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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
FantaskiNews
Inviato - 21 nov 2011 : 10:55:28Ted Ligety: la FIS è una dittatura di Matteo Pavesi
Durante i lavori del consiglio FIS di novembre è stato redatto un "codice" per gestire casi di "comportamento improprio" da parte degli atleti fuori dai momenti ufficiali, ad esempio per l'utilizzo dei social network per criticare la federazione. La conferma dell'esistenza di questo codice, di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa, ha scatenato enorme indignazione sulla Rete, tra blog e social network, con commenti a senso unico: la FIS sembra volersi trasformare in un regime repressivo più che in una federazione moderna.
Tra le tante si è levata alta e forte la voce di Ted Ligety, tra i primi, la scorsa estate, a criticare pubblicamente e duramente le scelte federali sulle nuove regole per i materiali. Ecco quanto pubblicato da Ted sul proprio sito:"
La tirannia della FIS è durata fin troppo. Sembra che la FIS stia facendo di tutto per rovinare lo sci. La FIS è una dittatura. Cercano il controllo assoluto e poi provano ad ammorbidire le intenzioni con un po' di falsa benevolenza. Gli atleti, la SRS (Associazione dei fornitori) e le Federazioni Nazionali sono completamente impotenti, ne possono portare alcun cambiamento positivo o contrastare le regole che la FIS impone.
Sembra che proprio non ci sentano su questo argomento ma è fondamentale per il futuro dello sci. Le nuove regole non possono passare così come sono. Alla fine rovineranno questo sport. Come molti già sanno la FIS sta imponendo nuove regole che ci porteranno indietro nel tempo. Il gigante è messo ingiustamente nel mirino. Le regole attuali prevedono un raggio di >27 (più sciancratura) e una lunghezza minima di 185cm, le nuove regole prevedono >35 metri (sci dritti come negli anni '80) e lunghezza minima 195cm (io scio con raggio 29m, lunghezza 191cm). La FIS ha messo insieme un studio sui dati degli infortuni registrati dal 2006 ad oggi: un lasso di tempo che non dimostra nessuna relazione tra gli infortuni e i materiali nelle varie epoche. Avremmo bisogno degli stati rilevati negli anni '80 per vedere delle correlazioni, non solo negli ultimi 5 anni. Nello studio dicono che 36 sciatori si sono infortunati seriamente (più di 28 giorni di stop) in discesa, 9 in super, 16 in gigante e 11 in slalom. Però non considerano che il GS è la specialità più praticata, tutti si allenano in GS, dai slalomisti ai discesisti. (NdR: le statistiche sugli infortuni considerano sia le gare che gli allenamenti ufficiali). Probabilmente ci sono 200 manche di gigante per una di discesa e nella gare ufficiali in gigante ci sono 2 manche mentre la discesa ne ha una. Anche senza far troppi conti è ovvio che gli infortuni per manche in gigante sono molto meno che in discesa. E questo solleva una domanda ancora senza risposta: perchè il gigante è nel mirino della FIS?
In Coppa è raro che la maggioranza degli atleti sia d'accordo su qualcosa. Le nuove regole, special modo in gigante, hanno riunito gli atleti come mai prima, 41 dei primi 50 atleti al mondo hanno firmato una petizione contro le nuove regole, e a Soelden 15 dei primi 20 gigantisti (gli Austriaci non sono venuti) si sono incontrati per discuterne. (va notato che soltanto 2 atleti hanno pubblicamente sostenuto le nuove regole, ovvero Hannes Reichelt e Benjamin Raich e soltanto un produttore, Amer Sports ovvero Atomic e Salomon). (continua)
15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti)
Katunga
Inviato - 28 nov 2011 : 16:28:08
eugenio ha scritto:
se fosse semplice troveresti il progetto con tanto di esecutivo nei baci perugina...
quante scatole devo comperare per trovare il bacio giusto?
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 14:57:35 Non lo metto in dubbio, ma penso comunque sia fattibile ed il fatto che ci cominciamo a ragionare sopra vuol dire che non è un ipotesi tanto peregrina. Occorre solo l'industrializzazione e l'implementazione di cose che sul mercato sono già reperibili.
eugenio
Inviato - 28 nov 2011 : 14:53:09 se fosse semplice troveresti il progetto con tanto di esecutivo nei baci perugina...
Katunga
Inviato - 28 nov 2011 : 14:42:59 Allora vediamo, ci vuole un piccolo chip inserito nella talloniera e nel puntale che sente le sollecitazioni. Da solo però non può far nulla, quindi bisogna collegarlo ad una centralina che elabora i dati e trasmette il comando di sgancio ad un sistema meccanico, anch'esso inserito nella talloniera e nel puntale.
Come reagirebbe in presenza di freddo -20° Però gli sci sono due, che fare se uno passa il valore impostato di sgancio e l'altro no? Ci vuole un collegamento WiFi che comandi l'apertura anche dell'altro attacco.
Non sono un elettronico, ma mi sembra un poco complesso, però magari si può fare. Le dimensioni di questi nuovi attacchi?
C'è qualche ingeniere eletronico?
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 13:46:26
Grigo ha scritto:
Il tuo progetto di attacco, può anche essere interessante, e magari anche realizzabile. Ma con che costi? E chi sarebbe disposto a comprarlo? Penso che la risposta sia univoca.
Nessuno? Da vedere ai posteri l'ardua sentenza. Si può tuttavia certamente dire: - che le attuali politiche di marketing hanno declassato l'attacco a semplice accessorio; - che alle aziende conviene investire per modificare un paio di stampi piuttosto che modificare gli attacchi.
Con questo sembrerebbe proprio che alle aziende ed alla FIS non frega nulla della sicurezza. Dunque a che cavolo serve modificare per l'ennesima volta i raggi (sarebbe la terza volta a partire dal 2003) quando ad oggi tale misura, visto che gli stessi dati raccolti dalla FIS lo fanno capire, basta saper interpretare i numeri con un po' di sano scetticismo, testimonierebbero la loro assoluta ininfluenza sulla riduzione degli infortuni gravi. Solo che questo non è stato oggetto di una specifica domanda ai professori di Salisburgo.
Ad oggi non ho tuttavia ben capito se sei favorevole al mutamento delle regole in gigante o sei contrario?
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 13:30:11 @Eugenio Potrebbe essere un idea da sviluppare. Ovviamente riprodurre in laboratorio tutte le casistiche è impossibile ma andrebbe tentato in nome della sicurezza, non pensi?
Grigo
Inviato - 28 nov 2011 : 13:27:28 Enrico, io non ho antipatia preconcetta. Ho delle opinioni. Poi se ci troviamo a ber un qualcosa assieme, io sono il primo a batterti una pacca sulla spalla. Ma quando si scrivono delle proprie idee, e non sono allineate, permetti che ognuno sia libero di farlo, al di la della sua vecchiaia forumistica? Scusami comunuqre se ti ho annoiato con la mia descrizione : ma per evitare fraintendimenti ho preferito fare un discorso un po più complesso, altrimenti qualcuno meno "agonistico" rischia di non capire. Tu dici "Io stesso utilizzo per le mie garette master della parrocchietta, attacchi con mollone max 18 (anche se regolati a 10 avanti ed 11 dietro). Il perché è spiegabile dal fatto che in passato ho avuto brutte esperienze con gli attacchi Din Max14, perché duravano molto di meno e quindi dopo un paio d'anni le talloniere perdevano di precisione e si aprivano all'improvviso."
ahí ahí... vuol diré che mi risparmi sulla sicurezza??? Forse un attacco, se lo vuoi sicuro, e per far le gare, non ha una vita eterna... ma per risparmiare due lire, prendi quelli che tirano un po di più, per tirarli un po di meno...! E poi parliamo di rivoluzionarli? Se si cominciasse ad usarli nel modo corretto, forse, si eviterebbero molti infortuni causati dall'attacco! Forse!
Il tuo progetto di attacco, può anche essere interessante, e magari anche realizzabile. Ma con che costi? E chi sarebbe disposto a comprarlo? Penso che la risposta sia univoca.
eugenio
Inviato - 28 nov 2011 : 13:15:05 perdonami Enrico, ma faccio fatica a concepire il tuo step di avanzamento tecnologico, perchè non credo che sia compatibile con TUTTE le variabili motorie e dinamiche dello sci... è pur vero che con un salto simile di tecnologia sarebbe semplice inserire nel microchip una micro stampante che quando ti rialzi 200 metri sotto (se ti rialzi) ti consegna un micro bigliettino con su scritto "ops, scusami... non volevo...non ce n'era bisogno), ma io preferirei farne a meno... (perdona la battuta)
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 12:57:47 Il giroscopio percepisce che sei oltre i 90° contemporaneamente su tutti e due gli sci e non percepisce il carico del tuo peso (perché sei in volo o sei già sdraiato). Per avere vincolo sulla neve, a meno di non essere su una parabolica in contro pendenza, non puoi andare a 90° puoi tendere ma non arrivarci. Quindi solo quando i sensori percepiscono l'assenza di gravità combinata con l'inclinazione uguale o maggiore di 90° sia laterale che longitudinale (in caso di presentat-arm) i molloni laterale si scaricano in modo che applicando una colpo secco laterale di almeno 10Kg (un valore a caz.o ma che possa essere almeno doppio del peso dello sci e dello scarpone) immagino che si potrebbe abbastanza bene riprodurre lo schema della caduta da catapulta. Per questo ho parlato di un doppio sensore uno rivela il carico gravitazionale sullo sci/attacco, mentre l'altro rileva l'inclinazione (ma volendo potrebbe rilevare anche l'accelerazione/forza centrifuga applicata sullo sci (in modo da recepire un'eccessiva velocità rotatoria dei piedi dello sciatore in caso di volo con avvitamento). Mi risulta difficile descriverlo.
Katunga
Inviato - 28 nov 2011 : 12:11:15
Enrico ha scritto:
Sai Grigo, la cosa che mi stupisce e che non capisco proprio, è la tua antipatia preconcetta nei miei confronti. Non sono mai stato né ostile né tanto meno aggressivo o poco educato nei tuoi confronti, anche e soprattutto in passato, e francamente non riesco a capire tutto ciò. Comunque lasciamo perdere (davvero!! ti prego di non sprecare del tempo a replicare a queste due righe perché non fa nulla, concentrati piuttosto su ciò che ho scritto dopo e sul quale gradirei il tuo parere di costruttore/atleta).
Quella degli attacchi era la mia controproposta fin dagli albori delle discussioni sul cambio regolamentare. Ti ringrazio per la tua delucidazione che non sarà certo sfuggita a chi come il sottoscritto di gare ne mastica un pochino (certo non al tuo livello altissimo e nemmeno paragonabile a quello di Eugenio o Daniele), avendo già riscontrato sul campo della differenza più evidente di un attacco race-race da quello plafonato da negozio con Din max 14 (l'assenza della piastrina in teflon sulla piastra di fissaggio del puntale dove alloggia lo scarpone). Io stesso utilizzo per le mie garette master della parrocchietta, attacchi con mollone max 18 (anche se regolati a 10 avanti ed 11 dietro). Il perché è spiegabile dal fatto che in passato ho avuto brutte esperienze con gli attacchi Din Max14, perché duravano molto di meno e quindi dopo un paio d'anni le talloniere perdevano di precisione e si aprivano all'improvviso.
Entrando poi in un discorso di tipo giuridico, Eugenio ha perfettamente ragione sui motivi per i quali la FIS potrebbe assolutamente rifiutarsi di adottare una regola come quella proposta da Bode e che io ho cercato di interpretare. L'assunzione di responsabilità sottoscritta dagli atleti contrasta con gli eventuali regolamenti su regolazioni obbligatorie degli attacchi. Ovvero stanno annusando cause di risarcimento milionarie, sulla scia del primo caso Lanzinger.
Quanto alla caduta di De Tessier di ieri, è vero che il primo sci si è aperto nella caduta, mentre l'altro gli è rimasto attaccato nella successiva fase di scivolamento. Secondo me il limite degli attacchi è questo il meccanismo dovrebbe diventare ancora più selettivo, ovvero percepire che lo sci è scarico di pressioni gravitazionali (perché lo sciatore è sdraiato per terra) e quindi allentare la presa per facilitare lo sgancio in caso di una eventuale successiva rotazione laterale per evitare danni all'articolazione.Oggi esistono dei sensori microsocopici (come quello inserito nelle suole delle scarpe Nike) che possono essere interfacciati con gli I-pod per calcolare le distanze percorse correndo ed il ritmo utilizzato per percorrere tali distanze, per cui non vedo perché l'utilizzo di tali sistemi elettromeccanici non possa essere utilizzati anche nella tecnologia degli attacchi. Oppure pensate ai sensori giroscopici utilizzati per il traction control delle motoGP. Il sensore percepisce l'inclinazione a 90° come quella in cui lo sci si deve sganciare per un carico torsionale anche minimo. Se tali tecnologia la cui industrializzazione non è ormai impossibile venisse introdotta forse assisteremmo a minori danni susseguenti alle catapulte indotte dagli attuali sci e soprattutto alla neve riportata ai lati del tracciato.
Insomma sono tecnologie alla portata delle imprese e se non vengono adottate è solo perché il mercato non vuole recepirli. Quanti di noi, onestamente, hanno data l'importanza che realmente merita l'attacco rispetto allo sci? Pensate che oggi l'attacco è considerato un semplice accessorio il cui prezzo è ormai compreso in il quello d'acquisto dello sci stesso.
Ecco perché penso che una imposizione regolamentare possa imprimere un'accelerazione nella ricerca di elementi decisamente innovativi sulla realizzazione degli attacchi.
Valgardena, salto di 70 mt alle Gobbe del Cammello: come fa l'attacco a capire che sei in salto e non in volo? Lo sci spesso è a 90° (presa di spigolo in curva) anche quando non si sta cadendo. Non sono un tecnico e non so dare risposte, però nella MotoGP la ruota è sempre a contatto con l'asfalto mentre lo sci, tra salti, govve, bobbette, ondulazioni, spesso si stacca.
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 12:10:50 Non avevo dubbi in proposito! Modificare gli stampi costa assai meno che andare ad implementare una nuova tecnologia. Perseverare sulla strada di aumentare i raggi come avviene fin dal 2003 non ha portato nessun beneficio, ma questi signori piuttosto che prendere atto che la cura è sbagliata...
didibi
Inviato - 28 nov 2011 : 11:56:50
Grigo ha scritto:
ora ti sei lanciato sugli attacchi! Quando mai nessuno neanche degli atleti ne ha mai parlato, se non in via provocatoria.
sugli attacchi a livello Fis si è parlato eccome; che poi si sia deciso di intervenire sulle misure degli sci è dovuto anche ai notevoli costi di ricerca per rivoluzionare gli attacchi;
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 11:35:55 scommetto che ti riferivi a questo pezzo!
franz62
Inviato - 28 nov 2011 : 11:25:08 Voglio un attacco che mi fa partire Hendrix in cuffia.
Enrico
Inviato - 28 nov 2011 : 11:13:47 Sai Grigo, la cosa che mi stupisce e che non capisco proprio, è la tua antipatia preconcetta nei miei confronti. Non sono mai stato né ostile né tanto meno aggressivo o poco educato nei tuoi confronti, anche e soprattutto in passato, e francamente non riesco a capire tutto ciò. Comunque lasciamo perdere (davvero!! ti prego di non sprecare del tempo a replicare a queste due righe perché non fa nulla, concentrati piuttosto su ciò che ho scritto dopo e sul quale gradirei il tuo parere di costruttore/atleta).
Quella degli attacchi era la mia controproposta fin dagli albori delle discussioni sul cambio regolamentare. Ti ringrazio per la tua delucidazione che non sarà certo sfuggita a chi come il sottoscritto di gare ne mastica un pochino (certo non al tuo livello altissimo e nemmeno paragonabile a quello di Eugenio o Daniele), avendo già riscontrato sul campo della differenza più evidente di un attacco race-race da quello plafonato da negozio con Din max 14 (l'assenza della piastrina in teflon sulla piastra di fissaggio del puntale dove alloggia lo scarpone). Io stesso utilizzo per le mie garette master della parrocchietta, attacchi con mollone max 18 (anche se regolati a 10 avanti ed 11 dietro). Il perché è spiegabile dal fatto che in passato ho avuto brutte esperienze con gli attacchi Din Max14, perché duravano molto di meno e quindi dopo un paio d'anni le talloniere perdevano di precisione e si aprivano all'improvviso.
Entrando poi in un discorso di tipo giuridico, Eugenio ha perfettamente ragione sui motivi per i quali la FIS potrebbe assolutamente rifiutarsi di adottare una regola come quella proposta da Bode e che io ho cercato di interpretare. L'assunzione di responsabilità sottoscritta dagli atleti contrasta con gli eventuali regolamenti su regolazioni obbligatorie degli attacchi. Ovvero stanno annusando cause di risarcimento milionarie, sulla scia del primo caso Lanzinger.
Quanto alla caduta di De Tessier di ieri, è vero che il primo sci si è aperto nella caduta, mentre l'altro gli è rimasto attaccato nella successiva fase di scivolamento. Secondo me il limite degli attacchi è questo il meccanismo dovrebbe diventare ancora più selettivo, ovvero percepire che lo sci è scarico di pressioni gravitazionali (perché lo sciatore è sdraiato per terra) e quindi allentare la presa per facilitare lo sgancio in caso di una eventuale successiva rotazione laterale per evitare danni all'articolazione. Oggi esistono dei sensori microsocopici (come quello inserito nelle suole delle scarpe Nike) che possono essere interfacciati con gli I-pod per calcolare le distanze percorse correndo ed il ritmo utilizzato per percorrere tali distanze, per cui non vedo perché l'utilizzo di tali sistemi elettromeccanici non possa essere utilizzati anche nella tecnologia degli attacchi. Oppure pensate ai sensori giroscopici utilizzati per il traction control delle motoGP. Il sensore percepisce l'inclinazione a 90° come quella in cui lo sci si deve sganciare per un carico torsionale anche minimo. Se tali tecnologia la cui industrializzazione non è ormai impossibile venisse introdotta forse assisteremmo a minori danni susseguenti alle catapulte indotte dagli attuali sci e soprattutto alla neve riportata ai lati del tracciato.
Insomma sono tecnologie alla portata delle imprese e se non vengono adottate è solo perché il mercato non vuole recepirli. Quanti di noi, onestamente, hanno data l'importanza che realmente merita l'attacco rispetto allo sci? Pensate che oggi l'attacco è considerato un semplice accessorio il cui prezzo è ormai compreso in il quello d'acquisto dello sci stesso.
Ecco perché penso che una imposizione regolamentare possa imprimere un'accelerazione nella ricerca di elementi decisamente innovativi sulla realizzazione degli attacchi.