La Coppa del Gobbo - XVI - Le frecce del Blardo
"Per la verità quella di Crans è stata la quinta freccia, il primo lancio era avvenuto in Val d'Isère, in occasione del terzo posto ottenuto l'anno scorso, ma forse un po' in sordina ...questa volta invece c'è stata una bella continuità e la gente se ne è accorta!" Il dopo Crans, per Max Blardone, è un susseguirsi di frenetici intrecci tra telefonate, contatti iperelettronici, scampanellii al citofono di casa...un trambusto incredibile che agita ancor più il grembo della dolce Simona..."Oggi il bimbo è scatenato, non ha fatto che scalciare e muoversi, piedini e manine spuntavano dappertutto...spero che non ce le faccia pagare con altrettante notti insonni! In effetti ieri la tensione è stata altissima per tutti e quando il suo papino è sceso nella seconda manche confesso di aver un po' esagerato anch'io, ma è stato tutto così bello!" Max accarezza il pancione della sua amata Simona, si perde nei suoi occhi ed i pensieri diventano sogni, progetti, disegni delicati..."Non so se sia stata la mia vittoria più bella, ogni successo ha un sapore ed una motivazione particolare, però sapevo che avrei potuto fare una bella gara a Crans, è da un po' di tempo che mi sento capace di vivere con grande equilibrio anche le situazioni che una volta mi tormentavano un po' troppo, e non chiedetemi come tutto ciò sia accaduto e come sia iniziato perchè, sinceramente, non lo so!" Il guerriero Blardone, il lottatore generoso e mai domo, quello capace di spezzare un bastoncino per il disappunto e di urlare parolacce dentro alle telecamere è uscito dalla Coppa del Mondo alla fine della scorsa stagione. Certo, non lo dimenticheremo, anche perchè Blardù ci ha fatto vivere momenti di altissima tensione agonistica, quello "nuovo" è diverso e soprattutto scia in modo diverso...e come scia! "Per noi non è mai cambiato, è sempre il solito e gli siamo vicini oggi come in passato." E' vero, il suo Fan Club non lo ha mai abbandonato ed il Presidente Fabrizio Del Piero ne è giustamente orgoglioso! Anche l'arrivo di Valter Ronconi è stato importante, uno skiman di rara esperienza e sensibilità con il quale si è instaurato subito un feeling ed una sintonia fantastica. Non è stato facile iniziare la stagione con pettorali alti e tra gli obiettivi che Blardone si era posto c'era la riconquista del primo sottogruppo. "A Soelden mi ero piaciuto nei tratti tecnici, a Beaver Creek, nel primo gigante, avevo avuto già le prime risposte tecniche al nuovo lavoro che era stato programmato...perchè nella seconda parte della seconda manche ero stato in grado di fare il terzo tempo staccando di 13 centesimi Hirscher e 57 centesimi Ligety. Quindi la strada intrapresa era quella giusta..." D'accordo Max, ma da quei segmenti alle due vittorie, ai quattro podi consecutivi, al terzo posto nella classifica di specialità...ci sarà pure un nesso tecnico logico? La straordinaria serenità sentimentale, una nuova e più stimolante autostima, il gusto di una sfida tutta tua, dove il rimettersi in gioco significa scomporre una immagine agonistica e ricomporne una diversa, con il rischio di non ritrovare più l'originale...? "Un giorno, quando con Simona sfoglieremo l'album dei ricordi assieme a nostro figlio, magari capiremo quali siano state le ragioni di questo cambiamento, ma è tutto così naturale, così semplice, eppure è accaduto tutto in tempi così brevi!
A volte una piccola cosa può aiutarti a farti cambiare molto, ma quando nella tua esistenza entra "il miracolo della vita" può accadere di tutto, anche che un ragazzo come Max Blardone, improvvisamente, si metta a scagliare frecce verso l'orizzonte...
Ho apprezzato molto il gesto di Hirscher, a fine gara, un riconoscimento al valore dell'impresa del suo avversario, un complimento leale e di grande fair play che fa onore al giovane campione austriaco e fa un gran bene allo sport.
(martedì 28 febbraio 2012)
A volte una piccola cosa può aiutarti a farti cambiare molto, ma quando nella tua esistenza entra "il miracolo della vita" può accadere di tutto, anche che un ragazzo come Max Blardone, improvvisamente, si metta a scagliare frecce verso l'orizzonte...
Ho apprezzato molto il gesto di Hirscher, a fine gara, un riconoscimento al valore dell'impresa del suo avversario, un complimento leale e di grande fair play che fa onore al giovane campione austriaco e fa un gran bene allo sport.
(martedì 28 febbraio 2012)