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In FISI non servono i marziani, ma buona volontà

Fantaski News
commenti 10 Commenti icona rss
di Claudio Baldessari
La pratica sportiva sulla neve è cosa tra le più appassionanti fra quelle che soddisfano l'uomo e lo legano meglio alla vita. La realtà associativa gli permette invece di trovare amici e comunicare quasi senza limiti. Una bella giornata in montagna sulla neve con gli sci e in buona compagnia inizia di primo mattino, quando i sogni si dissolvono per aprire la mente sulla realtà delle cose in un momento magico di grande fascino. Che ci regala una felicità di certo non dovuta al casuale incontro di condizioni favorevoli, ma alla realtà di un ambiente decisamente particolare in un momento che ci colloca in scenari, situazioni e dimensioni di vita che riescono a superare pure i limitati orizzonti della nostra vista; per portarci in una dimensione nuova dov'è possibile provare sensazioni di libertà, soddisfazione e felicità difficili anche da immaginare.

La montagna invernale crea un vero rapporto dell’uomo con la natura e gli appassionati sentono di essere a proprio agio ed in perfetta sincronia e sintonia con quello stupendo e affascinante universo. Gli sciatori vivono intimamente il contatto intenso con la neve e la sua realtà. Dove si sono incontrate una particolare bellezza del cosmo con la lungimiranza, la fantasia e l’intelligenza creativa dell'uomo. Sono cose che sorprendono non poco e fanno provare stupore e felicità per avere l'opportunità di poterle apprezzare e gustare.

A tutto questo si è arrivati dopo che, all'inizio del secolo scorso, pure nel nostro Paese qualcuno aveva intuito quali potessero essere le prospettive per la nostra montagna invernale. Stupenda e bellissima ma popolata soprattutto da famiglie che in maggioranza facevano decisamente fatica a vivere la particolare realtà di giornate che offrivano panorami bellissimi ma scenari economici complessivi decisamente difficili e con pochissime prospettive. In un contesto dove ogni momento di bellezza e di fascino aveva un prezzo troppo caro per gli abitanti del tempo. Tutto era sempre "avvolto da un velo di mestizia, che non è velo ma il volto stesso della Bellezza", come ha scritto Benedetto Croce in una sua famosa poesia.

Di certo il bello, soprattutto quello della natura in montagna, è manifestazione spontanea della stessa natura che, senza l’impegno dell’uomo, sarebbe rimasto unicamente cosa da ammirare e basta. Ma Platone ha ricordato che "il bello è lo splendore del Vero"; e l’uomo ha il dovere di cercare, scoprire e rivelare tutto ciò che è Vero. Cosa fatta dai primi avventurosi che, pure in Italia, hanno "gettato" le basi sulle quali è poi stato possibile costruire la magnifica realtà attuale della montagna. Non solo da ammirare, ma da vivere e praticare con soddisfazione e con grandi benefici in termini di benessere, salute e prosperità. In una realtà sostenuta dai non pochi interessi economici degli orizzonti "sport e turismo invernali".

Da qualche anno nella realtà dell’universo istituzionale della neve, nonostante una norma olimpica che prevede alla guida dello sport uomini "senza colpe o conti in sospeso", sono purtroppo arrivati pure uomini discutibili, incapaci di capire e governare la realtà che proprio l’Istituzione FISI aveva iniziato a proporre, per poi impegnarsi a tutto campo nel realizzala e sostenerla nel modo migliore possibile. E offrire pure orizzonti impensabili a non pochi interessi economici, ampliando poi, negli anni, le prospettive che hanno salvato la nostra montagna, dove molte famiglie erano state, in passato, costrette ad emigrare per tentare di offrire un futuro migliore ai loro figli.

(continua qui)

(giovedì 21 luglio 2011)

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    Tutt i commenti disponibili:
    1 | Admin il 21/07/2011 14:00:28
    (continuazione) Oggi che l'universo montagna invernale è diventato decisamente adulto, soprattutto nella realtà istituzionale, si sono inseriti anche personaggi senza alcun carisma; approdati in questa realtà per l'incapacità di altri che non hanno saputo modificare e adeguare in tempo norme statutarie decisamente superate e non conformi ad orizzonti democratici, dove la collettività deve sempre essere sovrana. Soggetti sbagliati, convinti di essere dotati di onnipotenza e impunità, che si sono comportati come se dei loro errori nutrissero sé stessi per alimentare la loro personale miseria e la loro infelicità. Inconsistente la positività nei loro pensieri e la capacità di giudicare; pronti però ad assoldare servitori compiacenti che li aiutassero a spostare su altre vittime il loro smisurato desiderio di potere. Personaggi che hanno esercitano la prepotenza pensando, quasi puerilmente, di potersi porre comunque al centro dell'attenzione. Così la collettività sfiduciata, avvilita, schiavizzata e impossibilitata a ribellarsi si è ritirata; offesa di essere stata dimenticata o pochissimo considerata. Chi doveva avere voce in capitolo, perché al di sopra delle parti, non ha probabilmente capito, visto o voluto considerare subito che i diritti della collettività non sono un bene privato di pochi ma una realtà collettiva da difendere e mantenere al riparo da ogni aggressione possibile. Per questo ai vari vertici istituzionali sono arrivati troppi uomini sbagliati. Personaggi di scarso prestigio, abituati a pensare di poter esprimere solo attraverso il "comando" il loro potere. E quando non sono riusciti a disporne come volevano si sono imposti con interventi dittatoriali; inadatti a capire che una corretta azione di guida si realizza soprattutto con capacità personali non per imposizioni d'ufficio. Le persone da scegliere per i posti di comando e di responsabilità debbono essere oneste e possedere quell'intelligenza che è soprattutto valore morale. E debbono soprattutto considerare che l'intelligenza serve sì per cercare le soluzioni dei tanti, troppi problemi che accompagnano ogni realtà, ma che da sola non ce la farà mai. Perché ci sarà sempre bisogno di qualcuno capace pure di rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare per il bene della collettività. Qualcuno invece è stato addirittura il male arrivato ai vertici federali, altri pericolose metastasi insinuatesi nella realtà istituzionale. Per fortuna, anche se con un po' di ritardo, pare sia arrivato il momento del buon senso che "stava probabilmente nascosto (giusto citare il Manzoni) per paura del senso comune". Meglio tardi che mai, hanno detto quelli che sono stati "fregati", perché non avevano capito che la voglia di comandare e la cocciutaggine con la quale gli ambiziosi affrontano le assemblee ed i problemi possono essere aperte sia ad orizzonti positivi che negativi. Purtroppo, nel nostro caso è stato difficile arrivare presto ad una soluzione. Si era partiti con il piede sbagliato fin dall'inizio. Non poche sono, purtroppo, le persone che frequentano gli orizzonti del potere per il gusto di avere in mano lo scettro del comando e così imporre la loro volontà e le loro scelte, anche quando sono palesemente sbagliate.<br><br> Ora pare sia arrivato il tempo, diciamo di una possibile "ricostruzione", ricordando e prendendo ad immagine il "passato". Anche se i ricordi invecchiano e col tempo acquistano una "prospettiva come se fossero visti in fondo ad una fila di novantanove porte spalancate". Però qualcuno ha la vista buona e potrebbe dare una mano ed un aiuto importante. Soprattutto per ripartire iniziando da una decisa modifica dello Statuto, con il diritto di voto a tutti i tesserati oltre i 18 (?) anni d'età; con voto espresso per posta oppure in forma telematica certificata. Senza "grandi elettori", "deleghe" e altre cavolate che hanno favorito il voto per "Tribù" o " Clan", quasi sempre organizzati e controllati secondo interessi e aspirazioni di pochi. Purtroppo il mondo, la cui maggioranza è di certo composta da persone perbene, ospita pure soggetti discutibili, ambiziosi, pronti a qualsiasi compromesso e disponibili ai cosiddetti "traffici privati" o "parapolitici". Per questo si spera e ci si augura che le persone preposte al commissariamento della FISI riescano a fare quanto è doveroso e necessario. A partire da una riforma dello Statuto che consenta ai tesserati di scegliere chi li deve rappresentare in Consiglio Federale. Contemporaneamente rendere possibile un dialogo costruttivo e sereno con le realtà che rappresentano gli interessi economici nei vasti orizzonti della montagna invernale. Realtà che sarebbe opportuno, corretto e decisamente interessante avessero, magari attraverso loro rappresentanti appositamente nominati, occasioni d'incontro con il Consiglio Federale FISI per discutere i non pochi problemi che interessano, nell'universo turismo e sport invernali, le singole realtà. Qualcuno potrà dire che per giungere a tanto ci vorrebbe un miracolo. Ma i miracoli qualche volta avvengono, anche se i pessimisti non riescono nemmeno a immaginarlo. Ancora, in natura esiste pure la rigenerazione organica e la possibilità di autorigenerazione. Perché la FISI non può rinascere e avviarsi a nuova vita? Ci si augura che Il dottor Franco Carraro e l'avvocato Cristina Rossello, commissario e vice commissario straordinari FISI nominati dalla Giunta CONI, riescano a portare nuovamente la FISI in condizioni di rimettersi in pista, per tagliare nuovi ed importanti traguardi. E ridare anima, qualità e carattere alle emozioni di tutti gli sciatori e di quanti amano, frequentano ed apprezzano la montagna invernale.
    2 | Admin il 21/07/2011 14:03:07
    Chi è CLaudio Baldessari? CLAUDIO BALDESSARI. Trentino di nascita, milanese d’adozione. Ufficiale degli alpini, ha lasciato il servizio effettivo, per dimissioni, negli anni Sessanta. Ha costituito e comandato per più di cinque anni il primo reparto alpini paracadutisti della storia, compiendo numerosi lanci in alta montagna. Da Capitano ha comandato una compagnia del Battaglione Bassano, del 6° Reggimento Alpini. È istruttore di sci e di alpinismo della Scuola Militare Alpina di Aosta e Accademico Militare di Alpinismo. Con Cesare Maestri ,amico d’infanzia, ha effettuato numerose “prime” di estrema difficoltà, su alcune delle più note pareti delle Alpi. Famosa quella alla Roda di Vael, sul Catinaccio; alla strapiombante “Parete Rossa” sono rimasti aggrappati per 8 giorni consecutivi, bivaccando per 7 notti sulle staffe. Sempre con Maestri, famoso “Ragno delle Dolomiti”, ha partecipato, nel 1970, alla conquista del “Cerro Torre” nelle Ande patagoniche. Vive da molti anni a Milano, dove lavora, con la moglie Maria Teresa; la figlia Cristina (il marito è ingegnere elettronico) risiede attualmente in Cina a Shenzhen. Quando può scappa a Cavalese, in Valle di Fiemme, dove ha una casa di montagna. È iscritto all’Ordine dei Giornalisti e scrive da anni per alcune testate sportive. Ha collaborato con Topolino, il noto settimanale per ragazzi, ed è stato uno tra i primi redattori della rivista “Sciare”. Per anni direttore tecnico dello Sci Club Topolino ha affiancato il presidente Rolly Marchi. Stesso incarico ha ricoperto allo Sci Club Grazia, a fianco del presidente Achille Compagnoni conquistatore del K2. Dal 1969 al 1972 presidente di “Europa Sport”, agenzia italiana di stampa sportiva collegata con Sport Informazioni di Zurigo e Sport Information Dienst di Dusseldorf. Dal 1974 al 1994 titolare della “Publicom”, studio di relazioni pubbliche e comunicazione. Negli anni Ottanta, in qualità di amministratore delegato della Tecnospazio - società di spazi per la comunicazione - ha ideato, brevettato e lanciato innovative strutture per la pubblicità esterna nelle aree metropolitane. Specializzato in programmi sportivi e manifestazioni promozionali è stato consulente della Coca-Cola Export Corporation Italia, per la quale ha seguito venticinque anni di Campionato Italiano Aspiranti di sci alpino e fondo, “Gran Premio Saette Coca-Cola”, che la stessa industria ha sponsorizzato e organizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Sport Invernali e lo Sci Club Topolino. Analogamente ha seguito per anni il “Gran Premio Minibasket”, organizzato in collaborazione con Coca-Cola, Federazione Italiana Pallacanestro e il settimanale Topolino. Socio fondatore della “Federazione Relazioni Pubbliche Italiana” - prima realtà italiana ad occuparsi professionalmente delle scienze della comunicazione per proporre e sviluppare progetti di ricerca - ha ricoperto incarichi di consigliere nazionale, tesoriere e presidente del collegio sindacale. Esperto in problemi di comunicazione, soprattutto per eventi di interesse sociale e di presenza collettiva per supportare formazione e sviluppo corretto della cultura sportiva, ha ideato e organizzato interessanti manifestazioni, dedicando particolare attenzione al mondo della neve. Ha organizzato per tre anni il Parallelo di Natale sulla “Montagnetta” di San Siro e alcune manifestazioni con l’allestimento di una pista da sci in Plastica al Foro Italico di Roma. Al Foro Italico ha organizzato anche la mostra “Quarantacinque pittori illustrano lo sport” e ha collaborato per più anni alla manifestazione “100 Giorni di Sport” voluta dal Coni, con l’allestimento di una palestra artificiale di arrampicata sportiva e una vasca per i primi approcci con lo sci nautico. Dal 1980 al 2005 è stato responsabile RP, stampa e comunicazione della Fisi; dal 1990 al 2007 anche direttore responsabile del magazine “Sport Invernali” della Federazione. Nel 1993, ancora in attività come paracadutista, è stato tra i fondatori della prima società italiana di paraski affiliata alla Fisi, il “Paraski Club Italia” di cui è stato presidente. Una società per la promozione della pratica agonistica di sci (slalom gigante) e paracadutismo di precisione. Nel 2000 è stato insignito del premio di Cortina d’Ampezzo “Protagonisti della montagna”, per meriti alpinistici, paracadutistici e giornalistici. Per ritiralo è arrivato a Cortina lanciandosi con il paracadute, “saltando” da un elicottero con alcuni amici a quota 3500 nel cielo sopra le Tofane e il Cristallo, per atterrare poi nel prato retrostante l’hotel Venezia. Tre anni fa ha dato alle stampe “… Quasi un secolo di storia …” quella degli sport invernali in Italia dalle origini ad oggi. Quanto prima darà alle stampe la storia dei “Giochi Olimpici Invernali”, sia delle discipline della neve che del ghiaccio. E’ socio onorario del DSI, Associazione dei Direttori Stazioni Invernali del nostro Paese.
    3 | Enrico il 21/07/2011 14:58:47
    Bel pezzo! Un tantinello verboso, ma condivisibile appieno nella sostanza.
    4 | truddo il 21/07/2011 15:05:04
    è nello stile del buon Baldessari...
    5 | leo85 il 21/07/2011 15:13:29
    Quindi un nuovo acquisto? Scriverà per noi, vero? Beh, direi un ottimo affare direi[:D] Anche per noi giovani un importante aiuto per capire maggiornamente le dinamiche più noscoste e complicate in Fisi[;)] Buon lavoro[;)]
    6 | Enrico il 21/07/2011 16:17:05
    dal sito di RACE notiziola fresca fresca di cui non sentivamo alcun bisogno, ma che data la calure estiva potrà fra nascere qualche nuovo moto di ilarità. Della serie a questo bisognerà mettergli un bavaglio perché non si rassegna nemmeno di fronte all'ineluttabile[;)] MORZENTI TORNA A PARLARE DI RAVETTO - L'ex presidente della Fisi manda una lettera aperta ai media L'ex presidente della Fisi ha voluto tornare sulla questione Ravetto con questa lettera aperta inviata ai media che pubblichiamo integralmente. La mia informata versione su Claudio Ravetto Nel commentare la decisione del Coni di commissariare la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), in diversi articoli apparsi sui mezzi di informazione, oltre agli aspetti giuridici legati alla sentenza dell’Alta Corte di Giustizia sportiva, si è fatto riferimento ai rapporti tra il sottoscritto e Claudio Ravetto, riconducendoli ad una sorta di ingenerosa invidia da parte del Presidente nei confronti del Direttore Agonistico vincente. Questa versione dei fatti non solo appare del tutto infondata e fuorviante, ma rischia anche di impedire agli appassionati di sport invernali di sapere come stiano le cose veramente. Per questa ragione dunque, con la speranza di contribuire a fare chiarezza su un punto che ha avuto un peso determinante sulle ultime vicende della FISI, vorrei fornire una lettura perlomeno “informata” di quella che, a questo punto, può davvero essere definita la “querelle Ravetto”. Si usa spesso dire nel mondo dello sport che le vittorie sono di tutti, mentre le sconfitte sarebbero in qualche modo di uno solo. Curiosamente tuttavia, in situazioni in cui Ravetto e il sottoscritto mantenevano i medesimi ruoli, non è questa la misura con cui alcuni commentatori sportivi hanno giudicato alcune gare internazionali a cui gli atleti della FISI hanno partecipato: mentre infatti in merito alle Olimpiadi Vancouver, nonostante la straordinaria prestazione di Razzoli, fu lamentato per lo sci alpino un deludente risultato destinato a coinvolgere in un’aperta critica anche il sottoscritto, ai Mondiali di Garmisch i buoni risultati vennero attribuiti al Direttore Agonistico con una tale enfasi ed esclusività da veder messo in ombra non solo il ruolo del Presidente, ma addirittura il merito degli atleti. Il merito delle vittorie, prima ancora che al Presidente e al Direttore Agonistico, va attribuito in primo luogo gli atleti e, immediatamente a seguire, a coloro che li supportano quotidianamente sul piano atletico, tecnico e psicologico. Al riguardo infatti non si può non ricordare come a Garmish tre medaglie sono state conquistate dall’Italia grazie a un solo atleta, Christoph Innerhofer, allenato da Gianluca Rulfi per la velocità, da Jacques Theolier per lo slalom, oltre che supportato da Massimo Carca. Il resto dell’organizzazione, Ravetto e me compresi, come si diceva dell’intendenza napoleonica, “seguiva” anche nel merito, avendo la funzione di creare le condizioni necessarie per giungere alla vittoria, senza tuttavia essere in grado di influire concretamente sulle ragioni decisive di essa. Certo rivendico di aver operato con la necessaria decisione per creare queste condizioni. La FISI, al momento in cui divenni Presidente, non risultava nemmeno in grado di assicurare le condizioni necessarie a far sì che gli atleti ed i loro allenatori fossero in grado di lavorare in modo ottimale. Gli allenatori ricevevano lo stipendio con 6/8 mesi di ritardo e dovevano anticipare le spese. Solo grazie a una riorganizzazione delle le responsabilità, avviata sulla base di risorse certe, hanno consentito, in un colpo solo, di mettere tutto il necessario a regime. E solo grazie a risorse certe, grazie al business plan presentato ed approvato dal Coni , è stato possibile avviare nella scorsa stagione la collaborazione con il Policlinico di Monza per eseguire i test necessari ad impostare correttamente la preparazione atletica. Curiosamente, mentre il Consiglio Federale era impegnato in questa delicata operazione di rilancio della FISI ,il Direttore Agonistico Ravetto concionava ai quattro venti sull’inadeguatezza dei materiali e sulle scelte che la Federazione avrebbe dovuto fare, andando ben al di là delle strette competenze che legittimamente gli spettavano, ma soprattutto rendendo in questo modo ulteriormente problematica la ricerca di nuovi sponsor. Trascurando questi atteggiamenti tuttavia, proprio per valorizzare al meglio le sue competenze tecniche, con una decisione presa all'unanimità dal Consiglio Federale e dalla Segreteria Generale (con il giudizio di consiglieri che sono dei validi e competenti tecnici) fu proposto a Ravetto di occuparsi della squadra di sci maschile, la cui criticità è tale da far registrare l’assenza totale di medaglie da anni in gigante, oltre che della squadra B e giovani di slalom. A questa proposta tuttavia Ravetto rispose negativamente, preferendo presentarsi come vittima di lesa maestà e di oscure trame presidenziali, che mai ci sono state nonostante i suoi comportamenti spesso per nulla corretti. Di quanto affermato mi assumo tutte le responsabilità e sono pronto, in qualunque momento ed in qualsiasi luogo, a confrontami pubblicamente, entrando anche concretamente nel merito di questo e di eventuali altri aspetti . Milano, 20 Luglio 2011 Giovanni Morzenti
    7 | truddo il 21/07/2011 16:34:10
    ma basta... a casa... aspettando la sentenza di torino...
    8 | didibi il 21/07/2011 17:58:47
    bisogna dire che un estate così piena di notizie di sci non me la ricordo da molto tempo
    9 | brunodalla il 21/07/2011 18:19:11
    l'articolo di Baldessari, in verità un pochino prolisso, è condivisibile, se ci si pensa bene è la stessa cosa che succede nel resto della società italiana, a partire dalle istituzioni più alte. vedremo che succederà in futuro, la soluzione che si prospetta nel pezzo è quella che già da più parti è stata detta, cioè la modifica dello statuto per una diversa modalità, ed etica, delle elezioni, oltre al necessario spirito di sacrificio. proprio per non fare arrivare più ai vertici quei pessimi personaggi, di cui si parla nel pezzo, di cui è degno rappresentante l'autore della lettera aperta pubblicata da Race. un personaggio condannato per dei reati, che è stato rieletto con maghegghi ed irregolarità nelle votazioni, che è stato commissariato, che ha dichiarato che non si ripresenterà alle elezioni, che bisogno ha di sputare veleno a destra e a manca? pensando poi che la gente è così stupida da continuare ancora a credere al personaggio? ma basta!! che pensi alla difesa nel suo processo...
    10 | leo85 il 21/07/2011 18:37:36
    brunodalla ha scritto:
    l'articolo di Baldessari, in verità un pochino prolisso, è condivisibile, se ci si pensa bene è la stessa cosa che succede nel resto della società italiana, a partire dalle istituzioni più alte. vedremo che succederà in futuro, la soluzione che si prospetta nel pezzo è quella che già da più parti è stata detta, cioè la modifica dello statuto per una diversa modalità, ed etica, delle elezioni, oltre al necessario spirito di sacrificio. proprio per non fare arrivare più ai vertici quei pessimi personaggi, di cui si parla nel pezzo, di cui è degno rappresentante l'autore della lettera aperta pubblicata da Race. un personaggio condannato per dei reati, che è stato rieletto con maghegghi ed irregolarità nelle votazioni, che è stato commissariato, che ha dichiarato che non si ripresenterà alle elezioni, che bisogno ha di sputare veleno a destra e a manca? pensando poi che la gente è così stupida da continuare ancora a credere al personaggio? ma basta!! che pensi alla difesa nel suo processo...
    concordo perfettamente....ma purtroppo Bruno non tutti sono onesti e corretti come noi pensiamo...[;)]



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