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ManuCirce
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2281 Messaggi

Inserito il - 16 gen 2024 : 14:02:40   Permalink al post Invia a ManuCirce un Messaggio Privato Aggiungi ManuCirce alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Cavoli, al Tonale ci ho passato una vita...

Pirovano quasi seconda casa.

E d'estate c'erano anche dei muli sulle piste senza neve dell'ancora al Valletta.

Che noi andavamo a cavalcare a pelo, con buona pace del Max Mandelli che veniva sempre disarcionato

I muli emettevano gas flatulenti a gogò e grosse ciotte di cacca, magari lo scioglimento dei Forni è colpa loro

Come le persone ti trattano è il loro karma, come tu reagisci è il tuo.
Wayne W. Dyer
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balineuve
Pronto Hermann vuoi che ti venda i miei vecchi sci?



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Inserito il - 16 gen 2024 : 15:14:21   Permalink al post Invia a balineuve un Messaggio Privato Aggiungi balineuve alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Però mia mamma (nata nel 1930) a me bambino (nato nel 1968) diceva sempre di coprirmi bene perché il sole non era più come quello dei suoi tempi e faceva molto più freddo!!!!
Gli anni della valanga azzurra.
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Katunga
Sono Azzurro di Sci




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6137 Messaggi

Inserito il - 16 gen 2024 : 15:55:59   Permalink al post Invia a Katunga un Messaggio Privato Aggiungi Katunga alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
ManuCirce ha scritto:

Cavoli, al Tonale ci ho passato una vita...

Pirovano quasi seconda casa.

E d'estate c'erano anche dei muli sulle piste senza neve dell'ancora al Valletta.

Che noi andavamo a cavalcare a pelo, con buona pace del Max Mandelli che veniva sempre disarcionato

I muli emettevano gas flatulenti a gogò e grosse ciotte di cacca, magari lo scioglimento dei Forni è colpa loro

Tu hai provato al Casati/Cevedale? So che il Tino ci sciava, ma lui è più avanti. Penso abbiano chiuso a fine anni 60.

Franco
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Katunga
Sono Azzurro di Sci




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6137 Messaggi

Inserito il - 16 gen 2024 : 16:01:19   Permalink al post Invia a Katunga un Messaggio Privato Aggiungi Katunga alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
ManuCirce ha scritto:

C
I muli emettevano gas flatulenti a gogò e grosse ciotte di cacca, magari lo scioglimento dei Forni è colpa loro

Avendolo girato, di cacca di mulo non ne ho trovata. Però ho trovato queste supposte

Immagine:

164,14 KB

Modificato da - Katunga in data 16 gen 2024 16:02:10
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ManuCirce
Agonista



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2281 Messaggi

Inserito il - 16 gen 2024 : 20:16:49   Permalink al post Invia a ManuCirce un Messaggio Privato Aggiungi ManuCirce alla tua lista di amici  Rispondi Quotando

Quelle però di solito si trovavano sotto al Paradiso, versante opposto alle ancore Valletta-Bleis...

I muli mi sa che poi li hanno aboliti per inquinamento atmosferico

Come le persone ti trattano è il loro karma, come tu reagisci è il tuo.
Wayne W. Dyer
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draghetto
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Inserito il - 16 gen 2024 : 23:44:41   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Ci sono indiscrezioni secondo le quali Braathen potrebbe prendere parte ad alcune tappe del Freeride World Tour. In passato altri sciatori di CdM avevano partecipato al circuito, come Mancuso, Rahlves (che poi fece anche skicross ad ottimi livelli) e Hargin.

VICECAMPIONE DEL MONDO 2007 (1° nel Lazio)
CAMPIONE OLIMPICO DI DISCESA 2010
VICECAMPIONE MONDIALE DI DISCESA MASCHILE 2011
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CAMPIONE MONDIALE DI SLALOM MASCHILE 2013

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Chacun a une piste fétiche, un endroit où on se sent bien, Kitzbühel en fait partie.
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franz62
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Inserito il - 17 gen 2024 : 09:19:35   Permalink al post Invia a franz62 un Messaggio Privato Aggiungi franz62 alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Meglio le Mule, non lo disarcionavano Max Mandelli siete del giro prima ma mi par di ricordare qualcuna innamorata.
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Katunga
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Lombardia


6137 Messaggi

Inserito il - 17 gen 2024 : 13:09:47   Permalink al post Invia a Katunga un Messaggio Privato Aggiungi Katunga alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Killeraggio ecologico
Premessa (prima che Draghetto mi citi per disinformazione -scherzo): l'ultima volta che ho sciato in estate sulle Stelvio era agosto 1984 e si arrivava fino al passo. Adesso, 40 anni dopo, lasciamo perdere!

Qui sotto come viene gestita l'informazione (Corriere) per fare scalpore. Si prendono foto scattate a 3400 e le si paragonano ad una scattata a 2700. In ogni caso ora a 3400 è deprimente.

NB: la costruzioni che si vedono in entrambe le foto non sono le stesse

Immagine:

65,44 KB

Modificato da - Katunga in data 17 gen 2024 13:42:48
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draghetto
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Lazio


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Inserito il - 17 gen 2024 : 14:04:31   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Alexis Pinturault: "Ho pensato alla fine della mia carriera"

Vittima di una pesante caduta durante il super-G di Wengen il venerdì 12 gennaio, Alexis Pinturault ha dovuto concludere la sua stagione a causa di una rottura dei legamenti crociati e di una lesione del menisco interno del ginocchio sinistro. Prima di essere operato all'inizio della prossima settimana, si è confidato mercoledì a tarda mattinata.

Ci puoi raccontare il corso della tua settimana?

"Il corso... diciamo che è stata più di una settimana intensa con la nascita della nostra figlia. Venerdì 5 gennaio sera, Romane ha iniziato il travaglio, abbiamo deciso di farla tornare con la sua famiglia. Sulla strada, si è fermata a Berna perché aveva iniziato a perdere liquido amniotico durante il viaggio. Tutto è andato bene. Nostra figlia è arrivata sabato 6 gennaio nel pomeriggio. Sono rimasto due giorni in ospedale, poi sono salito a Wengen. Arrivato lì, ero molto felice, come tutti i nuovi genitori. Abbiamo vissuto qualcosa di abbastanza straordinario, Wengen stava andando bene con buoni allenamenti, una superba prima gara in discesa, un super-G che si stava svolgendo bene. E poi c'è stato questo incidente sull'ultima gobba, una cosa che nessun atleta vuole vivere. È stato uno shock. Quando atterro dal salto, sento subito che il mio ginocchio cede, che c'è uno scatto come avevo avuto alla caviglia dieci anni fa. Sapevo subito che le cose non andavano bene. Sono stato portato a Interlaken, ho avuto molti esami per via dei lividi sulla schiena, sull'addome, sull'anca, sulle mani, sui polsi... Dappertutto. La prima notte è stata difficile, non riuscivo nemmeno a trovare una posizione. Ma i problemi più gravi erano nel ginocchio sinistro con molte cose danneggiate o rotte che richiedono un intervento chirurgico, presumibilmente martedì".

Il tuo primo infortunio grave a 32 anni, come lo vivi?

"Non penso di essere stato fortunato fino ad ora. Una delle mie qualità principali è il mio fisico, che mi ha sempre preservato dalle lesioni. Dopo, ci sono incidenti che possono essere sfortunati anche se si è ben preparati fisicamente... C'è sempre questa spada di Damocle che esiste. A 32 anni, non vogliamo che succeda. Cominciamo ad essere anziani, sappiamo che è inevitabilmente più complicato con gli anni, ma non c'è mai un momento buono. La soluzione migliore è cercare di accettare la mia situazione, questo infortunio, e andare avanti man mano, seguendo le tappe che si presenteranno durante la mia convalescenza."

Quale è il tuo programma ora?

"Non sono affatto concentrato sul 'dopo'. Per ora, sono solo concentrato su ciò che devo fare per l'operazione. Normalmente, sarà martedì, ma se l'ematoma non si riassorbe, potrebbe essere rimandata. Bisogna drenare l'ematoma prima di qualsiasi intervento. Devo idratarmi, usare quanto più possibile le calze elastiche per mantenere questa data di martedì. Nella riabilitazione, so che saranno tre settimane, un mese con fisioterapia, rinforzo, ma il lavoro di convalescenza sarà il più importante. Con riposo e la necessità di risparmiare il mio ginocchio il più possibile. Per citare Johan (Clarey): 'Coloro che si riprendono meglio sono i più pigri (risate)!'. In nessun momento penso a se tornerò sugli sci e quando. Tutto questo verrà molto più avanti".

SULLA POLEMICA DEI CALENDARI SOVRACCARICATI: "ABBIAMO VOGLIA DI MANDARE GLI ATLETI IN OSPEDALE"

"Certo, nello sci alpino siamo molto stupidi. Solo gli idioti rifanno lo stesso errore. Nel mondo dello sci e alla FIS, rifacciamo sempre gli stessi errori. A volte ne facciamo, può succedere, ma poi li correggiamo, poi torniamo dopo quattro cinque sei anni a ciò che si faceva prima... ci dimentichiamo!

Sui calendari, avevamo limitato il numero di gare, ma oggi abbiamo una moltiplicazione con gare che aggiungiamo ancora e ancora, creando sovraccarico. Non siamo contrari ad avere sempre più gare, noi atleti, ma siamo contrari a un sovraccarico. Non so se la mia lesione è collegata a questo, ma finire con una discesa lunga a Wengen quando abbiamo avuto due allenamenti, una discesa corta e un super-G: vogliamo chiaramente mandare gli atleti in ospedale.

I comitati organizzatori, compresa la Svizzera, dovrebbero dire 'non mettiamo una seconda discesa a Wengen', è lo stesso oggi a Kitzbuhel. Bisogna fare una pulizia reale, ma nessuno ha voglia di farlo. Il sistema è corroso da un vecchio modo di fare, con una classifica composta in modo molto arcaico, che fa sì che non siamo entrati in un cambiamento".

La fine della carriera ti è passata per la mente?

"Sì, mi è completamente passata per la mente. In ospedale, senza sapere l'entità dei danni, anche oggi... Sono consapevole delle complicazioni che possono esserci. E ancora oggi, sono consapevole che non è così semplice e non so se riuscirò a tornare al mio massimo livello in futuro. Penso che abbia di nuovo il desiderio di tornare sugli sci, ma rimane questa interrogazione che persiste nel chiedersi se riuscirò a essere di nuovo competitivo".

Essere diventato papà di recente può farti riflettere sul futuro?

"Sì e no. È sempre stato parte della mia vita. Ho sempre avuto un certo senso di sacrificio: vedere meno i miei amici, uscire meno la sera... Sono cose che fanno parte della mia vita, che molti possono considerare sacrifici, ma per me è la mia routine, è la mia vita, ci convivo. Con un bambino piccolo, può essere difficile perché si vede meno il proprio figlio, ma ci sono abituato. Oltretutto, siamo molto impegnati d'inverno, ma d'estate abbiamo comunque più tempo per vedere i nostri cari".

Nulla che metta in discussione l'idea di fare la discesa?

"Non sono arrivato a questo punto. L'obiettivo è essere competitivi, performanti. Se ci sono scelte da fare per tornare performanti, le farò. Ma nell'immediato non sono in grado di rispondere a questa domanda. Ma se parlo di ciò che vorrei, sì, mi piacerebbe poter continuare a seguire questa strada".

Segui comunque ancora le notizie dello sci, e in particolare quanto fatto da Cyprien Sarrazin a Wengen?

"L'ho seguito da un po' più lontano, ma so perfettamente cosa ha realizzato. È un caro amico, so quanto sia capace di andare veloce. So che è al suo livello, che è dove deve essere. Deve resistere e imparare a gestire nuove cose. Ma so che è ben sostenuto".

DIECI GIORNI PARTICOLARI PER LA FAMIGLIA PINTURAULT

Montagne russe di emozioni in una decina di giorni per la famiglia Pinturault. Sabato 6 gennaio scorso, Alexis lasciava precipitosamente Adelboden dove avrebbe dovuto partecipare al gigante. Direzione Berna, dove sua moglie Romane ha dato alla luce il loro primo figlio, una bambina chiamata Olympe. Dopo alcuni giorni di felicità condivisa, il campione savoiardo ha preso la direzione di Wengen per riprendere il filo della sua stagione.

La paternità, il suo miglior risultato... e la catastrofe

Dopo aver partecipato ai due allenamenti di discesa (12° e poi 20°), l'atleta di Courchevel ha ottenuto il miglior risultato della sua carriera in discesa (formato sprint) giovedì, la sua prima top 10 (9°). Prima di cadere violentemente all'atterraggio dell'ultimo salto del super-G di venerdì, di essere evacuato in elicottero all'ospedale di Interlaken, cosciente.

Lo stesso giorno, la Federazione Francese di Sci annuncia la fine della sua stagione a causa di una rottura dei legamenti crociati anteriori (LCA) del ginocchio sinistro. Lunedì, dopo un esame aggiuntivo con il dottor Bertrand Sonnery-Cottet all'ospedale Jean Mermoz di Lione, si specifica che soffre anche di una lesione del menisco al ginocchio sinistro e che sarà operato all'inizio della settimana prossima.

17 gennaio, tradotto da https://www.ledauphine.com/skichrono/2024/01/17/alexis-pinturault-arreter-ma-carriere-oui-ca-m-a-completement-traverse-l-esprit

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draghetto
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Inserito il - 18 gen 2024 : 23:52:24   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Kilde e' stato operato con successo al polpaccio e prossimamente subira' un secondo intervento alla spalla lussata.

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Inserito il - 19 gen 2024 : 22:46:19   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Milano Cortina: niente bob a La Plagne, la situazione ancora incerta

A quasi due anni dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026, l'incertezza circonda ancora la questione del luogo che ospiterà il bob, lo slittino e lo skeleton. Il tema è stato al centro di una conferenza tenuta dal comitato organizzatore venerdì 19 gennaio ad Anterselva, in occasione della Coppa del Mondo di biathlon.

Dove si svolgeranno le competizioni di bob, slittino e skeleton durante i Giochi Olimpici a Milano-Cortina, la cui cerimonia di apertura avrà luogo il 6 febbraio 2026 allo stadio San Siro?

"Risponderò solo a una domanda riguardante la pista di bob". Andrea Varnier, direttore generale del comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026, ha stabilito il tono all'inizio di una conferenza stampa organizzata venerdì 19 gennaio ad Anterselva. Va detto che la questione è delicata, tra la costruzione di una nuova pista, il restauro di una vecchia o l'utilizzo di un sito all'estero.

"È un argomento molto complesso. Due entità diverse lavorano su questi Giochi: il comitato organizzatore e un'entità governativa dedicata alle infrastrutture. Quindi noi, non costruiamo né abbiamo dettagli su una possibile costruzione. Non abbiamo informazioni sull'appalto (per la costruzione di una pista a Cortina d'Ampezzo), abbiamo capito che qualcuno ha risposto, ma non sappiamo chi".

La Plagne non è un'opzione
All'inizio di ottobre, il CIO ha esercitato pressione affinché il comitato organizzatore considerasse l'utilizzo di una pista esistente, in Italia o all'estero. "Abbiamo iniziato a lavorare su questo. Abbiamo diverse opzioni di cui non posso dare i dettagli, ma stiamo valutando le possibilità". Inclusa la pista di Cesana utilizzata durante i Giochi di Torino nel 2006. Ma Andrea Varnier ha sottolineato che anche il governo italiano ha voce in capitolo.

L'unica certezza è che queste gare non avranno luogo a La Plagne: "Era nella nostra prima lista, anche per via della sua vicinanza. Abbiamo discusso con il comitato olimpico francese, ma probabilmente a causa dei Giochi del 2030, preferiscono concentrarsi su quelli piuttosto che unirsi a noi nel 2026. Ed è perfettamente comprensibile", ha spiegato Andrea Varnier al Dauphiné Libéré.

Costruzione, restauro o all'estero? La risposta dovrebbe essere data il 31 gennaio prossimo.

Tradotto da: https://www.ledauphine.com/skichrono/2024/01/19/milan-cortina-pas-de-bobsleigh-a-la-plagne-la-situation-toujours-floue

Modificato da - draghetto in data 19 gen 2024 22:52:59
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draghetto
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Inserito il - 20 gen 2024 : 15:15:17   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Il problema non è solo la neve che non c’è, ma quanto dura. Il caso dell’Emilia-Romagna

di Luca Martinelli — 20 Gennaio 2024

A metà gennaio il meteorologo e divulgatore scientifico Federico Grazzini ha mostrato l’andamento dello spessore della neve presso il punto più alto della Regione, a quasi 1.800 metri. Dopo le abbondanti nevicate del 7 gennaio piogge e alte temperature hanno azzerato ogni traccia, in 24 ore. “Un problema per il ciclo idrogeologico”

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Il 18 gennaio Federico Grazzini, meteorologo che lavora per la Regione Emilia-Romagna e divulgatore scientifico, ha reso pubblico un grafico che mostra l’altezza della neve misurata dal nivometro della rete regionale delle Agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpae) e situato poco sotto il Rifugio “Duca degli Abruzzi” al lago Scaffaiolo, oggetto di un contestato intervento per la realizzazione di un nuovo impianto di risalita.

Si tratta di un punto di misurazione particolarmente significativo: è il più alto dell’intera Emilia-Romagna, a quasi 1.800 metri sul livello del mare, a tenere monitorato in continuo l’altezza della neve. “Neve zero fino all’Epifania, visto il tempo caldo e stabile dei giorni intorno a Natale. Poi è arrivata una bella nevicata che in un solo giorno (il 7 gennaio) ha scaricato in quota mezzo metro. Il periodo freddo successivo ha permesso un graduale assestamento e mantenimento del manto”, spiega Grazzini.

Molti hanno pensato che fosse finalmente arrivato l’inverno, ma nuove correnti atlantiche molto calde unite a precipitazioni copiose in un solo giorno, il 17 gennaio, hanno cancellato il manto, che è passato da 30 centimetri a zero. “Con questi alti e bassi continui è tutto molto complicato, dalla gestione dell’acqua alle attività turistiche. La neve fusa al lago Scaffaiolo, infatti, alimenta il Panaro, ultimo affluente di destra del Po”, commenta il meteorologo. Che aggiunge: “Questo è il riscaldamento globale”, anche perché la prossima settimana -in pieno inverno- in alta montagna in Appennino sono attesi fino a 10 gradi.

Grazzini, perché è fondamentale non solo che nevichi ma che la precipitazione resti al suolo?
FG Nel ciclo idrologico la neve rappresenta un grande serbatoio di accumulo della risorsa idrica durante l’inverno, che a regola viene rilasciata gradualmente a partire dalla primavera, alimentando così le sorgenti e i corsi d’acqua per buona parte dell’estate. Questo è tanto più vero nel settore alpino, dove i bacini sono più grandi, ma anche in Appennino, sebbene in misura minore, questo effetto c’è, perché sicuramente le portate dei fiumi in primavera dipendono dalla fusione della neve. Se manca la ricarica invernale, quindi, le portate risentono dei primi caldi e i fiumi tendono a calare subito.

Perché non è normale che trenta centimetri di neve si liquefacciano in un giorno.
FG Le sciroccate ci sono sempre state in quel settore dell’Appennino. Ma una volta che si è assestato il manto nevoso questo diventa un isolante forte, resistente anche a variazioni, però fino a un certo punto: se c’è vento caldo o pioggia intensa (il 17 gennaio sul crinale sono caduti circa 200 millimetri di pioggia) questo cancella anche quell’effetto di auto protezione. Questa situazione modifica profondamente il ciclo idrogeologico: questa neve sarebbe magari rimasta fino a primavera; invece, tra pochi giorni sarà già nell’Adriatico. Questo ha risvolti, ovviamente, anche sull’attività turistica, ma il tema fondamentale è la gestione delle risorse idriche.

Potremmo forse definire quello appena descritto come “evento estremo”. Perché è importante prestare attenzione anche ai singoli episodi che indicano cambiamenti radicali nei parametri meteo-climatici?

FG A inizio gennaio abbiamo presentato il rapporto dell’Osservatorio sui cambiamenti climatici e gli impatti in Emilia-Romagna per il 2023. In tema di precipitazioni, l’anno scorso è stato perfettamente in linea con la media, ma in realtà è stato un anno pieno di estremi e contraddizioni, perché praticamente siamo arrivati ad aprile in siccità, mentre le piogge sono cadute con due “botte” gigantesche a maggio e novembre. Se uno guarda al dato generale, sembrerebbe un anno normale, in cui non c’è nulla di strano, peccato che tutta la pioggia è stata concentrata. A contare, quindi, non è tanto il totale, ma la distribuzione delle precipitazioni e come queste si dividono tra pioggia e neve oltre ovviamente a quanto manto nevoso resta al suolo.

Fonte:https://altreconomia.it/il-problema-non-e-solo-la-neve-che-non-ce-ma-quanto-dura-il-caso-dellemilia-romagna/

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Inserito il - 20 gen 2024 : 15:19:04   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Intanto Ledecka, come se nulla fosse, torna in modalita' snowboard e vince.

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Inserito il - 20 gen 2024 : 15:27:17   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Al Corno alle Scale è in corso un’importante battaglia legale contro gli impianti di risalita

di Ilaria Sesana — 10 Gennaio 2024

Il progetto per la costruzione di una nuova seggiovia sull’Appennino tosco-emiliano viene presentato come un ammodernamento di un’infrastruttura già esistente. Una lettura contestata dal comitato “Un altro Appennino è possibile” che ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato. Perché si tratta di una vertenza dal respiro nazionale

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Non si ferma la battaglia del comitato “Un altro Appennino è possibile” per bloccare la costruzione di una nuova seggiovia nel comprensorio sciistico del Corno alle Scale, in provincia di Bologna: negli ultimi tre mesi del 2023 grazie a una campagna di crowdfunding e a un’intensa attività di raccolta fondi sul territorio sono infatti stati raccolti oltre 12mila euro per coprire le spese necessarie a presentare l’appello al Consiglio di Stato contro la Regione Emilia-Romagna dopo che il Tar di Bologna aveva respinto a maggio 2023 il ricorso presentato dalle associazioni.

Il progetto, del valore di 6,7 milioni di euro, prevede la realizzazione di “una nuova seggiovia quadriposto” al posto di un precedente impianto (denominato “Direttissima”) e della sciovia “Cupolino” situata nel territorio del Comune di Lizzano in Belvedere (BO) che però si trova in un’altra zona e già da alcuni anni è inutilizzata. Il bando di gara è stato pubblicato a metà dicembre dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese per conto dell’amministrazione di Lizzano in Belvedere e si chiude ufficialmente venerdì 12 gennaio.

“Quello che contestiamo è il fatto che ci troviamo di fronte a una grande infrastruttura, che verrà realizzata in un’area molto delicata dal punto di vista ambientale -spiega ad Altreconomia Vittorio Monzoni che ha seguito da vicino gli aspetti legali della vicenda per il comitato-. Questo progetto è stato presentato ufficialmente come un ammodernamento dell’impianto già esistente, ma non è così. Per questo chiediamo innanzitutto che venga sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale (Via)”.

È proprio attorno a questo punto si incentrano le critiche del comitato. Basta osservare il tracciato dell’opera e le sue caratteristiche tecniche per rendersene conto: il nuovo impianto è più lungo (circa mille metri contro ottocento), copre un dislivello maggiore (305 metri contro 220) e prevede la costruzione ex novo di 15 sostegni alti da quattro a sedici metri. Comprende inoltre una nuova stazione intermedia oltre a quella di partenza e di arrivo, che peraltro verranno spostate rispetto a quelle già esistenti. In particolare, la stazione d’arrivo verrebbe realizzata a una quota più elevata (circa cento metri) rispetto alla precedente, proprio sul crinale della montagna, a poca distanza dal rifugio Duca degli Abruzzi e dal lago Scaffaiolo, un ecosistema fragile ricompreso all’interno di un Sito d’interesse comunitario tutelato dalla Rete Natura 2000 e che rischia di subire pesanti impatti dai lavori di costruzione.

La demolizione dell’infrastruttura attuale e la realizzazione delle nuove opere, infatti, rende necessari scavi per un totale di 6.680 metri cubi di terra su una superficie di 3.664 metri quadrati, di cui 1.420 in habitat di interesse comunitario. Secondo una valutazione redatta da Letizia Zanotti, botanica e ricercatrice dell’Università di Bologna oggi in pensione, “la perdita dell’habitat, l’erosione del suolo, gli effetti sulla flora e sulla fauna porteranno a effetti negativi e irreversibili su un ambiente alto-montano quanto mai fragile e da proteggere”.

“Portare la stazione d’arrivo più in alto di cento metri può sembrare poco, ma non è così: le condizioni ambientali possono essere diversissime -sottolinea Fausto Bonafede, biologo e naturalista del Wwf di Bologna-. In questa zona dell’Appennino è normale che durante le perturbazioni il vento soffi a velocità comprese tra i 130 e i 160 chilometri orari, con punte anche più elevate. Al passo di Croce Arcana, una località distante solo pochi chilometri dal Corno alle Scale, sono documentate raffiche di 270 chilometri orari, misurate nel novembre 2020. In queste condizioni gli impianti sono costretti a fermarsi spesso. Non è un caso se il vecchio impianto terminava la propria corsa prima del crinale”.

Questa battaglia del comitato “Un altro Appenino è possibile” non ha una valenza esclusivamente locale: “Il ricorso al Consiglio di Stato, che abbiamo presentato a settembre, non è solo l’ultimo strumento a nostra disposizione per fermare questo progetto, ma è anche un modo per evitare che quanto stabilito dal pronunciamento del Tar dello scorso maggio faccia giurisprudenza -continua Monzoni-. I giudici amministrativi hanno accolto la linea difensiva della Regione, secondo cui questa è una ‘modifica o estensione di impianto già esistente’. C’è il rischio che anche in altre Regioni si cerchi di far passare per ‘ammodernamento’ la costruzione di nuovi impianti”.

Il progetto per la nuova seggiovia del Corno delle Scale inoltre appare ancora più anacronistico alla luce delle conseguenze dei cambiamenti climatici. L’ultima edizione del rapporto “Nevediversa” di Legambiente evidenzia come nel comprensorio la temperatura sia aumentata di 1,8 gradi tra il 1961 e il 2018. A quote così basse -il nuovo impianto è compreso tra i 1.487 e i 1.792 metri sul livello del mare- le precipitazioni nevose sono sempre più scarse ed è necessario il ricorso alla cosiddetta neve programmata (artificiale) per garantire il funzionamento degli impianti. “Tutto questo richiede enormi quantità d’acqua e di energia -ricorda Bonafede- purtroppo le condizioni climatiche sono cambiate e continuare a spendere soldi è una scelta folle”. I referenti del comitato sottolineano inoltre come ad ogni grado di aumento della temperatura corrisponda un innalzamento del livello permanente della neve di 150 metri: “È come se la montagna si fosse abbassata di quasi trecento metri”, sottolinea Monzoni.

Risorse che da un punto di vista economico vengono “ripianate” grazie al contributo pubblico: la società Corno alle Scale Srl, infatti, ha beneficiato del contributo di 4.224.903 euro stanziati dal ministero del Turismo con il Fondo per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale istituito ad aprile 2023. A queste risorse si aggiungono gli oltre quattro milioni di euro messi a disposizione di sei imprese che gestiscono impianti a fune nei comprensori sciistici dell’Appennino e a 67 imprese (alberghi, rifugi, campeggi, ristoranti e bar) da un bando Unioncamere – Regione Emilia-Romagna.

Fonte:https://altreconomia.it/al-corno-alle-scale-e-in-corso-unimportante-battaglia-legale-contro-gli-impianti-di-risalita/

VICECAMPIONE DEL MONDO 2007 (1° nel Lazio)
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draghetto
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Inserito il - 20 gen 2024 : 15:37:39   Permalink al post Invia a draghetto un Messaggio Privato Aggiungi draghetto alla tua lista di amici  Rispondi Quotando
Milano-Cortina 2026: la Montagna non è un parco divertimenti e la nostra vita non è un gioco

L’appello del Comitato Insostenibili Olimpiadi verso l’assemblea nazionale del 20 gennaio e la mobilitazione del 6 febbraio, a due anni esatti dall’inizio delle Olimpiadi.

15 / 1 / 2024

Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, paradossalmente, stanno facendo acqua da tutte le parti. Lungo e per certi versi inutile sarebbe la lista degli sfregi, degli errori e delle meschinità che, nascondendosi dietro le solite bugie - sostenibilità, green, opportunità, lavoro - stanno portando le nostre Regioni verso l'ennesimo fallimento da ogni punto di vista.

Ad oggi appaiono più evidenti la devastazione ambientale, un po' dappertutto e, sempre meno offuscata, la violenta trasformazione del tessuto sociale della metropoli milanese, investita da un flusso di denaro, anche pubblico, che ha come conseguenza l'allontanamento dei ceti economicamente meno forti. Contemporaneamente, mentre il Pianeta vive una crisi ambientale e climatica, di cui sempre più spesso vediamo le conseguenze, causata da un modello di sfruttamento delle risorse naturali insostenibile, le Olimpiadi contribuiscono ad alimentare un modello folle di turismo in montagna e di pratica a ogni costo dello sci alpino, che le Terre Alte non possono più sopportare sul piano sociale e ambientale.

Non dovremo aspettare molto per constatare gli ulteriori passi indietro che la legislazione speciale, prevista dalle leggi che regolano questo "grande evento" produrrà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti prima, durante e dopo questo avvenimento. Alla fine, come accade dopo ogni grande evento, ci ritroveremo più poveri, molti economicamente, diversi da un punto di vista sociale e tutti, ma proprio tutti, da un punto di vista ambientale.

Non sono però poche le realtà che, ognuna a suo modo, si stanno opponendo, raccogliendo peraltro risultati, parziali, ma comunque significativi. Ciò che proponiamo è una mobilitazione congiunta, nella settimana del 6 febbraio 2024 a due anni esatti dall'inizio dei Giochi olimpici. Che ogni territorio interessato da opere e infrastrutture per i Giochi 2026 o da nuove nocività in ambiente montano si mobiliti in quella data o nei giorni adiacenti, facendo fronte comune e rompendo la “pax olimpica”, nel solco di quanto già fatto per impedire la costruzione della pista da bob a Cortina. Ogni luogo e contesto con le proprie parole d’ordine, ma uniti da un medesimo grido di allarme e voglia di diventare granello di sabbia per inceppare la macchina, portatori di un modello ecologico e sociale radicalmente alternativo.

Per coordinare le diverse iniziative e lanciare pubblicamente la mobilitazione proponiamo di vederci a Milano il prossimo 20 gennaio per un’Assemblea Nazionale.

Questo è un appello aperto a cui vi chiediamo di aderire con anche proposte concrete di iniziativa per le date proposte. Faremo circolare, in tempo reale, le adesioni e vi chiediamo di farlo girare per adesioni a vostra volta.

Comitato Insostenibili Olimpiadi - Milano

Per info e adesioni: olimpiadi@anche.no

fonte:https://www.globalproject.info/it/in_movimento/milano-cortina-2026-la-montagna-non-e-un-parco-divertimenti-e-la-nostra-vita-non-e-un-gioco/24769

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VINCITORE COPPETTA GIGANTE LEGA FORUM FEMMINILE 2010-2011
VINCITORE COPPETTA DISCESA LEGA A PUNTI E BIRRALEGA 2011-2012
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