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Hatfjell
Cristiania
  
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Inserito il - 20 gen 2009 : 15:18:40
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GLI ANNI VERDI 1987-1991
Si leggeva sull’Annuario dello Sci dell’inverno 1989, sotto la voce Deborah Compagnoni... “…Lo sci femminile italiano si aggrappa a questo talento di 19 anni per convincersi e convincere che anche l'azzurro ha cittadinanza tra i colori del Grande Sci. L'anno scorso questo sci non ha fatto nemmeno un punto in Coppa, mentre ai Mondiali la sua presenza è stata pleonastica: si riparte da zero. E il mattone più solido e più credibile sul quale fondare questa ricostruzione è una ragazza quieta, di non eccessive parole, assidua lettrice di romanzi, restauratrice e decoratrice di mobili; è una campionessa capace di essere competitiva sul piano internazionale dal gigante fin sul terreno della velocità e che in Italia, per il momento, non ha rivali in tutte e quattro le specialità dello Sci Alpino: l'anno scorso ha vinto la bellezza di sei titoli nazionali, tre assoluti (slalom, gigante e SuperG) e tre juniores (stesse gare). Il suo talento si è espresso precocemente e perentoriamente a 17 anni con la vittoria in gigante ai Campionati Mondiali juniores del 1987. Ma quello che ha più impressionato è stata la disinvoltura e la sicurezza con cui, nello stesso anno, ha affrontato il debutto in Coppa del Mondo centrando, in apertura di stagione, il quarto posto in discesa in Val d’Isere e il quinto in superG a Sestrieres che non hanno lasciato dubbi sulla sua statura di campionessa. Poi un brutto incidente nella discesa di Zinal ha compromesso una stagione iniziata trionfalmente...".
E’ l’inizio del calvario. L’operazione non è riuscita bene, Deborah ha problemi a piegare completamente il ginocchio, il dolore non passa ed è la fine della sua ascesa. La sua carriera prosegue a singhiozzo, riesce a disputare i Mondiali di Vail nel 1989, ma i piazzamenti vagano intorno al 30° posto sia in discesa che in superG. Nella stagione 1989/90 le conseguenze di quell'incidente le pesano ancora addossso come un macigno: la paura di farsi male l'ha bloccata psicologicamente. Pochi giorni prima di ritornare sotto i ferri del chirurgo riesce però a centrare un ottavo posto nel gigante di Santa Caterina.
Ristabilitasi dopo la seconda (finalmente riuscita) operazione al ginocchio, Deborah è pronta per la conferma internazionale nella stagione 1990/91. Ma ancora una volta, la sfortuna si abbatte nuovamente su questa sciatrice dal talento cristallino: Debby rischia la vita per un blocco intestinale e solo la prontezza del padre, che la carica in macchina e la porta all’ospedale, le salvano la vita. Bastavano pochi minuti in più e Deborah se ne sarebbe andata…. Deve rinunciare ai mondiali di Saalbach del 1991 ma riesce comunque a tornare a gareggiare in coppa sul finire della stagione. Poi il quarto posto ottenuto nel gigante di Vail è il segnale che la forma sta tornando quella di prima.
FINALMENTE DEBORAH 1992-1994
Finalmente Deborah è riuscita ad allenarsi con continuità per tutta l’estate. Ora ha solo 21 anni e tutto il tempo per recuperare il tempo perduto. Non farà più discesa, se non sporadicamente in qualche combinata, ma si dedicherà a slalom, gigante e SuperG. Nel frattempo, l’austriaca Petra Kronenberg, seconda dietro a Debby ai mondiali juniores nel 1987, ha già vinto due Coppe del Mondo ed è in procinto di vincere la terza, Pernilla Wiberg invece, sua rivale dai tempi del Trofeo Topolino, ha già vinto il titolo mondiale in gigante e alcune gare di coppa.
Il primo podio per Deborah arriva nella sua Santa Caterina: è seconda dietro a Vreni Schneider nel primo gigante della stagione 1991/92. Ora che ha rotto il ghiaccio Deborah fa incetta di podi. E’ quattro volte seconda in gigante, una in slalom a Maribor, ma soprattutto riesce ad ottenere la sua prima vittoria nel superG di Morzine: risultato sorprendente, tenendo conto che nei due precedenti superG, Deborah si era piazzata al 33° e 13° posto.
Alle Olimpiadi di Albertville del 1992 una pimpante Deborah Compagnoni è consapevole di giocare il ruolo di outsider in un contesto che vede tra le grandi favorite dei Giochi la padrona di casa, la francese Carole Merle e l’austriaca Petra Kronberger. La prima gara di Deborah, il superG, è un capolavoro. La gara sino alla discesa di Deborah vedeva in testa la divina Merle, ormai certa della vittoria. Ma quando scende Deborah sono squilli di tromba: affronta un passaggio difficile sul primo muro come nessun’altra, decisa e perfetta e transita al primo intermedio in vantaggio di 23 centesimi sulla francese, vantaggio che arriverà a 1'29 al secondo intermedio e a 1'41 al traguardo, lasciando annichiliti i transalpini. Il resto è storia. Il giorno dopo, quando è attesa da tutti quelli che l’avevano vista sciare il giorno prima, al bis in gigante, Deborah (partita con il numero 14) cade all’entrata della nona porta, cerca invano di rialzarsi facendo peso sul ginocchio interno e finisce fuori pista, proprio dove erano piazzati i microfoni. Il suo grido di dolore quando si rialza e porta la mano al ginocchio lacerato (rottura del crociato sinistro) fa il giro delle TV di tutto il mondo e il mito di Debby, pur nella sfortuna, forse nasce proprio lì, dalla commozione generale che ha suscitato questo episodio anche per i profani di questo sport. Dalle stelle all’ospedale il giorno dopo aver vinto l’oro olimpico. Proprio adesso. Carriera finita? Riuscirà a tornare? La guarigione è più veloce del previsto. Già nella stagione successiva Deborah riesce a tornare alla vittoria sul finire di coppa nel superG, di nuovo a Morzine e poco male se ai mondiali di Morioka ’93 non riesce a far meglio di un 5° posto in super G mentre esce dal tracciato in gigante.
Tornerà nuovamente se stessa nella stagione 93/94 con tre vittorie consecutive in gigante, delle quali una passerà alla storia per il distacco abissale (2’92) inflitto alla Ertl dopo che in prossimità dell’arrivo la valtellinese urta una porta con la spalla, gira su se stessa, si ferma e riparte! Alle Olimpiadi di Lillehammer ’94, non fa scintille in superG e in slalom ma in gigante, con lo stesso numero di pettorale di Albertville due anni prima (il 14), una favolosa Deborah Compagnoni si vendica di quel drammatico sgarbo della sfortuna e detta la sua legge di fuoriclasse. Una superiorità che vale oro. Il secondo. Scrivono i giornali “…la sua azione, che molti paragonano a quella di uomo è in realtà più femminile di quella della pattinatrice Kerrigan. La potenza è tombesca, la tattica da generale, la grinta da assaltatore ma quella grazia assolutamente divina con la quale ha accarezzato la neve, senza mai derapare, senza mai grattare, risplende dal cuore di una dolce ed elegante donna. Come l’Italia Olimpica di Lillehammer…”
NUOVI GUAI 1994-1996
Ed è proprio il modo in cui Debby ha vinto il gigante olimpico (miglior tempo in entrambe le manche, su tracciati diversissimi, di cui il secondo più filante e più simile ad un superG) a porre le basi per un attacco alla coppa generale nella successiva stagione, grazie ad un calendario di gare che quell’anno privilegiava i SuperG su piste diverse da quelle di discesa . Ma proprio quando è in procinto di partire per gli Stati Uniti, ad inizio stagione, Deborah viene bloccata dai medici per una sospetta nefrite. Di nuovo esami, terapie, bollettini clinici e intanto lei è ferma a casa a guardare le gare in TV. Rientrato l’allarme, la Compagnoni ottiene finalmente il nullaosta alle gare e rientra in coppa nel dicembre ’94 nel gigante di Alta Badia, vinto da Sabina Panzanini, dove Debby si classifica terza . Ma la stagione è ormai compromessa. Riuscirà comunque a vincere la sua sesta gara di coppa, il gigante di Haus, nel gennaio 1995. A fine stagione Deborah ottiene il permesso dalla federazione di potersi allenare e gestire con un team personale, del quale fanno parte il fratello Yuri e il preparatore atletico Roberto Manzoni. La scelta dell’allenatore cade su Tino Pietrogiovanna, valtellinese come lei e da sempre suo allenatore mentore nei lunghi periodi trascorsi lontano dalla nazionale.
Tutto è pronto per un'annata col botto ma durante un allenamento in Cile nel settembre 1995 Debby è costretta a rientrare in Italia per dolori al ginocchio. La diagnosi è preoccupante: usura della cartilagine del ginocchio destro. E’ necessaria un’artroscopia. Ancora una volta non può disputare l’inizio di coppa. Ma le voci che girano non sono rassicuranti, tanto da allarmare i tifosi e gli sponsor. Si parla di ritiro definitivo. Il 21 novembre, quando il circo bianco al femminile gareggia in Colorado, si legge sul Corriere della Sera:
“Dal Colorado rimbalzano notizie inquietanti sul futuro di Deborah Compagnoni, che reagisce con fermezza a quella che ritiene una "campagna denigratoria" nei suoi confronti. Una telefonata notturna dagli Stati Uniti, poco prima di coricarsi, non l' ha messa di buon' umore e le risposte sibilline all' interlocutore ("forse mollero' dopo i Mondiali, forse prima, o forse continuero' fino a trent' anni") hanno dato corpo a ipotesi allarmanti che l' olimpionica smentisce coi fatti, lasciando le parole all' addetto stampa della federazione. I "fatti" sono gli allenamenti al Tonale tra i paletti, segno che il ginocchio destro, su cui il professor Chambat e' intervenuto in artroscopia il 13 settembre, e' in grado di sopportare certi carichi. E "fatti" sono anche il lavoro in palestra e in piscina cui la venticinquenne valtellinese si sottopone da fine settembre e che alterna tutt' oggi all' allenamento sugli sci (ha cominciato allo Stelvio il 24 ottobre). L' usura della cartilagine del ginocchio destro, evidenziata dall' artroscopia, ha indotto lo staff che segue Deborah a procedere con estrema cautela. E i tempi di recupero sono quelli previsti, non certo rapidissimi. "Ma non dite che Deborah e' demoralizzata perche' la cosa non risponde al vero . puntualizza la portavoce .. E' determinata piu' che mai, pero' vuole tornare a gareggiare quando potra' puntare al podio. Escludo che abbia mai pensato a ritirarsi". Ma quando tornera' a gareggiare? L' ipotesi ottimistica di rientrare in Canada per il SuperG di Lake Louise del 3 dicembre pare per lo meno azzardata, visto che su piste dure l' azzurra sente ancora dolore al ginocchio destro. Piu' verosimile che Deborah faccia il suo debutto nel grande rendez vous di Val d' Ise' re, il 7 dicembre, che per molti rappresenta il vero debutto di Coppa del mondo”
Il suo rientro alle gare invece viene posticipato più volte per i postumi di una caduta in casa (quando si dice la iella). Deborah rientra alle gare nel gennaio 1996 nel gigante di Maribor, dove ottiene clamorosamente il miglior tempo nella prima manche, giungendo a fine gara seconda dietro alla Ertl. “Debbie c’è” intitolano i giornali ma l’azzurra in verità soffre di una paura inconscia nel far pressione sul ginocchio operato. Fallisce il podio il giorno dopo nella prova bis e finisce solo sesta nel gigante di Cortina. “E’ come se sciasse con una sola gamba” disse Mario Cotelli.
Ma il riscatto non tarda ad arrivare. Nel gigante mondiale di Sierra Nevada la Compagnoni, dopo una prima manche buttata alle ortiche (in cui le scappavano letteralmente gli sci sul muro finale) che la relega al quarto posto staccata di 1’13 dalla Nef, vince l’oro iridato (il primo della sua carriera) grazie ad una seconda prova al fulmicotone che mette pressione all’elvetica e la induce all’errore, facendola deragliare fuori dal tracciato dopo quattro porte. Per una volta, dopo tante sventure, ben venga questo colpo di fortuna che la riporta nell’elite mondiale In coppa intanto coglie un’altra gemma, la settima, nel gigante post mondiale di Narvik nel marzo del‘96: anche qui la Compagnoni, cade, si rialza, riparte e giunge al traguardo con più di un secondo di vantaggio sulla Panzanini, terza Isolde Kostner, in una strepitosa, unica e mai più ripetuta tripletta italiana. Vederla scendere tra i fiordi norvegesi, in una grigia mattinata invernale, tra il silenzio della natura, con la sua sciata leggera e potente, eseguita qui nella sua massima espressione, sarà sicuramente materiale di studio per le future generazioni, qualcosa da consegnare ai posteri sulla bellezza del gesto tecnico.
NEL MITO 1996-1998
Le ultime due stagioni di Deborah, prima del ritiro nel 1999, sono da incorniciare. Abbandonato definitivamente il SuperG, si concentra esclusivamente sulle discipline tecniche. Nel dicembre ’96 arriva la prima vittoria in slalom a Semmering mentre dal gennaio 1997 al gennaio 1998, vince 8 giganti consecutivi in coppa. In uno di questi, a Park City, rifila 3’41 di distacco alla seconda, circa 43 metri. Le avversarie esultano quando arrivano seconde, la sua supremazia è schiacciante, il suo talento immenso. E’ la dominatrice dei mondiali del Setrieres ’97 dove incanta il pubblico vincendo 2 ori con una fantastica doppietta in slalom e in gigante e conclude la stagione ottenendo la sua prima e unica coppa di specialità in gigante. A questo punto Deborah è in vetta al mondo. Gli italiani impazziscono per quest’atleta così speciale ma allo stesso tempo così normale e la amano istintivamente. In quegli anni la Compagnoni era davvero la più amata dagli italiani. Se ne accorge la Parah che le affida la campagna pubblicitaria sui suoi reggiseni, preferendola a Eva Herzigova che, furiosa, dichiara “le atlete facciano le atlete, che sono anche bruttarelle, le top model le facciamo noi”. Sarà, ma la partita unica di 100,000 reggiseni va esaurita in poche settimane.
Alla vigilia delle Olimpiadi di Nagano ’98, Deborah si presenta scarica e in fase calante, ottenebrata dalla responsabilità della campionessa che deve fare a tutti i costi il risultato. Le ultime gare di coppa avevano visto trionfare la Ertl negli ultimi tre giganti, e questo faceva tremare le ginocchia a tutti i tifosi italiani . Arriva a Nagano preceduta da un coro di profeti di sciagura e portasf**a. "Ah la Deborah, così cambiata non vince mica più." Perché nel frattempo Deborah si è anche innamorata di Alessandro, giovane rampollo della famiglia Benettton. Non è più motivata, dicono. "Sta troppo bene, ha la testa da un’altra parte“ A Nagano invece Deborah arriva in forma smagliante (“vado, vinco e faccio un figlio” furono le sue ultime parole prima di salire sull'aereo) e nello slalom “perde” l’oro per 6/100 a causa di una seconda manche condotta in maniera guardinga, per lo sfaldarsi della pista, troppo molle per lei che in due circostanze rischia la pelle. Largamente in testa alla fine della prima manche, deve accontentarsi dell’argento dietro a Hilde Gerg. Ma il giorno dopo Deborah annienta le avversarie trionfando nel gigante olimpico, vincendo il suo terzo oro in tre diverse edizioni dei Giochi e infliggendo 1’80 di distacco alla seconda, l’austriaca Meissnitzer. Su una pista tremendamente ostica, mentre le rivali erano alle prese con continue derapate e frenate per rimanere nel tracciato, Deborah sciava morbida, accarezzava il percorso con la sua classe unica, alzava pochissima neve anche quando gli angoli di curva sembravano impossibili. Per riassumere l’effetto che fece Deborah nel gigante di Nagano, vengono alla mente le parole di Massimo Di Marco: “non ha avuto rivali, è stato un divino monologo, incomprensibile per tutte le altre”.
L’ADDIO
Fu una giornata molto triste quel sabato di metà marzo 1999 in Sierra Nevada, quando, al termine dell’ultimo gigante di stagione in cui si piazza settima, una profondamente commossa Deborah Compagnoni comunica alla TV il suo addio allo Sci, trattenendo a stento le lacrime, che poi sfoceranno in un pianto liberatorio a telecamere spente, davanti alle rivali di sempre, Anita Wachter, Pernilla Wiberg, con le quali aveva condiviso così tanti anni di quel mondo che stava per lasciare per sempre. Anche a noi ci lasciava per sempre. Basta vittorie, imprese epiche, medaglie olimpiche. Basta con il suo viso sorridente in TV, i suoi commenti pacati, le sue osservazioni, a volte buffe comunque intelligenti, ma anche quell’espressione da predatrice al cancelletto di partenza che non avremmo visto più …quella gioia vera, moderata e mai esagerata con la quale accoglieva le vittorie, il garbo nell’accettare le sconfitte. E’ stata la prima e unica sciatrice ad entrare nell’immaginario collettivo degli italiani, esempio da imitare e da seguire, anche nella vita. Come Tomba, anche se in maniera minore, riusciva a coinvolgere un intero paese nelle sue imprese, incollando milioni di italiani alla TV durante le sue discese. E la maggior parte delle volte ci faceva pranzare felici, raramente ci deludeva. Ed eravamo molto orgogliosi di avere questa fuoriclasse delicatissima, dalle ginocchia di vetro,che sciava una spanna sopra tutte le altre. Non ci sono dubbi sul fatto che Deborah sia la più grande sciatrice italiana di sempre e una delle più grandi nella storia dello sci mondiale, probabilmente la più grande gigantista di tutti i tempi. Se la sfortuna non si fosse abbattuta su di lei avrebbe avuto un palmares inarrivabile ma forse la sua grandezza sta proprio qui, nell’aver combattuto le avversità, nell’essere risorta dopo che era data per morta. Se avesse avuto una vita facile non sarebbe stata Deborah e forse ci sarebbe piaciuta di meno.
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Modificato da - Hatfjell in data 20 gen 2009 16:30:04 |
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Kicca
Sono Azzurro di Sci
    
    

Lombardia
10879 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 15:30:20
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bellissimo! non ci sono parole..lei è unica!!!!!! ha dato tantissimo allo sci italiano! e se non fosse stata perseguitata dalla sfortuna..avrebbe potuto fare ancora di più!! e ha lasciato lo sci ancora molto giovane! ora si gode i suoi 3 bellissimi bambini e vederla sciare è tutt'ora uno spettacolo! |
Don't worry, be happy! |
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Admin
Forum Admin
    
    

Italy
12130 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 16:10:30
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bravissimo Hatfjell così si fa! |
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Lucas
Sono Azzurro di Sci
    
    
Lombardia
9567 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 16:22:06
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| Hatfjell ha scritto:
E’ stata la prima e unica sciatrice femmina ad entrare nell’immaginario collettivo degli italiani...
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Meno male che non era una sciatrice maschio!! 
P.S. Si fa per scherzare, eh?  |
"Chi mi conosce lo sa!" Alberto Tomba |
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Hatfjell
Cristiania
  
637 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 16:32:27
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| Lucas ha scritto:
Meno male che non era una sciatrice maschio!! 
P.S. Si fa per scherzare, eh? 
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Grazie ho c orretto |
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italian_boy_ge
Scio come Franz
    
Liguria
1695 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 16:37:48
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kicca...tu che puoi beccarla facilmente...potresti filmarla mentre scia in campo libero |
F 1° 2° 2° M 1°(6°Lig1) Stelle F 2°(2°Cancro2) 12° torneo bisex Fantavincitore dello slalom di Wengen Fantavincitore della prima discesa di Bansko Fantavincitore della seconda discesa di Bansko |
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lollorav78
Conduzione
   

Liguria
1346 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 16:44:45
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bellissimo report, complimenti
peccato che so youtube si trovi veramente poco, rispetto alle vittorie che ci ha regalto
figuratevi che digitando "compagnoni" i primi risultati sono riferiti ad un commentatore del calcio (?!?!?)... manco un calciatore, ma un commentatore... no comment |
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emanueza
Pronto Hermann vuoi che ti venda i miei vecchi sci?
  
    

Veneto
3542 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 16:46:23
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complimenti Hatfjell per il bellissimo report che ha riportato alla nostra memoria moltissimi piacevoli ricordi
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MI SON VENETO...E TI?
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bodetasso
Cristiania
  

Lazio
900 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 17:01:47
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fantastico articolo, complimenti!!!! |
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Abacab
Agonista
     

2110 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 17:28:24
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Bellissima immagine di una delle più grandi campionesse che tutto lo sport italiano abbia mai avuto in assoluto. Era impossibile non volerle bene, non solo per le vittorie, ma per quel bel sorriso così semplice ma anche più forte di tutte le avversità. Solo un pizzico di rimpianto nel pensare dove sarebbe potuta arrivare con un fato più benevolo, ma la leggenda è bellissima anche così. |
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franz62
Sono Azzurro di Sci
    
    

Lombardia
37985 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 20:04:16
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Con Ingo è il meglio che abbia visto in gigante. |
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rebus
Scio come Franz
    

Emilia Romagna
1852 Messaggi |
Inserito il - 20 gen 2009 : 21:55:50
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Bellissimo!! Posso riportarlo (citando la fonte) su un altro forum? |
Luigi
"Delle persone che amiamo ci basta l'esistenza" (N. Gómez Dávila)
1° DISCESA M LEGA MISTA 2018/19 - 1° DISCESA LEGA FORUM MASCHILE 2019/20 e 2020/21 VINCITORE GIOCO OLIMPIADI PECHINO 2022 |
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max4ever83
Lombardia
38 Messaggi |
Inserito il - 21 gen 2009 : 00:30:42
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mi viene da piangere... |
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Mike Von Gruenigen
Sono Azzurro di Sci
    
    

Abruzzo
6173 Messaggi |
Inserito il - 21 gen 2009 : 00:35:00
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| lollorav78 ha scritto:
bellissimo report, complimenti
peccato che so youtube si trovi veramente poco, rispetto alle vittorie che ci ha regalto
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su youtube i video non escono bene, perchè passa troppo tempo tra l'arrivo di Debora e quello della seconda classificata....... |
Medaglia d'oro e bronzo in combinata ai Mondiali di Are 2007
Medaglia d'oro in DH Maschile Mondiali Val D'Isere 2009 Medaglia d'argento in GS Mondiali Val D'Isere 2009 Medaglia d'argento in SL Mondiali Val D'Isere 2009
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Carcentina
Sono Azzurro di Sci
    
    

Lombardia
17601 Messaggi |
Inserito il - 21 gen 2009 : 08:38:10
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bellissimo!
complimenti    |
Voglio il Siberian Polar Express Livigno miglior posto al mondo....per fare il pieno di benzina. |
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Hatfjell
Cristiania
  
637 Messaggi |
Inserito il - 21 gen 2009 : 12:10:18
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| rebus ha scritto:
Bellissimo!! Posso riportarlo (citando la fonte) su un altro forum?
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si certo |
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