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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Nonno Paquito Inviato - 17 ott 2005 : 17:18:45
Hola

Leggendo nel Forum Nevasport ho trovato che diversi forumisti si sono lagnati che hanno trovato su e-bay giacche, pantaloni e completi da sci della Spyder e North Face che erano un'imitazione fatta in Cina.

Si sono dati abbastanza casi, perche han finito per unificare tutte le discussioni in una sola.
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
karlinetor Inviato - 05 nov 2005 : 17:16:32
ma voi avete mai visto un cinese morto? ne hanno mai parlato? secondo me li riciclano......oppure sono dei robot.....mah, chissà che cosa cè sotto!
matt Inviato - 05 nov 2005 : 17:07:49
in effetti è tutta questione di qualità e concorrenza.
i cinesi, che producono cose con loro marchi a prezzi bassissimi sono molto più competitivi degli italiani, che producono articoli a qualità simile a prezzo superiore, è ovvio che il consumatore compra cinese.
altro paio di maniche è la contraffazione o il copiare un brevetto, e ciò è illegale e penalmente perseguibile
@ katunga
se il vostro prodotto è coperto da brevetti potete scannare i cinesi, se no ho paura che non ci sia niente da fare
Frantz no Klammer Inviato - 05 nov 2005 : 08:22:22
Katunga, quando racconti la tua esperienza mi trovi daccordissimo! e altro che cappotto, se le cose stanno così gli dovete rompere il c¶#o!
Io non parlo di contraffazione o spionaggio industriale, mi riferisco a ciò che i cinesi vendono nei negozi cinesi: valige, scarpe, maglie, ombrelli ecc.
Lo so, mettono in crisi le aziende italiane, ma io che ci posso fare? Compro italiano in modo autolesionistico?
C'è già una ditta (non vorrei aprire un altro fronte) italiana che, per il fatto che gli automobilisti sono (o meglio erano) nazionalisti e che i ricambi si trovano in farmacia, ha sfornato per una decina d'anni auto inferiori alla concorrenza e a prezzi maggiori, no?
Quando si tratta di dire che Salomon è cara per quel che offre siamo un po' tutti daccordo, e per la ditta di cui sopra?
Non potrebbe essere che qualche ditta sia un po' troppo cara?
Non sarà che non tutti al mondo possono spendere tre quattro giorni di lavoro per una maglia Benetton e che al mercato una magliaccia anonima costa 20 euro e la stessa dai cinesi ne costa 5?
Una ragazza di call center piglia 800 euro (se va bene) per oltre 20 giorni di lavoro cioè 40 euro al dì. Secondo voi dove veste, da Versace? E se si compra un ombrello dai cinesi manda a rotoli l'economia italiana?
Ma dai....
Io per fortuna non mangio (ancora) pane e cipolla e riesco ancora a scegliere cosa comprare, ma lo possono fare tutti?
Comunque provo a non replicare più, siamo finiti troppo OT, ma mi ha fatto piacere scoprire che in questo forum ci si può confrontere anche su temi delicati e fra persone con posizioni opposte senza litigare. Siamo tutti dei grandi
Katunga Inviato - 04 nov 2005 : 17:44:33
x lepridottero
concordo con te su entrami i punti
Il fatto è che, come leggerai nel mio post precedente, sono purtroppo fortemente invischiato nel problema Cina/copie/basso prezzo

Passo e chiudo
ciao
kaleos Inviato - 04 nov 2005 : 17:40:22
E se vi dico che in Cina hanno copiato anche dei modelli di seggiovie europee??
Katunga Inviato - 04 nov 2005 : 17:39:15
Caro Franzo No Klammer
Quanto allo straniero che va in Cina o in Romania a produrre, mi riferivo a quelle aziende che là vi producono il loro proprio prodotto con il loro marchio con un'attività regolare, pulita, senza sfruttamenti (e ti assicuro che ce ne sono di aziende così) e non a chi va in Cina o in Romania a produrre imitazioni e/o copie contraffatte sfruttando magari il bambino di 8/10 anni.
Esempio: si io produco in Italia televisori ed il mio costo di produzione è di 100, mentre al consumo è di 200, e mi trovo nella grande distribuzione televisori che costano al pubblico 90, i casi sono tre:
a) chiudo perchè non vendo più
b) vado a produrre dove il costo è basso
c) faccio produrre su licenza dove il costo è basso

Noi (l'azienda per la quale lavoro) stiamo subendo da 2 anni una concorrenza spietata dalla Cina sul mercato americano con copie perfette del nostro prodotto. Abbiamo praticamente perso questo mercato che assorbiva il 30% del fatturato. Di certo qualche cliente americano ha mandato in Cina i nostri prodotti per essere copiati. Vorremmo adire a vie legali (la giustizia americana è molto severa in questi casi) ma ci necessitano le prove che purtroppo non abbiamo. Le stiamo cercando e ti assicuro che, se dovessimo venirne in possesso, ci verrebbe riconosciuto un lauto risarcimento perchè là , a differenza che da noi, il brevetto, il copyright ed anche solo il frutto dello studio, dell'intelligenza sono severamente tutelati. Per il momento i nostri clienti si difendono dicendo che questi prodotti gli sono stati offerti da aziende cinesi. Ripeto: si tratta di copie marcate "made in china" e non di copie con contraffazione del marchio e quindi l'acquirente non è perseguibile, a meno che, ci sia del dolo sotto. Speriamo di dimostrarlo.
Intanto abbiamo vinto una causa a N.Y. con un cliente al quale avevamo dato del materiale pubblicitario che ha pubblicato sul suo catalogo e poi è andato in Cina ad acquistare. Il Giudice ci ha dato ragione perchè l'utilizzo del materiale pubbicitario sottointendeva l'impegno del cliente ad acquistare da noi i prodotti pubblicati a catalogo.
Per il momento siamo 1 a 0 e palla al centro (come si dice)
Speriamo di fare cappotto.

ciao

lepridottero Inviato - 04 nov 2005 : 17:30:06
Katunga, chiaramente concordo con te. E' lo scollamento tra teoria e pratica. Però è anche vero che una volta che uno Stato ha firmato un trattato non è più sovrano di fare quel che vuole, altrimenti il trattato diventa carta igienica. Che poi lo si faccia è un altro discorso...

Per il resto, forse è il caso (io per primo) che lasciamo tutti perdere questa discussione, dato che non solo siamo abbondantemente OT, ma in più ci stiamo pericolosamente avvicinando alla soglia della politica.
persianocrema Inviato - 04 nov 2005 : 16:35:21
Citazione:
Messaggio inserito da franky

ABBASSO LA MERCE PROVENIENTE CHINA!!


vOLETE GARANTIRVI UNO STIPENDIO PER TUTTA LA VITA? BOICOTATTE I PRODOTTI CINESI!!!

Questo ve lo dice un commerciante!sapete quante ditte di tessitura o di materi plastiche hanno chiuso nella mia provincia(forse una delle prime come occupazione in Italia) grazie alla cina???

Sembra bello comprare un ombrello a 1 euro o un paio di jeans a 5 euro ma sappiate che ci stiamo pian piano togliendo il pane di bocca!!!



straquoto franky
Faccio solo notare una cosa, il mercato esiste perché c’è richiesta, la richiesta c’è perché ci sono gli acquirenti, gli acquirenti chi sono?… NOI…
Compriamo made in china, però poi non lamentiamoci se amici, parenti, conoscenti, il vicino di casa… o noi stessi restiamo senza lavoro…
Scusate lo sfogo, forse perché il settore tessile di cui faccio parte è uno dei più bastonati…
Frantz no Klammer Inviato - 04 nov 2005 : 14:55:14
E' lapalissiano che se l'oggetto porta un marchio contraffatto è fuorilegge e pertanto va perseguito.
Io parlavo di prodotti "puliti", vendibili in negozio, of course.
Frantz no Klammer Inviato - 04 nov 2005 : 14:52:46
Citazione:
Messaggio inserito da Katunga

Non stavo parlando dello straniero che va in Cina ad impiantere un'attività per produrre a basso costo, ma dell'azienda cinese che si immette sul mercato semplicemente sfornando copie, sfruttando il lavoro e la fatica altrui. ...

Eh? scusa eh, ma "un tipo che va ad impiantare un'attività per produrre a basso costo" aggiungo: proprio per questo senza curarsi del modo in cui si produce "a basso costo" tu come lo chiami: benefattore?
L'azienda cinese che s'immette sul mercato sfornando copie mi sembra sfrutti solo i propri lavoratori (direi schiavi, ma a qualcuno potrebbe sembrare troppo).

Dici che copiano? E i jeans Rica Lewis della Standa?
E Original Marines che ha le scapre uguale alle Pirelli?
E la Benetton con le polo?
E tutta la biancheria dei discount o dei vari Panorama Standa ecc. non sono copiate da Bassetti, Pompea ecc.?
E non sono fatte in Cina o a Taiwan?
E perchè nessuno si indigna?
Le polo Benetton sono "ispirate", "simili" alle Lacoste?
Secondo voi sono frutto di anni di studio e solo casualmente sono uscite identiche? Sono prodotte dentro l'Arena di Verona o in Cina?
E dov'è lo scandalo?
Se vogliamo sapere da chi i cinesi hanno imparato a fare scarpe da ginnastica, chiediamolo alla Nike, no al poveraccio che se le compra al mercato....Mi sono un po' scocciato di essere sempre il colpevole di tutto...
Se, tanto per dire, qualche cinesino offrisse alla Rossignol di produrre i 9S a 18 € al pezzo mentre ora gli costano (poniamo) 250, all' AD di Rossignol fregherebbe qualcosa sapere che le ore necessarie alla produzione varrebbero (sempre per ipotesi) 18 centesimi al lordo delle spese? e che a quel livello retributivo i dipendenti lavorerebbero come schiavi?
Boh.
...e il cattivo sono io....mah!
Katunga Inviato - 04 nov 2005 : 12:28:52
Facciamo chiarezza: il Wto ha delle regole che gli stati membri dovrebbero osservare ma che non sempre fanno per tornaconto. Uno stato membro può anche agire al di fuori di queste regole (è già successo tante volte, es. appunto per le banane) e quindi un altro stato membro può ricorrere.
Se è previsto il ricorso significa che c'è stato un abuso da parte di qualcuno altrimenti perchè ricorrere?
Il Wto può solo intimare, e non obbligare perchè ogni stato è sovrano, a rivedere la posizione pena sanzioni sottoforma di dazi sulle loro esportazioni.
E' quello che ho detto io e che hai confermato anche tu:

"Per quanto riguarda i dazi USA relativi alla guerra delle banane, essi sono stati consentiti dal WTO solo come sanzione rispetto alla preferenza riservata dalla UE ai paesi APC.

Relativamente alla procedura giurisidizionale, contro la sentenza del WTO è possibile fare ricorso, ma solo per un secondo grado all'interno del WTO stesso. Il problema però sorge nel far rispettare le sentenze, ed è per questo che viene concesso alla parte vincitrice (a volte) di imporre nuovi dazi, per questa ragione solo provvisori."
lepridottero Inviato - 04 nov 2005 : 11:05:19
Katunga, purtroppo ti devo contraddire anch'io...

Gli Stati membri del WTO non sono liberi di imporre dazi. Al momento delle trattative, infatti, tali dazi sono stati "consolidati", cioè per quelli che già esistevano è stata prevista una soglia massima. Tale soglia non può essere alzata in via unilaterale, ma solo abbassata (ma in tal caso a favore di tutti gli Stati WTO). E' concesso aumentare un dazio solo all'interno di una specifica trattativa con l'altro paese, vale a dire: "Se tu mi alzi il dazio su questi prodotti, me lo devi abbassare su questi altri".

Per quanto riguarda i dazi USA relativi alla guerra delle banane, essi sono stati consentiti dal WTO solo come sanzione rispetto alla preferenza riservata dalla UE ai paesi APC.

Relativamente alla procedura giurisidizionale, contro la sentenza del WTO è possibile fare ricorso, ma solo per un secondo grado all'interno del WTO stesso. Il problema però sorge nel far rispettare le sentenze, ed è per questo che viene concesso alla parte vincitrice (a volte) di imporre nuovi dazi, per questa ragione solo provvisori.

Katunga Inviato - 04 nov 2005 : 09:04:17
Lepridottero ha ragione: la Cina è entrata nel Wto il 11/12/2001, sei anni dopo la sua nascita. Ero rimasto un po' indietro.

Ovviamente il discorso contraffazioni vale per tutti, italiani inclusi. Se ne parla ora così accanitamente perchè con il fenomeno Cina si è andati oltre ogni, seppur sbagliata, tolleranza.

Circa i dazi devo contraddirti, ogni nazione (noi dobbiamo farlo comunemente come UE) è libera di appliarli (es. dazi Usa del 60% verso UE per la famosa guerra delle banane, applicati massiciamente su molti prodotti, poi ridotti drasticamente dal Wto. E' successo anche il contrario, dazi UE verso Usa poi azzerati e/o ridimensionati). La nazione che li subisce può richiedere l'arbitrariato del Wto la cui decisione finale è inappellabile.

What is the WTO?
The World Trade Organization (WTO) is the only global international organization dealing with the rules of trade between nations. At its heart are the WTO agreements, negotiated and signed by the bulk of the world’s trading nations and ratified in their parliaments. The goal is to help producers of goods and services, exporters, and importers conduct their business.


lepridottero Inviato - 04 nov 2005 : 00:58:10
Un paio di precisazioni.

Scusa Franky, ma il tuo discorso è semplicemente assurdo. Basta conoscere un po' di Economia internazionale per rendersi conto che non sta in piedi. Se poi vogliamo vedere nel concreto le differenze tra teoria e realtà, lì posso essere d'accordo che insorgono dei problemi, ma la questione è parecchio più complicata di come l'hai presentata tu.

Per quanto riguarda il WTO, la Cina ne fa già parte da qualche tempo, e i relativi negoziati sono durati ben 15 anni: hanno perciò avuto abbastanza tempo per parlare un po' di tutto... Gli stessi dazi sul tessile erano stati ritagliati a misura per le specificità cinesi.

Infine, il problema contraffazione. Che sia illegale, non ci piove. Tuttavia, io abito a Fontana di Trevi, a Roma, e sotto casa mia ci sono decine e decine di bancarelle (gestite da italiani) che vendono merce contraffatta. Inutile sottolineare come nessuno dei numerosi vigili/poliziotti/carabinieri/ecc. in servizio da queste parti se ne sia mai interessato...forse dovremmo essere noi i primi a svegliarci, no?

P.S. Da non dimenticare mai quando si parla di questi temi: poichè l'Italia fa parte del WTO, non può imporre dazi di alcun tipo (tendenzialmente).
Teozena Inviato - 03 nov 2005 : 19:35:54
su quello hai ragione ma ti posso garantire che sono anche molte ditte europee ed americane che gli chiedono copie spudorate!!

e loro eseguono......

è vero anche che ci sono ditte direttamente in cina che si immettono sul mercato copiando e basta!!!

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