Innerhofer:"Mai smettere di crederci, tutto torna"
di Vittorio Savio
"Mai smettere di crederci!". Questo l'urlo che ha sprigionato al traguardo della Streif Christof Innerhofer, quando ha capito di aver fatto l'impresa. Un anno dopo l'ultimo podio sulle nevi olimpiche di Corea, i problemi fisici che non davano pace, il ginocchio infortunatosi quasi un mese fa a Santa Caterina, le lunghe trasferte a Monaco per le cure mediche, gli allenamenti solitari a Speikboden non si potevano dimenticare d'un colpo. L'emozione e quegli occhi arrossati hanno fatto capolino sul suo viso nel leaderskorner, a segnare che Winnerhofer era finalmente risorto dalle ceneri come l'araba fenice. "È stata davvero una gara incredibile - sottolinea l'altoatesino nel parterre d'arrivo della Streif -, faccio fatica ancora a crederci. Arrivavo da Santa Caterina, quando sapevo di poter essere il più veloce nella discesa, e poi l'infortunio, per fortuna non troppo grave, e stare a casa a guardare alla televisione le gare, senza sapere se la forma scende oppure no".
La rinuncia alle gare di Wengen della scorsa settimana ha pesato non poco sullo stato mentale dell'azzurro. Poi la decisione di presentarsi sulle nevi tirolesi. "Sono arrivato qui a Kitz con molti dubbi. Non sapevo quale fosse la mia reale condizione - ha proseguito Inner - Ho fatto la prima prova della discesa ed è andata bene, però si sa che la gara è un'altra cosa. Oggi sono partito senza particolari aspettative. Di solito sono molto preciso, chiedo a tutti informazioni, guardo il più possibile il video. Oggi, invece, il mio atteggiamento era diverso. Non mi sono preoccupato di niente. Sono andato in partenza che la gara era già cominciata e ho guardato solo qualche curva della discesa degli altri. Mi sono detto che avrei dovuto fare il meglio che potevo, come faccio ogni giorno e così ho fatto. Quando ho tagliato il traguardo e ho visto il tempo facevo fatica a crederci. È proprio vero: non bisogna mai smettere di crederci, se hai lavorato duro tutto torna indietro".