Coppa del Gobbo - Lettera al Gigante di Pallanzeno
Ciao Massimiliano,
lo sai, mi sei sempre piaciuto un sacco e, anche se in tv talvolta ti ho tirato le orecchie, ho avuto una grande ammirazione per questo tuo fare da ragazzino spavaldo, dallo sguardo forte e sicuro, proprio di chi abbia ben chiaro l’obiettivo da raggiungere .
Non ti sei mai nascosto, non ti sei mai tirato indietro e, quando avevi qualcosa da dire, non hai mai tardato troppo per farlo, pur sapendo che questi atteggiamenti ti avrebbero fatto apparire antipatico. Papà Elio e mamma Antonietta ti hanno insegnato a camminare con la schiena diritta, guardando la gente fissa negli occhi e questo insegnamento prezioso lo trasmetterai ai tuoi bimbi, con giusto orgoglio!
In tanti, troppi, hanno pensato che tu fossi un po' ribelle, invece tu hai sempre voluto che fosse rispettata la tua figura di atleta, la tua professionalità, la tua dedizione allo sci, un lavoro che ancor oggi ti impegna al massimo e che assolvi con una caparbietà ed un rispetto che molti giovani non conoscono e forse non capiscono! Peccato!
Sedici stagioni di Coppa del Mondo non si disputano in maniera approssimativa, bisogna lottare con grinta e tenacia, quella che spesso contorceva il tuo viso alla partenza prima che l’Amore ti cambiasse profondamente. Sono impressionanti i numeri che mi snoccioli ogni volta che mi parli del tuo lavoro a secco, per migliorare le qualità tecniche, motorie e psichiche!
Hai esordito in Coppa a fine ottobre del 2000, a Soelden, avevi il pettorale 62 e finisti già a punti, 20/o! Se penso che in Badia lo scorso dicembre avevi il 56 mi vengono i brividi!
Ti ricordi il tuo primo podio, il 3 gennaio del 2004, a Flachau, giungesti secondo dietro a Raich, ma avevi dominato la prima manche! Nella gara successiva eri ancora secondo, nella tua Adelboden, dopo aver pennellato il muro nella seconda manche. L’anno successivo vincesti a Pila il Parallelo di Natale e sul palco baciasti il Trofeo che riproduceva l’immagine di Leonardo David! Quel gesto ti fu premiato e a gennaio Adelboden non seppe resisterti...ma ti ricordi come riuscisti a recuperare da quella spigolata sul muro nella seconda manche ? Paolo De Chiesa ed io per poco non schizzammo fuori dal vetro delle cabine! Era l’11 gennaio del 2005 ed il piede del Blardo restò impresso nella Hall of Fame elvetica.
Ma c’era un’altra "signora" alla quale stavi facendo la corte da un po' di tempo. Un’avvenente dama sudtirolese, di giovane età, dalle forme intriganti, capace di apprezzare solo le carezze di gran classe! Il 18 dicembre del 2005 Massimiliano Blardone, da Pallanzeno, vince sulla Gran Risa, in Alta Badia... i suoi tifosi lo vestono con il mantello di Super Max - quello che gli avevano preparato per i mondiali di Bormio – e il buon curato Don Luigi Tramonti balbetta per la gioia e suona le campane...a morto! Andrà avanti per mesi a recitare rosari riparatori! Lui, Max Blardone, finanziere, tifoso del Toro, ammiratore ed amico di Valentino46, continua a salire sui podi, litiga con la Coppa di specialità che ogni volta scivola via e disegna arabeschi delicati sulle piste di tutto il Circo Bianco.
Quando nel Gran Finale di Bormio del 2008, dopo aver dato un pugno ad un palo e spezzato per la rabbia un bastoncino ti lasci andare ad un "...ne ho le scatole piene, potrei anche smettere..." dimostri di avere una fiducia enorme nei tuoi mezzi ed un carattere solido pronto a sorreggerti, perchè non ci stai a lavorare come un forsennato per poi vedere come "problemi tecnici" ti impediscano di raccogliere ciò che sai di meritare! Così il Blardo.....SECONDA PARTE
(domenica 14 febbraio 2016)