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Grange - Miller: a Kitzbuhel è festa per due
di Luca Perenzoni

Nemmeno super Byggmark è riuscito a spezzare l'egemonia di Jean Baptiste Grange. Dodici mesi fa da queste parti lo svedese infilò una doppietta che lo lanciò verso l'Olimpo dei rapid-gates, oggi il biondino dalla faccia da ragazzo ci ha riprovato, ma nulla ha potuto contro il francese capace di cogliere la seconda vittoria consecutiva, la quarta stagionale se si considerano la supercombinata di Wengen e lo slalom di La Villa, del mese scorso. Trentadue giorni e quattro vittorie: un ruolino di marcia impressionante quello di Grange che si può ora candidare al ruolo di sorpresa dell'anno; il transalpino impressiona per stabilità, sia tecnica che mentale, tanto da non soffrire minimamente di alcuna pressione che l'improvvisa notorietà ha portato con sè. Il successo nell'insipido slalom di Kitzbuhel è stato forse meno ampio rispetto ai precedenti, ma il ventiquattrenne di Francia non ha mai dato l'impressione di poter perdere questa gara, una sensazione che in genere accompagna quegli atleti che sanno godere di una netta superiorità (anche se pur momentanea) sulla concorrenza. E così a tutti gli altri ora non resta che ammirare l'azione di Grange o provare a fare qualcosa, anche se invano, come accaduto oggi allo stesso Byggmark, arresosi per soli 15 centesimi al termine delle due manche sul dolce, dolcissimo pendio della Streif, tanto elettrizzante quando attaccata dagli uomini jet, tanto innocente se graffiata dalle lamine degli slalomisti. Ma queste sono le decisioni della Fis, alla faccia dello spettacolo ed è forse energia sprecata tentare di lamentare lo scarso appeal di questa prova. A completare il podio dello slalom ha contribuito il campione del mondo Mario Matt, altro uomo che sa esprimersi molto bene anche nei tratti meno ripidi, come il secondo francese di giornata, Julien Lizeroux, quarto oggi e già capace di mettere in fila tutta la concorrenza nell'antipasto di Westendorf di pochi giorni fa. Quinta piazza per un Rainer Schoenfelder sempre più in ripresa che precede Felix Neureuther e un Benni Raich che, nell'intento di salvare i punti della combinata, non è riuscito ad andare oltre la sesta piazza senza comunque trovare la gioia della vittoria. Uno strano gioco del destino ha infatti riproposto sul gradino più alto della vera combinata di Kitzbuhel nientepopodimeno che Bode Miller che sembra essere in grado di vincere sulla Streif solo in questa disciplina, come suggerirebbe il precedente successo targato 2005. Miller finisce (bene) il secondo slalom consecutivo ed esce come vero vincitore del fine settimana tirolese: due podi, una vittoria, un piazzamento in slalom; una spinta poderosa al morale e alla classifica generale in un cammino che, pur senza il convalescente Svindal, sembra complicarsi oltremisura per il ragioniere Raich che riconquista la vetta della graduatoria con una trentina di punti di margine sullo stesso Miller.

Ed arriviamo alla giornata azzurra che mette sul piatto della bilancia un doppio decimo posto, dal sapore leggermente diverso. Ha il gusto della conferma quello di Christof Innerhofer nella combinata: in cerca di esperienza ieri, discreto oggi, il pusterese si conferma uomo del futuro per la polivalenza nostrana. Meno dolce invece l'uguale piazzamento di Manni Moelgg in slalom: dopo una buona prima manche il marebbano non è riuscito a cambiare ritmo, confermando di attraversare un momento di brillantezza leggermente minore rispetto agli ultimi standard: ci può tranquillamente stare ed il terreno per riprendere il cammino ci sarà già martedì sera nella magica atmosfera della Planai di Schladming. Il diciannovesimo posto di Deville, il ventiduesimo di Thaler ed il ventiseiesimo di Razzoli completano il bilancio azzurro dello slalom che ha visto Rocca uscire nel corso della seconda discesa dopo aver chiuso in 17ima piazza la prima frazione.
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