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Svindal: l'anno olimpico e l'ennesima rinascita
Matteo Pavesi  di Matteo Pavesi

Quando a novembre 2007 Aksel Lund Svindal cadde sulla Birds of Prey di Beaver Creek apparve subito chiara la gravità dell'infortunio: il norvegese, ai tempi già vincitore di una Coppa assoluta e tre medaglie mondiali, perse tutta la stagione ma, un anno più tardi, tornò alle gare da trionfatore, ricominciando a vincere proprio da Beaver Creek, e finendo con la conquista della sua seconda Sfera di Cristallo.

Qualcosa di simile accadde nella stagione 2014/2015, iniziata con un brutto infortunio al tendine d'Achille patito (forse) giocando a calcio a pochi giorni dall'opening di Soelden, che costrinse Aksel ad un serrato programma di riabilitazione per poter difendere il titolo mondiale a Vail 2015.
Aksel partecipò all'evento e chiuse con due straordinari 6/i posti in superg e discesa, sue uniche gare di quell'inverno.

La stagione successiva - 2015/2016 - cominciò (e proseguì) nel segno di Aksel: vittoria a Lake Louise (2), Beaver Creek, Val Gardena (2) e Wengen. A Kitz vince il superg e sembra aver saldamente nelle mani le coppe di velocità ma la Streif, nel giorno di Peter Fill, mostra il solito carattere insidioso: al Hausbergkante cadono Reichelt e Svindal, che si rialza subito per tranquillizzare tutti, salvo poi scoprire in ospedale di avere un ginocchio destro totalmente fuori uso (rottura del legamento crociato e del menisco).

L'operazione, la riabilitazione, l'addio alle coppe (anche se in discesa rimane in corsa fino all'ultima gara) e ancora un'estate di recupero, di rincorsa, con un ginocchio sempre più sollecitato e dolorante.
Eppure quando il cancelletto delle stagione velocità si riapre, e siamo al dicembre scorso in Val d'Isere, il norvegese è sempre lì con i migliori, 2/o in superg e 3/o in discesa, e poi ancora 2/o in Val Gardena, pronto a giocarsi le sue carte fino a St.Moritz.
Ma il ginocchio non sta bene, e così a metà gennaio è costretto ad operarsi nuovamente al menisco, saltare l'evento Mondiale e chiudere anzitempo l'ennesima stagione.

In una intervista pubblicata ieri dalla TV NRK, Aksel - che con i compagni si trova a Oslo nel centro federale Olympiatoppen per i test atletici - fa il punto della situazione in vista della preparazione estiva e, ovviamente, della stagione olimpica.
Proprio l'oro olimpico è l'obiettivo più importante per il vichingo, un obiettivo "realisticamente realizzabile", in quella che sarà "la mia ultima Olimpiade", e quindi "sarebbe fantastico chiudere con una grande Olimpiade. Sarebbe bello vincere proprio li e prendersi l'oro."
Ma prima di arrivare a febbraio c'è un lungo percorso da fare, un percorso fatto di lavoro atletico, di tecnica sugli sci, di ritorno alle gare e alla velocità. Il programma è di rimettere gli sci a inizio agosto, quando è previsto uno stage di squadra sul ghiacciaio norvegese Folgefonna, in modo da poter sfruttare settembre per gli allenamenti di qualità, lavorando in Cile con i compagni Kjetil Jansrud e Alex Kilde, ovvero due dei più forti velocisti del Circus.
"Se riuscissi ad allenarmi con loro e lavorare bene in Sudamerica penso di avere una buona possibilità di tornare al top - dichiara Aksel che, per esperienza, conosce bene il futuro che lo aspetta - l'obiettivo è di essere al cancelletto a Lake Louise, di arrivarci allenato e preparato pronto per dare battaglia, fin dalla prima gara."

A 34 anni e 362 pettorali in Coppa non è ancora venuto il momento per i saluti: in Corea sarà forse l'ultima Olimpiade per Aksel ma non è detto che sia l'ultima stagione.
Il bottino di 32 vittorie e 37 podi in CdM, 2 Sfere Generali e 8 di specialità, un oro, un argento e un bronzo olimpici, 5 ori, 1 argento e 2 bronzi mondiali può essere ulteriormente arricchito.

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