Ottava vittoria in Canada, dieci anni dopo il suo primo successo nell'Alberta. A Lake Louise Aksel Lund Svindal ha monopolizzato il podio e, dopo la discesa, il colosso di trentadue anni ha completato i conti con il supergigante ritornando prepotentemente sul tappeto rosso del Circo Bianco dopo la ferita al tendine d'Achille sinistro! I Norvegesi sono come i treni: ce ne è sempre uno pronto per sostituire l'altro!
Kjetil Jansrud lo scorso anno aveva fatto la stessa cosa imponendosi nelle due gare, questa volta accanto ai due si è fatto spazio il giovane Aleksander Aamodt Kilde, decimo. Tre norvegesi alla partenza, tutti nei primi dieci della classifica! Pazzesco per questa mini squadra che da vent'anni troneggia in Coppa! "Il nostro vantaggio risiede proprio nella dimensione dei numeri" dice in proposito Kjetil Andre Aamodt, quattro titoli olimpici in supergigante tra il 1992 ed il 2006 - "Io avevo Lasse Kjus. Noi ci sfidavamo, ci battevamo, ci misuravamo gli uni con gli altri. Fra Aksel e Kjetil oggi accade più o meno la stessa cosa."
Svindal apprezza molto questo paragone e sottolinea la reattività della piccola impresa casalinga. "Siamo un piccolo battello che si batte contro equipaggi fortissimi. Quando abbiamo un allenamento dobbiamo ottimizzarlo al massimo perchè non abbiamo i mezzi finanziari per andare altrove. Questa esigenza rende ognuno di noi più responsabile, più coinvolto e ci stimola a lavorare sempre più duramente! Ci alleniamo tanto. Certo, ognuno di noi vuole vincere ma prima di essere avversari siamo grandi amici. Siamo costretti ad esserlo perchè non possiamo permetterci di non lavorare assieme, di stare gli uni vicini all'altro, di lasciare qualcuno ai margini del gruppo." Già...!
Gli anziani "guidano" i giovani e le generazioni si tramandano esperienze e sfide. Havard Tjorhom, il Capo Allenatore negli ultimi cinque anni, ha lasciato l'incarico nella passata primavera, senza sussulti. Dice Svindal: "Ho imparato la concentrazione e l'ottimizzazione dei gesti tecnici da Aamodt..." oggi Jansrud, Kristoffersen e Kilde si dissetano alla sorgente di re Aksel.
"Jansrud era un talento più naturale ma penso che abbia imparato molto il valore e l'importanza del lavoro stando accanto ad Aksel" dice ancora Aamodt ed aggiunge: "Il nostro sci è come una famiglia ed ogni conoscenza specifica è trasmessa attraverso la Federazione ed il Comitato Olimpico. Questo ci consente di fecondare la cultura della vittoria e di alimentarla con grande naturalezza! Da noi lo sport viene concepito così, veicolando ai nostri ragazzi i valori etici del lavoro." Continua Kjetil Andre Aamodt: "La Norvegia è un Paese dove si praticano tanti sport, penso che questa sia anche una ragione dei nostri successi." In Supergigante la serie dei successi è imponente: i Norvegesi hanno vinto le ultime quattro Coppe del Mondo e gli ultimi quattro titoli olimpici della specialità!
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Tutt i commenti disponibili:
1 | GRINGO il 03/12/2015 17:42:08
E´ quello che dovrebbe succedere in tutte le nazioni ma in casa nostra non lo so se queste cose siano mai accadute, forse ai tempi della valanga. Con Tomba sicuramente no, anzi probabilmente per la squadra e´ stato piu´ negativo che positivo ma qui bisognerebbe aprire una discussione che non finirebbe piu´. Speriamo che queste ragazze del gigante raggiungano grandi obbiettivi e inizino un ciclo che duri il piu´ a lungo possibile.
2 | lbrtg il 03/12/2015 19:07:37
Bah.... Sinceramente Carlo, io penso che,un atleta mediocre, per quanto possa impegnarsi e confrontarsi con un fuoriclasse, più di tanto non possa dare. Chi invece ha il cosiddetto "dono", possiede quel qualcosa in più che farà sempre la differenza.
3 | GhiaccioVerde il 03/12/2015 19:38:04
Si impara molto per imitazione e il fatto di avere un "maestro di sci"-"compagno di classe" come Svindal è un colpo di fortuna notevole, poi bisogna saper sfruttare le condizioni e far uscire i propri "doni" e certo questi lo stanno facendo!