Chi vince? A casa
Ormai siamo nel cuore del carnevale, le maschere coinvolgono e avvolgono i centri di quasi tutta Italia, feste e risa sono all'ordine del giorno. Perchè in fondo si sa, "A carnevale ogni scherzo vale!", no?
Ma è brutto sapere, è brutto essere consci che questo non è uno scherzo, anzi. Purtroppo è la cruda realtà: ormai Ravetto può essere considerato l'ex direttore tecnico che ha condotto e accompagnato l'Italsci al trionfo di Garmisch. Un trionfo, va sottolineato, raccolto grazie alle gambe e alla prontezza dei vari medagliati, ma consentito dal lavoro fatto di abnegazione e spirito di sacrificio da parte di tecnici, skiman, preparatori, medici. E del direttore tecnico. Gli stessi che in questi giorni, al rientro dalle rispettive sedi di gara e allenamento troveranno ad accoglierli la lettera di licenziamento da parte della Fisi che ha rescisso tutti i contratti (assolutamente non milionari) in attesa di ridiscuterli una volta che sarà deciso il piano economico, il budget finanziario federale. E così mentre in Via Piranesi si cercano i mezzi (in senso fisico, intese le vetture) per coprire l'attività delle prossime stagioni, si pensa bene di perdere il vero valore di questa federazione, un capitale umano fatto di professionalità e passione che da solo può garantire il futuro. L'atleta passa, il tecnico resta: è questa una delle massime-guida che indica la strada a chi vuole impiantare un progetto a lunga distanza. Perchè il tecnico è fondamentale per impostare una scuola, per garantire un futuro. Ed invece in Via Piranesi i primi ad essere "licenziati" sono proprio i tecnici. Lo vuole la legge, si dice per giustificare. Eppure qualcuno ha già avuto la conferma. Non scritta, per carità: ma oggi come oggi, per questi precari dello sci, anche una conferma orale sarebbe preziosa.
Conferme orali? Sì, proprio così. Nel contesto della festa finale di Oslo, nell'ultima serata a Chalet Italia prima del passaggio di testimone a Fiemme 2013, il presidente Morzenti si è chiaramente lanciato nel silurare di fatto Ravetto e nel confermare apertamente il direttore tecnico Ivo Pertile, meritevole nel salto e capace di portare una medaglia preziosissima con una squadra giovane e di prospettiva e con budget quasi nullo, quanto il direttore agonistico del fondo Silvio Fauner, nonostante un mondiale avaro di soddisfazioni, fatto di critiche, di errori, di delusioni e di grandi lotte intestine all'interno del gruppo azzurro. Per di più alla luce del nulla (o quasi) che sarà il domani: Follis ha alzato bandiera bianca, Longa quasi, Genuin non ne vuole più sapere di questi tecnici, Piller e Di Centa ormai non reggono il confronto con i big (e con il decennio e più di differenza), Zorzi è avviato alla meritata pensione sportiva, Checchi non è mai esploso. Il futuro? Di un buon Clara, di una generosa Rupil in attesa che i ventenni Vuerich e soprattutto Pellegrino crescano davvero. Insomma, ci sono 10 anni di vuoto tra i grandi di ieri e le promesse di domani: possibile? Forse qualche manchevolezza in fase di programmazione, negli anni c'è stata.
Esattamente il contrario di quanto avviene nello sci alpino, dove dopo alcuni anni difficili ora si è al cospetto di una squadra giovane e con ricambi in grado di garantire un futuro di alto livello su ogni terreno, in ogni disciplina. Insomma, lo sci alpino guarda a Schladming 2013 con la possibilità di migliorare il bilancio record di Garmisch; il fondo torna da Oslo con la consapevolezza che a Fiemme 2013 sarà già un'impresa migliorare lo storico zero di Fiemme 2003. E a casa chi va? Ovvio, Claudio Ravetto. Il più medagliato. Domani pare sia previsto un incontro tra il biellese e Morzenti: l'atto finale di questa comica, prima che inizi davvero la quaresima?
(lunedì 7 marzo 2011)
Ma è brutto sapere, è brutto essere consci che questo non è uno scherzo, anzi. Purtroppo è la cruda realtà: ormai Ravetto può essere considerato l'ex direttore tecnico che ha condotto e accompagnato l'Italsci al trionfo di Garmisch. Un trionfo, va sottolineato, raccolto grazie alle gambe e alla prontezza dei vari medagliati, ma consentito dal lavoro fatto di abnegazione e spirito di sacrificio da parte di tecnici, skiman, preparatori, medici. E del direttore tecnico. Gli stessi che in questi giorni, al rientro dalle rispettive sedi di gara e allenamento troveranno ad accoglierli la lettera di licenziamento da parte della Fisi che ha rescisso tutti i contratti (assolutamente non milionari) in attesa di ridiscuterli una volta che sarà deciso il piano economico, il budget finanziario federale. E così mentre in Via Piranesi si cercano i mezzi (in senso fisico, intese le vetture) per coprire l'attività delle prossime stagioni, si pensa bene di perdere il vero valore di questa federazione, un capitale umano fatto di professionalità e passione che da solo può garantire il futuro. L'atleta passa, il tecnico resta: è questa una delle massime-guida che indica la strada a chi vuole impiantare un progetto a lunga distanza. Perchè il tecnico è fondamentale per impostare una scuola, per garantire un futuro. Ed invece in Via Piranesi i primi ad essere "licenziati" sono proprio i tecnici. Lo vuole la legge, si dice per giustificare. Eppure qualcuno ha già avuto la conferma. Non scritta, per carità: ma oggi come oggi, per questi precari dello sci, anche una conferma orale sarebbe preziosa.
Conferme orali? Sì, proprio così. Nel contesto della festa finale di Oslo, nell'ultima serata a Chalet Italia prima del passaggio di testimone a Fiemme 2013, il presidente Morzenti si è chiaramente lanciato nel silurare di fatto Ravetto e nel confermare apertamente il direttore tecnico Ivo Pertile, meritevole nel salto e capace di portare una medaglia preziosissima con una squadra giovane e di prospettiva e con budget quasi nullo, quanto il direttore agonistico del fondo Silvio Fauner, nonostante un mondiale avaro di soddisfazioni, fatto di critiche, di errori, di delusioni e di grandi lotte intestine all'interno del gruppo azzurro. Per di più alla luce del nulla (o quasi) che sarà il domani: Follis ha alzato bandiera bianca, Longa quasi, Genuin non ne vuole più sapere di questi tecnici, Piller e Di Centa ormai non reggono il confronto con i big (e con il decennio e più di differenza), Zorzi è avviato alla meritata pensione sportiva, Checchi non è mai esploso. Il futuro? Di un buon Clara, di una generosa Rupil in attesa che i ventenni Vuerich e soprattutto Pellegrino crescano davvero. Insomma, ci sono 10 anni di vuoto tra i grandi di ieri e le promesse di domani: possibile? Forse qualche manchevolezza in fase di programmazione, negli anni c'è stata.
Esattamente il contrario di quanto avviene nello sci alpino, dove dopo alcuni anni difficili ora si è al cospetto di una squadra giovane e con ricambi in grado di garantire un futuro di alto livello su ogni terreno, in ogni disciplina. Insomma, lo sci alpino guarda a Schladming 2013 con la possibilità di migliorare il bilancio record di Garmisch; il fondo torna da Oslo con la consapevolezza che a Fiemme 2013 sarà già un'impresa migliorare lo storico zero di Fiemme 2003. E a casa chi va? Ovvio, Claudio Ravetto. Il più medagliato. Domani pare sia previsto un incontro tra il biellese e Morzenti: l'atto finale di questa comica, prima che inizi davvero la quaresima?
(lunedì 7 marzo 2011)