Nuovo corso Fis, vecchie abitudini...purtroppo.
Con il pensionamento di Guenther Hujara, il direttore della coppa del mondo maschile per oltre vent'anni, e l'arrivo dell'italiano Markus Waldner e gli avvicendamenti nel settore Fis della velocità maschile e femminile, qualcuno forse aveva creduto in un possibile cambio anche nella filosofia di gestione del calendario delle gare del circo bianco. Ed, invece, ancora una volta siamo difronte a delle scelte tecniche nel predisporre i calendari in conseguenza dei problemi meteo, alquanto discutibili. Non vogliamo entrare nel merito di come vengono stilati i calendari: per quelli ci vorrebbe un capitolo a parte, ma ci limitiamo a considerare quello che sta accadendo in queste settimane.
La scelta di recuperare le prove cancellate a Val d'Isere e Courchevel nella lontana Are in Svezia ha fatto mugugnare più di un tecnico delle squadre nazionali compreso il nostro Raimund Plancker come si evince da qualche dichiarazione riportata in una news sul sito di Race Ski Magazine. Trasferire armi e bagagli da una parte dell'oceano all'altra in pochissimi giorni, non è cosa da poco, soprattutto per i gigantisti uomini impegnati solo domenica scorsa in quel di Beaver Creek in un gigante e costretti poi affrontarne un altro cinque giorni dopo a migliaia di chilometri. Con i problemi di tipo logistico che questo comporta, compreso anche il jet-lag tutto ciò va, a nostro avviso, oltre ogni umana e ragionevole capacità. D'accordo qualcuno dirà, gli atleti sono abituati a macinare chilometri durante la stagione di gare, ma forse non si sta un po' troppo esagerando? Non si sta superando un certo limite?
Ci sono atlete come la stessa Francesca Marsaglia che dopo aver terminato la sua tappa in quel Lake Louise ha passato più tempo in aereo e in treno che sugli sci, come lei stessa ha scritto in un post su facebook. E' partita da Calgary lunedì, via Francoforte, quindi è atterrata a Milano; successivo trasferimento in auto in Val Passiria, che non è certo dietro l'angolo, per alcuni giorni di allenamento, quindi ha raggiunto Zurigo per reimbarcarsi sull'aereo per Ostersund e quindi in auto fino ad Are. Il tutto in quattro giorni. Non stiamo forse esagerando?
Certo sappiamo tutti che lo sci alpino è uno sport soggetto ai cambiamenti del clima, alla cancellazione di tappe e successivi recuperi e quindi anche a lunghi trasferimenti, ma forse prima bisognerebbe anteporre anche il bene degli atleti. Certo, in questo caso, non tutti sono stati impegnati nella trasferta nord americana. Gli slalomisti uomini puri ad esempio sono restati in Europa e questo per loro è stato un vantaggio con questa situazione di modifiche al calendario, ma i cosiddetti polivalenti e gli atleti di vertice loro, no. Loro non possono marcare visita. E dunque la Fis deve rendersi conto che non possono essere considerati degli oggetti da spostare come delle semplici pedine degli scacchi. In ballo ne va anche della loro incolumità, in uno sport come lo sci moderno dove non si può andare in pista a rischiare la propria incolumità, stanchi e deconcentrati perchè: "The show must go on!".
La nostra è una semplice riflessione, rivolta principalmente a quelle persone nuove che, come Markus Waldner, sono preposte a gestire queste situazioni limite, e per fare in modo che finalmente questo nuovo corso della Fis non sia la fotocopia di quello passato. Perchè errare è umano, ma perseverare....
(giovedì 11 dicembre 2014)