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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Dylandog666 Inviato - 09 set 2009 : 21:33:33
Ciao, ho un grosso dubbio.
Dopo la rottura del tendine d’achille si può riprendere a sciare dopo 7 mesi?

Durante una partita di calcetto ho sentito un fortissimo rumore, udito da tutti i giocatori, mi sono ritrovato per terra senza subire nessun contrasto.
Sono stato operato il 22 maggio ’09. Dopo l’operazione, sono stato immobilizzato con una doccia x 45 giorni, subito dopo ho effettuato 20 sedute di fisioterapia e quasi quotidianamente andavo al mare per nuotare e camminare sulla sabbia.
Dopo 120 giorni di riposo forzato ho ripreso a lavorare. Cammino senza grossi problemi, ho un po’ di difficoltà nei piegamenti.
Nei prossimi giorni andrò in palestra per tonificare i muscoli della gamba, in modo particolare il polpaccio ed il quadricipite diminuiti di diversi centimetri.
Dovrò abbandonare il calcio per almeno 1 anno, ma spero di poter sciare questo inverno,
Nel marzo ’09 sono stato a Ischgl, sarebbe un vero peccato non poterci ritornare. Di solito ogni fine settimana andavo a sciare.

Speriamo bene.

15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Nexus 7 Inviato - 30 gen 2010 : 19:45:42
ma sai, ci sono tanti seguaci delle medicine alternative...

brunodalla Inviato - 30 gen 2010 : 19:08:46
come non quotare nexus e magi....
magimail Inviato - 30 gen 2010 : 17:39:25
Vedi Nexus, i danni che fanno le serie tipo Dr House, Greys'Anatomy ecc ecc???
L'altro giorno ero in farmacia a prendermi il solito doping (Atenololo....Confesso!!), e una arzilla signora di un 70 anni stava chiedendo alla farmacista se fosse sicura che la bollicina che aveva su un labbro fosse proprio Herpes e non - magari- un LUPUS?
Quanti ne avevano mai sentito parlare, prima di House?
Nexus 7 Inviato - 30 gen 2010 : 10:00:28
Arbatros, per pura curiosità, perché non ci dici che lavoro fai, e quali competenze professionali hai, per poter dire certe cose, che come già ti ho fatto notare, sono quantomeno generiche ed imprecise...
insomma, io "ci ho messo la faccia", ho detto che lavoro faccio e quali sono le mie competenze nel settore, come Bruno, perché non ci ricambi la cortesia?

e per favore, non mettermi altri 10 messaggi di catendpeist da gugol, che le ricerche mediche in internet io le faccio su medline se voglio informazioni di base, e sulle banche dati EBSCO o su Cochrane (uno dei migliori siti di EBM, che tu saprai sicuramente cos'è, e se non te lo ricordassi c'è san gugol) quando cerco notizie precise documentate ed approfondite
brunodalla Inviato - 30 gen 2010 : 00:24:39
si, è proprio vero, non ci capiamo proprio.
arbatros Inviato - 30 gen 2010 : 00:02:12
peccato che non ci capiamo.
brunodalla Inviato - 29 gen 2010 : 23:56:16
arbatros ha scritto:

brunodalla ma tutte quelle stelle sono trofei di sci?


si, le mie stellette sono tutti trofei....

adesso però voglio essere io corretto, e anche ufficiale, per così dire.
quello che hai appena fatto è una cosa inutile, oltre che abbastanza stupida. perchè? perchè così hai soltanto ottenuto che nessuno leggerà, perchè troppo lungo. e poi andare su google sono capaci tutti.
ma a fare le ricerche così si commettono anche errori, come hai fatto tu. perchè adesso devi spiegare cosa centra il sarcoma di kaposi (che forse, prima che tu vada su google, non sai neanche che cosa è) con la rottura del tendine. a chi ha aperto la discussione tutto quello che hai postato è di una utilità èpari allo zero. ergo, non sei stato di nessun contributo costruttivo in questa discussione, a chi ha fatto la domanda e al forum.
per cui in futuro evita, o sai di cosa stai parlando, altrimenti lascia che sia l'interessato a farsi la sua ricerca su google
arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 23:02:36
devo dirvi grazie mi avete riportato indietro nel tempo. bei tempi .grazie con un pizzico di nostalgia
arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 22:55:49
brunodalla ma tutte quelle stelle sono trofei di sci?
arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 22:50:40
voglio solo essere corretto
brunodalla Inviato - 29 gen 2010 : 22:48:42
oddio...fermatelo....
arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 22:48:26
LE VARIETA'



Istologia di sarcoma di Kaposi.
I sarcomi si differenziano in base al tessuto da cui hanno origine.
• Tumori del tessuto adiposo
Vengono chiamati lipomi se si tratta di forme benigne. I liposarcomi sono invece sempre maligni e possono trarre origine dovunque nell’organismo ci sia del tessuto adiposo (grasso), anche se la forma più comune si presenta in genere nel retroperitoneo, la parte posteriore della cavità addominale. È più frequente nelle persone tra i 50 e i 65 anni.
• Tumori del tessuto muscolare
Vi sono due diversi tipi di tessuto muscolare nell’organismo umano: i muscoli lisci, che sono per la massima parte disposti in strati sottili nello spessore delle pareti di organi cavi o di canali, come stomaco, intestino, utero e vasi sanguigni (la loro contrazione non è in rapporto con la volontà e viene regolata dal sistema neurovegetativo); i muscoli striati, che sono quelli che compongono la struttura muscolare propriamente detta e che permettono al corpo umano di muoversi (si contraggono sotto l'influenza dei nervi del sistema cerebrospinale e sono sotto il dominio della volontà).
I leiomiomi sono tumori benigni del tessuto muscolare liscio (sono frequenti, per esempio, a livello dell’utero), mentre i leiomiosarcomi sono i relativi tumori maligni. I rabdomiomi sono i tumori benigni del muscolo striato, mentre i rabdomiosarcomi sono l’equivalente maligno. Si formano più spesso a livello delle braccia e delle gambe e sono più frequenti nei bambini che negli adulti.
• Tumori dei nervi periferici
I nervi scorrono all’interno di tutto il corpo umano e possono a loro volta essere sede di formazioni tumorali. Le forme benigne prendono il nome di neurofibromi, schwannomi o neurinomi a seconda del tipo di cellule coinvolte.
Le forme maligne sono gli schwannomi maligni, i neurofibrosarcomi o i sarcomi neurogenici.
Vi sono poi i cosiddetti tumori di Ewing, che contengono diversi tessuti, tra cui anche quelli nervosi. Si tratta di cancri che originano da tessuti embrionali rimasti nell’organismo e sono molto rari nell’età adulta.
• Tumori dei legamenti
I legamenti sono ricoperti da un sottile tessuto chiamato sinovia, che produce il liquido che lubrifica lo scorrimento dei tendini. È da questo tessuto che originano i tumori. Le forme benigne si chiamano tenosinoviti nodulari, mentre quelle maligne prendono il nome di sarcoma sinoviale.
• Tumori dei vasi sanguigni e linfatici
Emangiomi e linfangiomi sono le forme benigne che originano rispettivamente dai vasi sanguigni e da quelli linfatici. Gli emangiosarcomi e i linfangiosarcomi sono, invece, forme maligne. Si sviluppano più spesso in parti del corpo sottoposte a radiazioni (per esempio per precedenti forme tumorali).
Il sarcoma di Kaposi è invece un tumore formato da cellule simili a quelle che rivestono i vasi sanguigni. Un tempo molto raro, oggi è associato frequentemente all’infezione da virus HIV ma anche alle terapie immunosoppressive assunte dai trapiantati, probabilmente perché all’origine del tumore c’è un’infezione da virus.
L’emangioendotelioma è un tumore meno aggressivo dell’emangiosarcoma ma ritenuto comunque una forma maligna. Si sviluppa in genere all’interno di organi come il fegato o i polmoni.
• Tumori dei tessuti perivascolari
Si tratta dei tessuti che circondano i vasi sanguigni. Possono dar luogo a tumori benigni, detti glomi, o maligni, detti emangiopericitomi, che si formano in genere nella parte posteriore della cavità addominale e nelle gambe.
• Tumori dei tessuti fibrosi
I tessuti fibrosi costituiscono i tendini e i legamenti. Le forme tumorali benigne sono i fibromi, gli elastofibromi, le fibromatosi superficiali e gli istiocitomi fibrosi. I fibrosarcomi sono la forma maligna, che colpisce soprattutto tra i 30 e i 55 anni.
Il tumore desmoide è una forma intermedia che non produce metastasi ma che può invadere i tessuti vicini: alcuni ormoni, tra cui gli estrogeni, ne facilitano la crescita.
Il dermatofibrosarcoma protuberans è un tumore tipico dell'età giovanile, si presenta come lesione nodulare alla nuca, tronco e alle estremità prossimali. Ha una crescita lenta ma costante fino a quadri di ulcerazione della cute. Questa formazione tumorale è caratterizzata dalla forte tendenza all'aggressività locale ma solo raramente metastatizza a distanza.
L’istiocitoma fibroso maligno è la forma di tumore dei tessuti molli più frequente a livello degli arti. Più raramente si sviluppa nella parte posteriore dell’addome ed è più comune tra gli adulti che nei bambini.
• Tumori originati da tessuti non identificabili
Talvolta si possono formare tumori all’interno dei tessuti molli ma di origine incerta. I mixomi sono forme benigne che compaiono all’interno del muscolo ma che sono in realtà formati da tessuti che producono muco.
Il mesenchimoma è invece una rara forma maligna in cui sono presenti almeno due o tre tipi diversi di tessuto.
Il sarcoma epitelioide è un’altra forme rara, che si forma a livello della pelle di mani, piedi avambraccia e gambe.
Il sarcoma a cellule chiare si sviluppa invece a livello dei tendini e può essere confuso, talvolta, con il melanoma.
Infine, il tumore desmoplastico a piccole cellule è un sarcoma raro che colpisce adolescenti e giovani adulti, localizzato più spesso nell’addome.
arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 22:43:07
Curare la tendinite
Nella fase acuta della malattia è importante sospendere l'attività che ha generato il dolore tendineo. L'articolazione dolente va successivamente messa a riposo e fatta esaminare da uno specialista. Se la sintomatologia dolorosa è poco accentuata, è bene attendere qualche giorno prima di rivolgersi al medico, che andrà contattato solo se il dolore non regredirà spontaneamente. Nell'attesa è possibile intraprendere una terapia anitinfiammatoria a base di pomate, cerotti o compresse.

Se il dolore insorge improvvisamente ed è molto intenso, in attesa dei soccorsi, è bene applicare del ghiaccio sulla zona interessata, in modo da arrestare e controllare l'emorragia il più rapidamente possibile.

In base all'entità della lesione il medico potrà prescrivere farmaci antinfiammatori e un riposo più o meno lungo.

Al termine del periodo di immobilizzazione, gli esercizi di riabilitazione devono iniziare quanto più precocemente possibile e comunque entro due settimane dal trauma. I tendini infatti rispondono positivamente alle sollecitazioni esterne rinforzando le fibre appena rigenerate e orientandole lungo la direzione del movimento. Una mobilizzazione precoce è dunque un presupposto fondamentale per favorire il riacquisto della resistenza e della elasticità perduta, allontanando al tempo stesso il rischio di recidive.

Nella fase iniziale si possono eseguire esercizi isometrici a carico naturale (contrazione del muscolo senza movimento). Successivamente il programma riabilitativo della tendinite e delle patologie tendinee prosegue con l'introduzione di esercizi eccentrici associati a stretching. Entrambe queste tipologie di esercitazioni si sono infatti dimostrate particolarmente efficaci nel stimolare la guarigione. Si tratta in ogni caso di esercitazioni potenzialmente pericolose, che vanno pertanto svolte esclusivamente sotto la supervisione di personale qualificato. Al termine della seduta è consigliata l'applicazione di ghiaccio per 5-10 minuti, in modo da ridurre edema e dolore. Manipolazioni, agopuntura, tens, ultrasuoni ed altre terapie fisiche possono essere scelte dal medico per integrare il programma riabilitativo.

Il trattamento chirurgico è indicato per le lesioni complete o nel caso in cui i tendini non rispondano adeguatamente al trattamento riabilitativo. Nel primo caso si provvederà a ricucire i due capi il prima possibile, nel secondo a rimuovere il tessuto degenerato e a praticare un'incisione nel tendine per stimolanre il processo di rigenerazione spontanea. Le moderne tecniche chirurgiche intervengono, dove consentito, staccando un piccolo lembo di muscolo e ribaltando l'estremità mobile sul tendine lesionato. In questo modo si ottiene una guarigione più rapida, grazie allo stimolo esercitato dal tessuto muscolare sui processi di rigenerazione tendinea.

Prevenzione delle tendiniti
Concludiamo questo articolo elencando alcuni consigli per prevenire tendiniti e tendinopatie:

tanto più un muscolo è accorciato e ipertrofico, tanto maggiore sarà il rischio di lesione, per questo motivo è bene iniziare e terminare ogni attività sportiva con qualche esercizio di stretching

anche il riscaldamento iniziale è molto importante per prevenire infortuni di qualsiasi genere

equipaggiamento idoneo, particolare attenzione alle calzature

sapersi ascoltare, concedere al proprio corpo i giusti periodi di recupero

il dolore può essere un campanello d’allarme, se compare è bene riposare o passare ad un’altra attività meno impegnativa

evitare di strafare, dopo un lungo periodo di inattività riprendere gradualmente la pratica sportiva

rispettare la corretta tecnica di esecuzione degli esercizi
arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 22:42:11
Tendinite e patologie tendinee

I tendini sono robuste strutture fibrose, dal colorito madriperlaceo, che legano i muscoli alle ossa. Queste importanti strutture anatomiche funzionano pertanto come vere e proprie connessioni, in grado di trasformare in movimento la forza generata dalla contrazione muscolare.



Il termine patologie tendinee o tendinopatia raggruppa un insieme di malattie che interessano i tendini (tendiniti, tendinosi), la guaina sinoviale o peritenonio che li protegge (tenosinovite, paratenonite) o le strutture anatomiche adiacenti come le borse (borsiti). Spesso tutte queste condizioni sono presenti contemporaneamente e per questo motivo in codesto articolo verranno trattate globalmente.

Come tutte le strutture anatomiche anche i tendini possono andare incontro, con il passare del tempo, a fenomeni degenerativi. Le patologie tendinee sono infatti piuttosto frequenti nonostante la natura abbia dotato i tendini di una grossa resistenza alle sollecitazioni esterne (si calcola che durante la corsa la tensione applicata al tendine di Achille raggiunga i 9000 N che corrispondono, grosso modo, ad una tonnellata). Le lesioni solitamente si verificano nel punto di collegamento tra il tendine con il tessuto osseo e per questo motivo si parla spesso di "patologia inserzionale".



La tendinite è un processo infiammatorio che coinvolge uno o più dei 267 tendini presenti nel corpo umano. Tale infiammazione è comunemente causata dalla ripetizione cronica di microsollecitazioni che a lungo andare alterano la normale struttura delle fibrille. Si parla in questo caso di patolgia tendinea da sovraffaticamento.

Quando un tendine è sollecitato oltre il limite di sopportazione fisiologica, le fibrille che lo compongono subiscono delle lesioni più o meno ampie. Tali lacerazioni vengono riparate spontaneamente ma le nuove cellule formeranno un tessuto più vascolarizzato, disorganizzato e per questo meno resistente dell'originale. Si parla in questo caso di degenerazione tendinea che avrà come risultato finale una diminuzione della dimensione delle cellule (ipotrofia).

Se a tale degenerazione è associata una risposta infiammatoria si parla di tendinite in caso contrario di tendinosi. I tendini che si logorano più frequentemente sono quelli delle ginocchia, dei gomiti e della spalla (cuffia dei rotatori).

Cause e fattori di rischio
Nella stragrande maggioranza dei casi (97%) le degenerazioni tendinee sono causate dalla ripetizione continua di microtraumi (sovraffaticamento). Solo raramente un tendine sano può subire una rottura acuta da sovraccarico. I tendini sani, se sottoposti a tensioni eccessive, sono infatti talmente resistenti da lacerare il muscolo o il segmento osseo a cui sono attaccati. Se invece il tendine è indebolito da continui microtraumi la sua resistenza diminuisce poco a poco rendendolo più suscettibile alle lesioni.

La tendinopatia insorge solitamente in seguito a:

sovraccarico funzionale: aumento della frequenza e dell'intensità degli allenamenti, sovrallenamento

abbigliamento e calzature non adeguate

corsa su terreni sconnessi o particolarmente duri, scivolosi o troppo soffici come la sabbia

errata esecuzione tecnica dell'esercizio

squilibrio tra forza muscolare e resistenza tendinea (frequente in chi assume steroidi anabolizzanti)

iniezioni locali di corticosteroidi

mancanza di riscaldamento globale e specifico

ripresa precoce degli allenamenti dopo un infortunio

vizi posturali

Più in generale le patologie tendinee insorgono a causa di un'attività fisica a cui non si è abituati. Per un atleta potrebbe trattarsi di un cambio radicale del programma di allenamento; per un sedentario di una nuova attività lavorativa o di uno sforzo fisico troppo impegnativo. Talvolta le tendinopatie sono causate da patologie sistemiche come l'artrite reumatoide, la gotta, l'ipercolesterolemia o l'insufficienza renale.

Vi sono poi numerosi fattori congeniti che predispongono il soggetto alla tendinopatia come: dismetrie tra gli arti, difetti di assialità (anomalie nelle curve fisiologiche del rachide, valgismo o varismo delle ginocchia, conflitti articolari ecc.).

La tendinopatia è favorita dal ridotto flusso di sangue al tendine. Una bassa vascolarizzazione diminuisce infatti l'apporto di ossigeno e nutrienti rallentando i processi riparativi e favorendo quelli degenerativi. In questi casi la risposta infiammatoria è ridotta o assente e la malattia tende a cronicizzare: si parla pertanto di tendinosi. Questo quadro patologico interessa solitamente il tendine del muscolo sovraspinato proprio a 1-2 centimetri dalla sua inserzione sulla testa omerale, punto in cui la vascolarizzazione è molto ridotta. Analogo discorso per la tendinosi Acchilea che colpisce l'omonimo tendine nel punto più povero di capillari, localizzato a circa 2-5 centimetri dalla sua inserzione calcaneare.

Anche l'invecchiamento e le variazioni ormonali favoriscono l'instaurarsi della patologia tendinea. In particolare gli atleti più anziani che riprendono gli allenamenti dopo un lungo periodo di stop, sono maggiormente soggetti a lesioni tendinee complete. Questo perché con il passare degli anni tendini e muscoli perdono elasticità diventando più sensibili agli eventi traumatici.

Sintomi di una tendinite
Il sintomo principale della tendinopatia è il dolore localizzato nella sede anatomica in cui si trova il tendine coinvolto dalla lesione. Tale dolore si accentua o compare esclusivamente durante la palpazione dell'area interessata o durante movimenti attivi e passivi che coinvolgono in maniera importante il tendine lesionato. Spesso si registra un deficit nella forza dei muscoli collegati ai tendini lesionati.

Una rottura completa o parziale del tendine causa un dolore acuto ed improvviso che insorge solitamente durante un movimento impegnativo. Gonfiore, ecchimosi e palpabilità della lesione sono proporzionali al numero di fibre lesionate.

Durante le attività sportive il dolore può essere percepito chiaramente all'inizio del riscaldamento per poi scomparire e ricomparire al termine della seduta.

Diagnosi
La risonanza magnetica, associata ad un'accurata anamnesi del paziente e ad un esame clinico approfondito, consente di diagnosticare correttamente le cause di dolore tendineo. In particolare questa importante tecnica permette una valutazione dettagliata sia dell'estensione sia dell'entità della lesione.

Anche gli ultrasuoni (ecografia) sono in grado di valutare correttamente le patologie tendinee e pur essendo meno precisi della risonanza magnetica vengono spesso impiegati perché meno costosi e particolarmente utili nel monitorare il processo di guarigione.


arbatros Inviato - 29 gen 2010 : 22:40:21


I tendini

I tendini sono robuste strutture fibrose dal colorito madreperlaceo che legano i muscoli alle ossa o ad altre strutture di inserzione. Non tutti i muscoli, infatti, si inseriscono sulle ossa; è il caso, ad esempio, dei muscoli mimici che, essendo inseriti sulla pelle del volto, la spostano determinando le espressioni facciali. Allo stesso tempo più fasci muscolari possono terminare in un unico tendine (muscolo tricipite), così come un unico ventre muscolare può inserirsi con più tendini su un segmento osseo (flessori ed estensori delle dita). Tra i vari tendini del corpo umano esistono poi grosse differenze anatomiche che possono coinvolgere forma, vascolarizzazione, lunghezza e rivestimento sinoviale.
Ogni tendine è formato da una sostanza molto resistente chiamata collagene e da una più elastica detta elastina.

La principale funzione dei tendini è quella di trasmettere la forza esercitata dai muscoli alle strutture alle quali sono connessi. Per sopportare tutte queste sollecitazioni, spesso violente, i tendini sono dotati di un’elevata resistenza e di una minima elasticità. Si calcola infatti che uno stiramento del 10% sia più che sufficiente per lacerare le fibre tendinee più deboli.
Così come il muscolo anche il tendine reagisce agli stimoli esterni adattandosi e modificando le proprie caratteristiche. Il continuo processo di rinnovamento cellulare permette ai tendini di adattarsi gradualmente ai carichi di lavoro sia che questi aumentino (irrobustimento) sia che questi diminuiscano (indebolimento).
Tuttavia questo processo è abbastanza lento, e in ogni caso di gran lunga inferiore rispetto a quello muscolare. I tendini, infatti sono strutture scarsamente vascolarizzate con un consumo di ossigeno piuttosto ridotto. Per questo motivo la loro rigenerazione è piuttosto lenta.



Ecco svelato il motivo per cui chi utilizza steroidi anabolizzanti è maggiormente esposto ad infortuni. Infatti, in caso di somministrazione di ormoni anabolici si verifica un rapido incremento della massa e della forza muscolare che non viene però accompagnato da un adeguato irrobustimento tendineo. I tendini si trovano così costretti a sopportare sollecitazioni eccessive per la loro struttura e, in caso di improvvise violente contrazioni sono maggiormente predisposti alla lesione.
Ma esiste anche un nemico più subdolo che può causare nel tempo lesioni tendinee altrettanto gravi, è il cosiddetto microtrauma ripetuto. In questi casi la lesione ligamentosa è causata dalla ripetizione ciclica di piccole sollecitazioni, la cui frequenza supera la velocità di riparazione cellulare del tendine.
E’ il caso per esempio dei podisti e della tendinopatia Achillea, una patologia che colpisce una buona percentuale dei runner e che è causata, appunto, dai ripetuti stress meccanici a cui viene sottoposto il tendine di Achille durante la corsa.
La tendinopatia rotulea colpisce invece principalmente gli atleti di discipline sportive che prevedono movimenti esplosivi come la pallavolo, il basket o il rugby.

L'invecchiamento, la sedentarietà e l'obesità mettono a rischio la funzionalità e la salute dei tendini. Con il passare degli anni si assiste infatti ad una progressiva perdita di elasticità sia del collagene sia della matrice ossea. L’invecchiamento modifica inoltre l’inserzione dei tendini: la corticale (parte esterna dell'osso) si assottiglia e il midollo (parte interna) si estende attraverso delle microfessurazioni calcificando la parte prossimale del tendine. Tutto cià causa dolore ed irrigidimento compromettendo la funzionalità articolare e favorendo degradazioni cartilaginee a livello locale (soprattutto in presenza di sovrappeso). Per mantenere in salute tendini ed articolazioni è sufficiente praticare con costanza quasi quotidiana un po' di moto, avendo cura di iniziare la seduta con 5-10 minuti di riscaldamento globale e di terminarla con altrettanti minuti da dedicare allo stretching ed al miglioramento/mantenimento della flessibilità.

SALUTE DEI TENDINI E ALIMENTAZIONE
Recentemente le aziende di integratori hanno iniziato a commercializzare prodotti in grado di agire sul tessuto connettivo. I presunti effetti benefici di questi supplementi si tradurrebbero nella riduzione del rischio di infortunio grazie allo stimolo esercitato sulla rigenerazione tendinea. A prova di ciò vi sono alcuni studi che hanno dimostrato come la somministrazione di alcuni amminoacidi (metonina, lisina, arginina e prolina) possa, in particolari condizioni, facilitare la guarigione del tessuto leso.
In realtà non esiste una dieta specifica o integratori miracolosi in grado di migliorare la salute delle strutture tendinee o di facilitarne la riparazione. Ancora una volta una dieta equilibrata è la soluzione più efficace per garantire la salute dell’intero organismo, tendini compresi.
Concludiamo questo articolo elencando alcuni consigli per proteggere i propri tendini:

tanto più un muscolo è accorciato e ipertrofico, tanto maggiore sarà il rischio di lesione, per questo motivo è bene iniziare e terminare ogni attività sportiva con qualche esercizio di stretching

anche il riscaldamento iniziale è molto importante per prevenire infortuni di qualsiasi genere

equipaggiamento idoneo, particolare attenzione alle calzature

sapersi ascoltare, concedere al proprio corpo i giusti periodi di recupero

il dolore può essere un campanello d’allarme, se compare è bene riposare o passare ad un’altra attività meno impegnativa

evitare di strafare, dopo un lungo periodo di inattività riprendere gradualmente la pratica sportiva

rispettare la corretta tecnica di esecuzione degli esercizi

Lo sapevi che…

I legamenti, non devono essere confusi con i tendini. A differenza di questi ultimi infatti, i legamenti collegano tra loro due o più strutture anatomiche in modo da stabilizzarle (nella maggior parte dei casi uniscono due segmenti ossei).
Tendini e legamenti hanno però un punto comune, la loro struttura è molto simile ed è formata principalmente da tessuto connettivo fibroso (collagene di tipo I).



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