati ricostruiti con tendini miei, mentre i collaterali sono stati ricostruiti e fissati con le viti. E poi mi hanno operato anche i tendini dietro il ginocchio. Io infatti - spiega Nadia - continuavo a dire che sentivo una contrattura al polpaccio. Altro che contrattura - spiega addirittura sorridendo la camuna - avevo i tendini distrutti. Ti credo che mi faceva male dietro il ginocchio!. Per il sinistro invece che ha subito meno trauma, i legamenti sono stati presi da un cadavere e non sono state applicate viti ai periferici. Non so come ho fatto a distruggermi così le ginocchia". E' stato l'impatto con il palo a causarti il disastro? " Assolutamente si- conferma Nadia. Ho addirittura distrutto la tutina aderente in più punti, probabilmente quando ho impattato contro il palo, e poi mi sono trovata delle escoriazioni sulle gambe in corrispondenza della rottura della tutina. In quei punti sanguinavo". Cosa hai pensato quando sei andata addosso a quel palo? "Mi è sembrato di andare addosso come ad un muro. Una botta pazzesca". Poi cosa ricordi degli attimi successivi? "Ricordo che mi sentivo paralizzata. Non riuscivo a muovermi". L'ortopedico ti ha parlato di tempi di recupero? "Mi ha detto che dovremo trovare il giusto compromesso per la riabilitazione dei collaterali e dei crociati. E comunque come tempo minimo parla di almeno 8 mesi. Sarà lunga". Il morale come è? " Sono carica e ho voglia di mettermi subito al lavoro. Ma non nascondo che mi spaventa ricominciare tutto da capo. E soprattutto in questi casi non sai mai come andrà, non sai come il ginocchio avrà recuperato finchè non arriverà quel momento". Ogni volta che un'atleta si fa male si ritorna a parlare di sicurezza, ma sono tante parole e pochi fatti. "Questi sci sono pazzeschi e queste nevi troppo aggressive- afferma Nikky. Con questi materiali se sbagli non puoi correggere minimamente la linea. In più a St. Moritz la neve era estremamente aggressiva. Forse bisognerebbe studiare qualcosa anche per i pali". Ora è davvero il caso che gli atleti "facciano la voce grossa".
(domenica 7 febbraio 2010)



@RIPRODUZIONE RISERVATA


    Tutt i commenti disponibili:
    1 | eleonora il 07/02/2010 09:57:04
    L'uomo non è una macchina... la vedo dura. Sempre, Forza Nadia
    2 | brunodalla il 07/02/2010 11:17:03
    "non mi possono dare antidolorifici sempre"?????? ma stiamo scherzando o che cosa?
    3 | husker il 07/02/2010 12:52:11
    Credo che Nadia si riferisse agli effetti collaterali che possono avere gli antidolorifici somministrati in quantità eccessiva.
    4 | Space il 07/02/2010 13:42:23
    ma operare in "quasi urgenza" i crociati???? vabbè, si tratta di un'atleta, ma il risultato migliore credo lo si ottenga operando a distanza di tempo...le attuali indicazioni consigliano di non intervenire su una articolazione sede di un importante processo flogistico in atto per evitare il rischio d'insorgenza di fenomeni fibroaderenziali imponenti nel post-operatorio, con possibilità di evoluzione in un’artrofibrosi in bocca al lupo!!
    5 | brunodalla il 07/02/2010 15:46:21
    husker ha scritto:
    Credo che Nadia si riferisse agli effetti collaterali che possono avere gli antidolorifici somministrati in quantità eccessiva.
    no, non esiste proprio.
    6 | leo85 il 07/02/2010 18:20:42
    La grande forza di Nadia è che è una ragazza che difficilmente si abbatte...e ha una gran voglia di ricominciare da capo...Questa è la cosa più importante per tutti! Forza Nadia![;)]
    7 | franky il 07/02/2010 23:07:02
    poverina! certo che recuperare 2 ginocchia è dura![:(] speriamo si tiri fuori in fretta da questa situazione.
    8 | Lucas il 07/02/2010 23:21:26
    Poverina eccome!! Certo che a fracassarsi così ci vuole proprio tanta sfortuna... [:(]
    9 | Lucas il 07/02/2010 23:23:37
    brunodalla ha scritto:
    no, non esiste proprio.
    Beh, d'altro canto non è che facciano proprio benissimo!![;)] Poi è ovvio che se devi morire dal male li prendi...
    10 | steb il 08/02/2010 07:55:46
    Io sono un po' dell'idea di Labate. Se non ci sarà un evoluzione degli attacchi,anche nell'approccio al loro utilizzo,ci saranno sempre più incidenti. Ormai gli atleti usano delle protezioni al livello di quelle motociclisiche,ma è un po' come se fossero legati alle loro motociclette. A mio parere gli attacchi, quando si supera il limite di resistenza dei legamenti, dovrebbero sganciare anche se l'atleta non è ancora caduto,anche se il loro sganciamento, in alcuni casi, fosse causa di una successiva caduta. Forse prederebbero qualche botta di più sulla neve( che è sempre meno dura dell'asfalto di un circuito): ci sarebbe qualche lussazione in più alle spalle,forse si romperebbe qualche clavicola,ma si salverebbero tante ginocchia,legamenti e tendini. Con le attuali tecnologie credo si potrebbe costruire qualcosa di più progredito degli attuali attacchi meccanici[:0], che oltretutto,almeno fino a qualche tempo fa, venivano chiusi praticamente al massimo.[:0] (E se non fosse più così,ma non credo, vorrebbe dire che funzionano malissimo) Dovrebbero esserci delle norme precise sulla regolazione degli attacchi: lo sgancio fortuito dovrebbe diventare una possibilità accettata,a cui il progresso tecnologico cercherebbe di porre pian ,piano rimedio.[^] Attualmente mi sembra che gli atleti utilizzino attacchi in condizioni di sicurezza,cioè possibilità di sganciamento,vicine allo zero. Si vedono cadute terribili con torsioni delle articolazioni senza che gli attacchi facciano una piega.[:0] E' più facile vedere sci piegati che sganciati. Un'altra via potrebbe essere la costruzione di tutori per le ginocchia con funzione protettiva,che dovrebbero essere indossati a costo di ridurre un po' le prestazioni atletiche...ma vedo la cosa ancora più difficile da realizzare e applicare.[:(]
    11 | eugenio il 08/02/2010 09:42:33
    degli attacchi abbiamo già parlato diffusamente, ma ora non riesco a trovare la discussione... non è così semplice e non è solo una questione di tecnologia. Volevo comunque fare presente (per esperienza personale) che la lussazione di una spalla non ha niente da invidiare alla rottura di un crociato dal punto di vista della rottura di [8][8], della riabilitazione, della funzionalità futura dell'articolazione, del dolore contingente. Vero che il ginocchio è più coinvolto nel gesto tecnico dello sci e quindi è preferibile che resti sano, ma secondo me ha maggiori possibilità di tornare ad un ottimo livello di funzionalità rispetto alla spalla. Detto questo, se devo scegliere se farmi male (di nuovo) alla spalla o al ginocchio, preferisco a nessuno dei due [;)]
    12 | brunodalla il 08/02/2010 09:45:20
    Lucas ha scritto:
    brunodalla ha scritto:
    no, non esiste proprio.
    Beh, d'altro canto non è che facciano proprio benissimo!![;)] Poi è ovvio che se devi morire dal male li prendi...
    lucas[:)]...per cortesia[:)]...esistono tali e tanti farmaci antidolorifici che sono in grado di sopperire a qualsiasi effetto collaterale dell'uno o dell'altro, e usarli a seconda dei casi e delle evenienze. per cui la storiella degli effetti collaterlai è appunto una storiella.
    13 | franz62 il 08/02/2010 09:51:25
    Spostiamo la questione dagli attacchi...tanto non è un problema risolvibile, ognuno se li chiude come gli pare, per come si sente sicuro e per quanto vuole rischiare. Per me si parla troppo di materiali e di neve in modo a volte sbagliato. La neve è troppo aggressiva e prende la lamina...la neve è troppo dura e scendono le otturazioni...la neve è troppo molle e ci sono le buche. La neve è così da sempre. Piastre minime.... per regolamento si testano gli sci e si decide che non possono essere omologati oltre una certa rigidità, vedrai che diventano tutti magri, sciano sul duro e sul molle, vanno più piano in curva e si fanno meno male. Non è difficile testare la rigidità di uno sci.
    14 | lbrtg il 08/02/2010 10:07:24
    franz62 ha scritto:
    Spostiamo la questione dagli attacchi...tanto non è un problema risolvibile, ognuno se li chiude come gli pare, per come si sente sicuro e per quanto vuole rischiare. Per me si parla troppo di materiali e di neve in modo a volte sbagliato. La neve è troppo aggressiva e prende la lamina...la neve è troppo dura e scendono le otturazioni...la neve è troppo molle e ci sono le buche. La neve è così da sempre. Piastre minime.... per regolamento si testano gli sci e si decide che non possono essere omologati oltre una certa rigidità, vedrai che diventano tutti magri, sciano sul duro e sul molle, vanno più piano in curva e si fanno meno male. Non è difficile testare la rigidità di uno sci.
    Oh, come sono d'accordo con te, Franz.[;)]
    15 | masterA il 08/02/2010 11:25:46
    steb ha scritto:
    Io sono un po' dell'idea di Labate. Se non ci sarà un evoluzione degli attacchi,anche nell'approccio al loro utilizzo,ci saranno sempre più incidenti. Ormai gli atleti usano delle protezioni al livello di quelle motociclisiche,ma è un po' come se fossero legati alle loro motociclette. A mio parere gli attacchi, quando si supera il limite di resistenza dei legamenti, dovrebbero sgangiare anche se l'atleta non è ancora caduto,anche se il loro sganciamento, in alcuni casi, fosse causa di una successiva caduta. Forse prederebbero qualche botta di più sulla neve( che è sempre meno dura dell'asfalto di un circuito): ci sarebbe qualche lussazione in più alle spalle,forse si romperebbe qualche clavicola,ma si salverebbero tante ginocchia,legamenti e tendini. Con le attuali tecnologie credo si potrebbe costruire qualcosa di più progredito degli attuali attacchi meccanici[:0], che oltretutto,almeno fino a qualche tempo fa, venivano chiusi praticamente al massimo.[:0] (E se non fosse più così,ma non credo, vorrebbe dire che funzionano malissimo) Dovrebbero esserci delle norme precise sulla regolazione degli attacchi: lo sgancio fortuito dovrebbe diventare una possibilità accettata,a cui il progresso tecnolocico cercherebbe di porre pian ,piano rimedio.[^] Attualmente mi sembra che gli atleti utilizzino attacchi in condizioni di sicurezza,cioè possibilità di sganciamento,vicine allo zero. Si vedono cadute terribili con torsioni delle articolazioni senza che gli attacchi facciano una piega.[:0] E' più facile vedere sci piegati che sganciati. Un'altra via potrebbe essere la costruzione di tutori per le ginocchia con funzione protettiva,che dovrebbero essere indossati a costo di ridurre un po' le prestazioni atletiche...ma vedo la cosa ancora più difficile da realizzare e applicare.[:(]
    Quotissimo a quanto erano tirati gli attacchi della Fanchini? 15 din Rossignol (Look insomma quelli lì). Io li usavo tirati a 12 forse in gigante e sono 80 kg. Risposta dello Skiman: " la casa suggerisce 16 160kg di forza sgancio, io li ho tarati un pò più molli per sicurezza". Quale sicurezza, vale la pena chiedersi?
    16 | masterA il 08/02/2010 11:30:52
    franz62 ha scritto:
    Spostiamo la questione dagli attacchi...tanto non è un problema risolvibile, ognuno se li chiude come gli pare, per come si sente sicuro e per quanto vuole rischiare. Per me si parla troppo di materiali e di neve in modo a volte sbagliato. La neve è troppo aggressiva e prende la lamina...la neve è troppo dura e scendono le otturazioni...la neve è troppo molle e ci sono le buche. La neve è così da sempre. Piastre minime.... per regolamento si testano gli sci e si decide che non possono essere omologati oltre una certa rigidità, vedrai che diventano tutti magri, sciano sul duro e sul molle, vanno più piano in curva e si fanno meno male. Non è difficile testare la rigidità di uno sci.
    Bravissimo! Infatti.. ma poi si sentono De Chiesa e Labate lamentarsi (più il primo per il vero) per il gigante tortuoso di Kraniska tracciato da Kostelic senior nel quale si scendeva a 60 allora invece dei soliti 80 Kmh. Gli atleti non riescono a deformare gli sci a queste velocità! E ti credo sono fatti per gli 80-90 Kmh non per i 60. Facciamo dei bei giganti tortuosi come un tempo, mettiamo sci più morbidi e vedrai che li deformano.....eccome! Ma zzzo è tanto difficile capire che il problema è la velocità? Ho letto una dichiarazione di Deborah Compagnoni che è esemplare in merito!!!
    17 | steb il 08/02/2010 11:37:04
    franz62 ha scritto:
    Spostiamo la questione dagli attacchi...tanto non è un problema risolvibile, ognuno se li chiude come gli pare, per come si sente sicuro e per quanto vuole rischiare.
    Va là che se c'è un regolamento che te lo impone, se vuoi gareggiare e non essere squalificato li attacchi non li chiudi più di tanto...[:(!]
    18 | franz62 il 08/02/2010 11:38:15
    Bravo...poi li smonti in partenza per vedere che molle ci han messo dentro?
    19 | steb il 08/02/2010 12:04:49
    eugenio ha scritto:
    degli attacchi abbiamo già parlato diffusamente, ma ora non riesco a trovare la discussione... non è così semplice e non è solo una questione di tecnologia. Volevo comunque fare presente (per esperienza personale) che la lussazione di una spalla non ha niente da invidiare alla rottura di un crociato dal punto di vista della rottura di [8][8], della riabilitazione, della funzionalità futura dell'articolazione, del dolore contingente. Vero che il ginocchio è più coinvolto nel gesto tecnico dello sci e quindi è preferibile che resti sano, ma secondo me ha maggiori possibilità di tornare ad un ottimo livello di funzionalità rispetto alla spalla. Detto questo, se devo scegliere se farmi male (di nuovo) alla spalla o al ginocchio, preferisco a nessuno dei due [;)]
    Io con la lussazione della spalla, anche se era brutta, sono stato fortunato,dopo la riabilitazione non ho più avuto fastidi. Quanto al dolore credevo mi si stesse staccando il braccio che continuava a scendere: volevo "finirmi" buttandomi a capofitto in un burrone,ma sono stato salvato dall'intervento di un amico medico, fortunatamente presente, che per la prima volta in vita sua ha rimesso a posto una spalla al "volo" dicendo "io ci provo... speriamo funzioni" e... MIRACOLO!!!! Il ginocchio invece,a parte un menisco operato da bambino,non mi sono mai accorto subisse traumi violenti,ma la risonaza mostra che è alla frutta per stiramenti pregressi dei legamenti che si sono anche calcificati con degenerazione profonda di tutti i menischi. Consiglio dell'ortopedico per affrontare un'eventuale attività agonistica master: "ringrazi che alla sua età(56) riesce ancora a camminare ,se necessario compri un bastone" Mai subita cotanta umiliazione[:(]
    20 | balineuve il 08/02/2010 12:09:02
    No, però testarli dopo l'arrivo non sarebbe impossibile ....... anche se sono d'accordo con te che sia una misura non molto utile ........ per quanto riguarda la rigidità degli attrezzi, va bene ammorbidire gli sci, ma secondo me per prevenire le spigolate involontarie sarebbe più utile ammorbidire gli scarponi. E comunque non si può fissare una rigidità massima per gli attrezzi a meno che non si costruiscano delle tebelle che tengano in considerazione il peso dell'atleta e la lunghezza della lamina effettiva .......
    21 | franz62 il 08/02/2010 12:34:09
    Chissenefrega del peso dell'atleta...se pesa troppo va di traverso come una volta, poi non è tutto il peso....tutti cercano di deformare l'attrezzo più rigido che riescono.. c'è chi riesce a pestare di più e chi meno, mi importa una mazza... io glieli faccio morbidi così è inutile pestare. Quanto morbidi in rapporto alla lunghezza e alla sciancratura che già esiste? Se vuoi Bali decidilo tu, son sicuro che ce la fai a misurarli.
    22 | eugenio il 08/02/2010 12:35:10
    Ma ce la vedete la FIS che emana un regolamento dicendoti a quanto devono essere tarati gli attacchi ? La stessa FIS che ti fa firmare la dichiarazione di esonero della responsabilità ? Me lo spiegate come fa a non essere responsabile del tuo trauma se ti ha obbligato a tarare gli attacchi in maniera diversa da come li avresti tarati tu ? Impossibile !!!
    23 | kaiser il 08/02/2010 13:18:58
    Tutti con la tallaniera da telemark e risolviamo il problema! HO DETTO!
    24 | franz62 il 08/02/2010 13:32:50
    L' Avv. ha posato una pietra tombale sul problema attacchi...inutile che ti arrampichi sui vetri..[:D]
    25 | steb il 08/02/2010 16:04:14
    franz62 ha scritto:
    Bravo...poi li smonti in partenza per vedere che molle ci han messo dentro?
    no all'arrivo, gli sci andrebbero consegnati...
    26 | franz62 il 08/02/2010 16:11:57
    [:246]Troppa F1 e tecnologia nella mente Steb[;)] poi cominciamo con i ricorsi e vincono gli Avv. Gli attacchi non daranno mai la sicurezza di non rompersi ( a parte il discorso di Eugenio che allo stato attuale ma credo in qualunque condizione non fa una grinza) L'unico modo per rompersi meno è andare più piano in curva.
    27 | steb il 08/02/2010 16:14:14
    Se fosse per voi gli sport motoristici non esisterebbero. A salvare le vite dei piloti sono stati i tanto vituperati regolamenti e se permettete, da quando morivano come mosche, la situazione sicurezza è migliorata 1000 volte. E se si fanno la guerra con gli avvocati e lo spettacolo è diminuito non è certo colpa dei regolamenti per la sicurezza,dove voce sulla questione hanno soprattutto i piloti. Poi la F1 non la seguo, infatti ho indicato il paragone(terza riga del mio primo intervento) con il motociclismo dove a dettare legge,o quasi, sulla sicurezza sono due persone con la testa sulle spalle e tutto l'interesse a sopravvivere più a lungo possibile:Rossi e Capirossi.
    28 | franz62 il 08/02/2010 16:38:42
    E allora a che proposito c'entriamo noi? Ci sono regolamenti giusti e applicabili e regolamenti sbagliati e inapplicabili...il tuo riguardo agli attacchi è sbagliato e inapplicabile, farli andar più piano è molto più semplice, giusto e facilmente applicabile. Gli Ingegneri se studiano tutto il giorno per scoprire l'attacco perfetto son solo contento... dalla leva con il cavo d'acciao qualche passettino s'è fatto[;)] nell'attesa ci son cose più semplici a livello regolamentare.
    29 | franz62 il 08/02/2010 17:08:45
    Bali riguardo alla scarpa è relativo....scarpa, piastra, sci vanno abbinate in modo logico....se metti una scarpa morbida su una trave ti rompi tendine d'achille o caviglia ma non hai risolto molto. Le spigolate in se sono meno dannose come dinamica rispetto a quelle di qualche anno fa, resta il problema che vanno a canna in curva e i tempi di reazione umani son sempre quelli, a prescindere che Nadia avrebbe fatto meglio come scelta da velocista a cercare di non prenderla quella porta, se fosse andata in curva a 10 km. all'ora meno avrebbe avuto più tempo per decidere e reagire.
    30 | steb il 08/02/2010 17:14:06
    Sinceramente i miei attacchi sono molto simili come principi di funzionameto a quelli che usavo almeno 30 anni fa,forse di più. Dal primo attacco a sgancio posteriore ci sono stati progressi soprattutto per i turisti. Progressi che poi servono a poco,se gli attacchi vengono comptetamente chiusi dagli atleti. Suvvia...in gara potrebbero inchiodare lo sarpone allo sci e il risultato,tranne rarissimi casi, sarebbe lo stesso. Chiamarlo attacco di sicurezza,in gara,è una ipocrisia. Non c'è alcuno stimolo a livello delle competizioni per spingere la ricerca e per i turisti gli attacchi meccanici sono più che sufficienti. Poi non pretendo che il problema sia risolto domani,ma provare a costruire attacchi più progrediti, non solo per i turisti,sarebbe il caso. E ripeto...se non parti da un regolamento, non parte neppure la ricerca. Per il motorismo è stato così e bisogna ammettere che per la sicurezza dei piloti è stato fatto molto...che poi la F1 sia diventata una schifezza,non è certo stato per la ricerca sulla sicurezza. Certo se si vedessero dei bei roghi ad ogni gara come succedeva una volta sarebbe più eccitante...[}:)]
    31 | steb il 08/02/2010 17:43:23
    A mio parere definire un limite di chiusura dell'attacco VERIFICABILE a posteriori (come la distanza soletta piede) con una formuletta che tenga conto del peso dell'atleta,sarebbe un inizio e un primo stimolo alla ricerca. Dopo poco si vedrebbero attacchi che sganciano inutilmente e altri a cui capita meno spesso. E comunque ogni volta si salverebbe qualche ginocchio e, se la velocità è ridotta, anche il resto. Io sono convinto che prima o poi prenderano questa strada... Ho finito....altrimenti giustamente verrò bannato[:D][:D][:D]
    32 | realthing il 08/02/2010 18:26:46
    Mah.. seriamente non so quanto sia percorribile. Aldilà dei non banali problemi tecnici, siamo sicuri che far sganciare gli sci "qualche volta in più" sia la soluzione migliore in termini di sicurezza? Se ti si apre un'attacco tarato "leggero" a 100 e passa all'ora sull'Hausbergkante, di sicurezza ne vedo poca. O no? [:D]
    33 | franz62 il 08/02/2010 20:40:44
    Boh...Steb quando parli dei roghi è la seconda volta in questi messaggi che sembri insinuare di essere tu il paladino della sicurezza e io od Eugenio quelli che si divertono a veder gambe che si rompono.... Avrai corso in moto ma devi anche considerare che io ho fatto un pò di anni di discesa con attacchi più o meno aperti e chiusi, Eugenio ancora non ha smesso di far le gare per cui sbagli strada in questo senso.[;)]
    34 | steb il 09/02/2010 03:13:20
    Quella era solo una battuta(c'era[}:)])e non certo riferita a voi! Non sono così squallido... Però riguardo le libere, anche se risaliamo a molti anni fa, ne ho fatte diverse anch'io e ogni volta che mi chiudevo completamente gli attacchi prima della partenza(il corpo non era protetto come usa ora) mi sembrava un po' di giocare alla roulette russa... in slalom invece,visto che le velocità erano ridotte, me ne sbattevo di perdere una gara se potevo salvarmi le gambe,tant'è che li tenevo piuttosto lenti(una volta,quando usava la partenza tipo catapulta, per eccesso di prudenza, li persi entrambi in partenza) [:o)] Le ossa delle gambe in slalom me le ero rotte da ragazzino con i famigerati "cinghia lunga" e ne avevo avuto abbastanza.(ma qui forse nessuno è abbastanza vecchio per averli usati spesso) L'invenzione degli attacchi a sgancio posteriore furono un vero salto di qualità,ma da allora, mi pare, non ci sia più stato niente di paragonabile come qualità del progresso. E' mai possibile? Che poi la strada da percorrere sia lunga è indiscutibile...ma se non si inizia mai? Comunque,Franz, sono d'accordissimo sull'imporre sci meno rigidi e quello come tu dici si potrebbe applicare subito con risultati evidenti! Poi,io,mi sentirei meno frustrato e penserei di non essere fisicamente un cesso così, quando provo uno sci da gara....[:D][:D][:D]
    35 | steb il 09/02/2010 03:24:06
    realthing ha scritto:
    Mah.. seriamente non so quanto sia percorribile. Aldilà dei non banali problemi tecnici, siamo sicuri che far sganciare gli sci "qualche volta in più" sia la soluzione migliore in termini di sicurezza? Se ti si apre un'attacco tarato "leggero" a 100 e passa all'ora sull'Hausbergkante, di sicurezza ne vedo poca. O no? [:D]
    Perchè un "high side" sulla parabolica di Monza pensi sia meno pericoloso? Ma le protezioni(che ora usano anche gli sciatori) in genere ti salvano e non rimani incollato alla moto che può anche disintegrarsi. Capisco che il paragone non sia così calzante,ma continuo a pensare che la tecnologia degli attacchi sia quasi rimasta immobile per decenni e tremo ogni volta che vedo,praticamente sempre,cadere gli atleti/e con gli sci che rimangono ancorati ai piedi...
    36 | eugenio il 09/02/2010 07:41:12
    steb... non riesco proprio a collegare il concetto di tecnologia immobile con il fatto che gli sci rimangono ancorati ai piedi. a prescindere dal fatto che la tecnologia non è rimasta immobile, perchè sono cambiati i materiali e la componentistica e se permetti, quando calzi un salomon di 10/15 anni fa e un tyrolia o un vist di questi anni percepisci una certa differenza... (almeno io la percepisco); il problema è sempre lo stesso... oggi come allora gli sci restano ancorati ai piedi perchè le molle sono tirate eccessivamente e questa è una scelta individuale che non ha nulla a che vedere con la tecnologia. ho usato anche io le cinghie lunghe... e prima di quelle ho usato le leve con il cordino di acciaio e ho seguito tutta l'evoluzione della specie... so di cosa parli, ma resto dell'idea che la tecnologia migliore è quella del cacciavite che interviene sulla taratura dello sgancio... e qui ognuno fa i conti con le proprie caratteristiche fisiche e mentali.
    37 | franz62 il 09/02/2010 09:01:14
    Azz... sono le cinghie lunghe? Possibile che io sia passato dalle leve con il cordino d'acciaio al Vist? Arteriosclerosi?[:D]
    38 | franz62 il 09/02/2010 09:12:07
    Però ricordo che mi stava sulle palle il super tecnologico puntale formaggino marker...era sicuro di brutto perchè si sganciava[:D]ma ero piccolo, avevo poca forza nelle mani e con il ghiaccio non riuscivo a reincastrare la sferetta con la parte superiore..[:(!]
    39 | eugenio il 09/02/2010 09:22:15
    ce lo avevi tirato al massimo.... come sempre. colpa tua !!! [:D][;)]
    40 | franz62 il 09/02/2010 09:49:26
    [:246] Me ne è appena successa una che conferma ancora una volta la mia inspiegabile leggerezza sugli spigoli..[:D] Sai che tengo a 12 gli attacchi per sicurezza...settimana scorsa ho ai piedi i tuoi duel e guardando il puntale in seggiovia per caso vedo la vite di regolazione del destro sporgere di tre o quattro cm. mentre la sinistra è a filo con il corpo dell'attacco. Spingo con un dito e questa va verso l'interno....dico: che palle ho rotto l'attacco che uso da un anno...materiali nuovi di m...ecc.[:D] Scio normalmente (sempre con fiducia negli attacchi) e quando arrivo a casa li metto sulla morsa per guardarli. [:D][:D][:D]Quando li ho montati l'anno scorso ho dimenticato di tirarne uno....ho sciato un anno sul 3 facendo quattro gare, realski e qualche pista veloce senza mai perderlo...
    41 | magimail il 09/02/2010 12:09:11
    Pensate un po' che nel "giro" degli skiman, il Look/Rossignol a molla posteriore verticale di cui stiamo parlando nel caso della Fanchini, e' considerato "...IL PIU' SICURO..."..... SIC![:(!]
    42 | franz62 il 09/02/2010 12:26:56
    Però Magi anche se stiamo parlando di attacchi per me c'entrano nulla con Nadia....si è piantata con le scarpe contro la base del palo a novanta all'ora, si rompeva le ginocchia anche ad aver solo gli scarponi....nel resto della caduta manco toccano per terra gli sci, poi quando le hai troncate non si sganciano più comunque. Quando lo guardo continuo a pensare cosa le è venuto in mente di voler andare a prendere quella porta[:(]
    43 | humdrum il 09/02/2010 12:44:53
    franz62 ha scritto:
    Però Magi anche se stiamo parlando di attacchi per me c'entrano nulla con Nadia....si è piantata con le scarpe contro la base del palo a novanta all'ora, si rompeva le ginocchia anche ad aver solo gli scarponi....
    franz, puoi spiegare in maniera facile perchè se le sarebbe rotte comunque? io pensavo si fossero rotte a seguito della torsione successiva e non dell'impatto col palo. GHrazie[:)]
    44 | franz62 il 09/02/2010 12:51:52
    Hum secondo me i piedi...ma proprio le scarpe, fanno 90 all'ora- 0 all'ora contro la base del palo e lei fa perno quasi sulle sue stesse tibie attaccate al palo, non è nemmeno che inforchi con la spatola e sia questa a far da leva senza che si sganci l'attacco, si pianta contro il palo proprio con le sue gambe.[:(] Il seguito della caduta è niente.
    45 | steb il 09/02/2010 13:20:36
    @Magi:Presumo perchè, come il vecchio Nevada da cui deriva, avrebbe la possibilità di alloggiare un molla di maggiori dimensioni ed elasticità che si tradurrebbe in maggiore capacita di assorbire gli urti durante la sciata,cioè si apre leggermente,ma appena la pressione cessa l'attacco si richiude riportando lo scarpone nella posizione iniziale. E' mai possibile che i sistemi di rilevamento delle forze in gioco siano gli stessi di più di 40 anni fa? Saranno migliorati i materiali nei coeficienti di attrito,ma come dice Eugenio gli atleti o chi sceglie per loro, possono chiudere le regolazioni come ritengono più conveniente,cioè ben oltre il limite di resistenza alla trazione dei tessuti umani. Da questo punto di vista,probabilmente erano più sicuri, in caso di caduta, i materiali che usava Zeno Colò,almeno gli sci di legno, anche se stretti agli scarponi,in caso di caduta spesso si frantumavano, liberando le gambe da indebite trazioni. Una domanda a proposito di materiali. Perchè la Atomic ha abbandonato l'utilizzo dei materiali di cui era fatto il vecchio Ess, i primi attacchi poi marcati Atomic? Praticamente indistruttibili e bellissimi.
    46 | steb il 09/02/2010 13:33:32
    franz62 ha scritto:
    Però ricordo che mi stava sulle palle il super tecnologico puntale formaggino marker...era sicuro di brutto perchè si sganciava[:D]ma ero piccolo, avevo poca forza nelle mani e con il ghiaccio non riuscivo a reincastrare la sferetta con la parte superiore..[:(!]
    Ahh! Col freddo a mani nude era veramente un casino reincastrare la sferette! Aghhhh!!![:(]
    47 | Lucas il 09/02/2010 20:04:52
    brunodalla ha scritto:
    Lucas ha scritto:
    brunodalla ha scritto:
    no, non esiste proprio.
    Beh, d'altro canto non è che facciano proprio benissimo!![;)] Poi è ovvio che se devi morire dal male li prendi...
    lucas[:)]...per cortesia[:)]...esistono tali e tanti farmaci antidolorifici che sono in grado di sopperire a qualsiasi effetto collaterale dell'uno o dell'altro, e usarli a seconda dei casi e delle evenienze. per cui la storiella degli effetti collaterlai è appunto una storiella.
    No no Bruno, non volevo certo disquisire sugli effetti collaterali [;)], il mio era un commento molto più terra terra, in pratica volevo solo dire che i farmaci in genere non fanno benissimo. Poi se serve si prendono, ovviamente.
    48 | franz62 il 09/02/2010 20:40:04
    Io prenderei quello di Bruno che non ricordo mai come si chiama...per il resto spero di non ammalarmi.[:D]
    49 | steb il 09/02/2010 22:22:31
    eugenio ha scritto:
    steb... non riesco proprio a collegare il concetto di tecnologia immobile con il fatto che gli sci rimangono ancorati ai piedi. ... ma resto dell'idea che la tecnologia migliore è quella del cacciavite che interviene sulla taratura dello sgancio... e qui ognuno fa i conti con le proprie caratteristiche fisiche e mentali.
    "Se non ci sarà un evoluzione degli attacchi,anche nell'approccio al loro utilizzo,ci saranno sempre più incidenti." Questa prima frase con cui ho iniziato la discussione ti dà in gran parte ragione...e non a caso ho poi parlato di regolamenti: solo qui le nostre opinioni divergono sostanzialmente.
    50 | magimail il 10/02/2010 13:07:11
    Si Franz, ero intervenuto solo per parlare di tipi di attacco. Sono del tuo stesso avviso, anche se si fosse sganciato, si sarebbe fatta male lo stesso. Lei ha proprio sbagliato traiettoria, si vede benissimo, l'errore comincia sessanta metri prima, cerca di star dentro con la disperazione, ma indietro com'è, toglie direzionalita' alle punte. E l'ha detto anche Nadia, che aveva addirittura sangue sulle gambe, dalla botta. Resto del mio parere: l'attacco sicuro,oltre certe velocita' o torsioni, non lo faranno mai! O almeno, io non faro' a tempo a sciarci.... Anche se hai l'airbag, e vai addosso a un platano a 100 all'ora.....Kaputt!
    51 | hasan il 12/02/2010 11:17:19
    Ritornando strettamente a topic, Nadia é tornata a casa: http://www.giornaledibrescia.it/Contenuti/484484.html?idnews=15193



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